Edicole in crisi: 6 chiusure al giorno a Roma. Appello al Governo

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Di Redazione Metropolitan

Continua la crisi delle edicole. Nella città di Roma chiusi 6 chioschi al giorno. I sindacati: “È diventato un servizio terminale“. Richiesto un intervento decisivo al Governo

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Le edicole sempre più in crisi

I chioschi dei giornali di Roma sempre più in difficoltà. La prima edicola chiusa fu quella di Labaro nello scorso settembre. Poi sono arrivate altre chiusure in successione. La crisi è nera. Il calo delle vendite è iniziato negli anni scorsi – soprattutto con l’avvento dell’informazione in via telematica – ed è stato confermato dall’emergenza Coronavirus, nonostante le attività siano rimaste aperte anche durante la quarantena. Da tempo ormai i chioschi non si limitano più alla vendita di quotidiani e riviste, ma ampliano la propria offerta con giochi per bambini, ricariche telefoniche, vendita dei biglietti per i mezzi pubblici. Non basta.

A Roma ne chiudono sei al giorno. Questo è il dato dell’Usiagi-Ugl. Sono 350 le edicole sparite nella Capitale negli ultimi cinque anni. “Nel silenzio o forse nel disinteresse totale, la crisi degli edicolanti è diventata profonda” – denuncia il sindacato – “Tante le categorie in difficoltà a causa della pandemia. È una crisi quasi irreversibile. La stanno vivendo le edicole in tutto il territorio nazionale, in particolare nelle grandi città. Durante il lockdown le istituzioni hanno riconosciuto il ruolo fondamentale dei negozi definendolo ‘servizio essenziale’. Ebbene oggi si può definirlo ‘servizio terminale‘.

Appello al Governo

“Coloro che vengono utilizzati come portatori di democrazia piuttosto che garanti della pluralità dell’informazione” – continua l’Usiagi-Ugl – “Continuano a non ricevere risposte serie da parte di istituzioni ed editori“. È questo l’appello lanciato al Governo per mettere in atto interventi concreti a difesa della categoria.

Gli incassi si sono ridotti di oltre il 40%. Questo è da imputare “all’aumento degli abbonamento on line e alla mancanza di politiche di supporto. Una crisi mai registrata prima”.

Andrea Caucci Molara

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