Dopo 4 settimane passate in casa, la voglia di uscire inizia a farsi sentire e gli italiani si iniziano a porre la domanda: “quando potremo finalmente tornare ad uscire?”.
La domanda in se’ non e’ di semplice risposta, ma proviamo ad analizzare la situazione con i mezzi che gia’ si sono utilizzati per studi quali quelli sulla copertura vaccinale.
Immunita’ di gregge: di cosa stiamo parlando
Partiamo dal concetto base: l’immunita’ di gregge e’ un fenomeno che si verifica con tutte quelle malattie cui si puo’ sviluppare una immunizzazione, sia questa indotta dall’aver contratto la malattia o da un vaccino per la stessa.
Come sappiamo da una precedente emergenza, quella del drastico calo delle vaccinazioni in italia, purtroppo esiste una frazione della popolazione che per condizioni pregresse non puo’ essere vaccinata contro malattie potenzialmente pericolose. Per fortuna, pero’, e’ statisticamente provato che superata una certa soglia di copertura delle vaccinazioni (per il morbillo questa soglia si aggira attorno al 95%) i non vaccinabili sono “protetti” per mezzo dell’immunita’ altrui.
Per dirlo con parole semplici, sebbene non immuni, le persone non vaccinabili sono comunque al sicuro perche’ attorno a loro non vi sono portatori della malattia in grado di contagiarli.
Vaccino per il SARS-CoV-2: una effettiva speranza?
Sempre in questi giorni si sta parlando tantissimo del futuro vaccino per il SARS-CoV-2. I dati sono promettenti, ma c’e’ da sottolineare una cosa: i vaccini, sebbene di una tipologia particolare e soggetta a regolamentazioni specifiche, sono dei farmaci a tutti gli effetti; e’ dunque sempre necessario muoversi con i piedi di piombo.
Proviamo, infatti, ad immaginare il seguente scenario: nella fretta di ottenere un vaccino, necessario per combattere la pandemia, si saltano alcuni test in laboratorio, si risparmia tempo in alcune procedure e si ottiene un vaccino. Questo, pero’, ha fatalmente un 1% di casi avversi, ed uno 0.1% di casi avversi gravi.
Statisticamente, a seguito di una vaccinazione di massa (~40 milioni di persone), 400.000 presenterebbero casi avversi, e 40.000 potrebbero morirne. Aggirandoci oggi attorno alle 15.000 vittime, possiamo facilmente intuire che la medicina potrebbe, in questi casi, essere peggio della malattia. Per questo le procedure da seguire per immettere un vaccino sul mercato sono estremamente stringenti e devono essere seguite pedissequamente.
Per quanto si possa correre, ed e’ auspicabile che non si corra ne’ si forzino dei passaggi, il vaccino sara’ disponibile verosimilmente non prima del prossimo anno. stiamo quindi parlando di 9 mesi da oggi. Una speranza per un futuro non esattamente immediato, sicuramente niente cui aggrapparci per sperare nel pic-nic di pasquetta.
Immunita’ di gregge naturale: manca molto?
In una semplice parola: Si!
Purtroppo manca davvero molto. Ammettiamo per un attimo che la stima fatta da Boris Jhonson nel suo primo discorso alla Gran Bretagna sia corretto: se servisse il 60% di copertura per raggiungere l’immunita’ di gregge, in italia staremmo parlando di circa 36 milioni di persone.
Per dare un’idea dei numeri di cui stiamo parlando, la conta aggiornata di casi italiani alla data di ieri era poco meno di 130.000 unita’. Anche ammettendo (come gia’ successo con Science e l’Imperial College di londra) una sottostima dei casi dovuta agli asintomatici del 90% (ed anche qui stiamo arrotondando per eccesso) staremmo parlando di poco meno di un milione e mezzo di contagiati in italia, a fronte dei 36 milioni necessari per raggiungere l’immunita’ di gregge. Da sottolineare come, con una mortalita’ stimata del 2%, staremmo parlando di circa 700,000 morti ed almeno il doppio di ricoveri in unita’ di terapia intensiva. Un numero che il nostro sistema sanitario non e’ neppure lontanamente in grado di gestire.
Inoltre, la quarantena messa in atto dal governo italiano con lo scopo di ridurre la popolazione ospedaliera ha come effetto secondario il rallentamento della marcia verso l’immunita’ di gregge naturale. Si sta infatti cercando di ridurre il numero di persone infettate giornalmente, quindi va da se che 36 milioni di persone verranno infettate in molto piu’ tempo. Proprio di questo parla Matteo Villa, ricercatore dell’INPS, sulla sua pagina Twitter
Iniziamo quindi gia’ da adesso a metterci l’animo in pace. Il ritorno alla vita normale come la intendevamo a gennaio non sara’ immediato. Ci saranno vari passi da dover seguire, e sara’ un processo lungo. In attesa, ovviamente, che un efficace vaccino possa darci una mano.
Articolo per “La Scienza Risponde” a cura di Francesco Avanzi