Crisi di governo “sventata” con il voto del Senato, che si è espresso in favore di Conte con 156 voti favorevoli.
ll risultato al Senato
Come nel calcio, strano a dirsi, anche per questa crisi di governo, nella votazione tanto attesa per le sorti del Conte-bis, ci si è messo il VAR, o comunque, qualcosa di molto simile, dal momento che prima di definire il voto finale, si è dovuto chiarire se fossero accettabili (con tanto di prova video) i voti di Lello Ciampolillo e Riccardo Nencini (che hanno votato sì). I loro voti sono stati accettati sul fil di lana.
Alla fine i voti a sostegno di Conte annunciati dalla Presidente del Senato Casellati, sono stati 156 su 332 presenti.
Tra i primi a reagire al voto del Senato, Salvini e Meloni, i quali avrebbero chiesto un incontro al Quirinale, direttamente al Presidente Mattarella. Il voto del Senato ha confermato, almeno in parte, la crisi di governo, comunque sotto alla maggioranza (161 voti), seppure i 156 sì sono utili a Conte per continuare.
La lunga giornata di Conte e non solo
E’ stata (anche) quella di oggi una lunga giornata per Conte, costretto a correre e a lavorare per trovare i numeri “giusti” per continuare la sua esperienza politica. Da una parte nel suo intervento ha dichiarato che: “Se il governo non ha i numeri, va a casa”, ma prima e dopo, tanto lavoro e telefonate, per trovare senatori disponibili a sostenere il suo secondo governo.
Ad unirsi alla “truppa” disposta anche a prendere le distanze dal propri partito di riferimento, ci sono stati i casi di Rossi (UDC-FI) e Causin (FI), voti che hanno portato all’ira Tajani pronto a dire: “Sono fuori dal partito”. Stessa sorte, immaginiamo, toccherà anche ad altri, dal momento che ieri c’era stato il “sì” della Polverini (FI) al Parlamento.
Poi ci sono stati i senatori a vita, come la Segre, per altro omaggiata da un applauso lungo e significativo. Renzi e Bellanova? Italia Viva ha “tenuto”, confermando la propria astensione al voto, mentre il M5S e il PD, come atteso, hanno sostenuto la conferma del Conte-bis.
Tanti gli interventi anche oggi, alcuni tesi a richiamare l’importanza di rimanere uniti in questo periodo così complesso per il Paese, altri, invece, improntati a sottolineare la necessità di un governo “forte”, che potrebbe essere espresso solo in caso di una nuova votazione da parte dei cittadini.
La crisi di governo, in qualche maniera, rimane nella sostanza irrisolta. Voti a parte, infatti, rimane incerta la “forza” che Conte avrà per sostenere i propri progetti, o meglio, i suoi piani e di chi oggi al Senato, e ieri al Parlamento, lo ha sostenuto. Per questa crisi di governo, come molti osservatori hanno dichiarato, i prossimi giorni saranno decisivi.