“Cuore” di Edmondo De Amicis, come nasce la pubblicazione del libro

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Di Marianna Soru

Nel Metropolitan Today di oggi ricordiamo la pubblicazione del libro “Cuore“, di Edmondo De Amicis. Parliamo infatti di uno dei più grandi classici della letteratura italiana moderna, amato soprattutto da intere generazioni di ragazzi.

Il romanzo nasce come un diario, ambientato a Torino, di un ragazzo di terza elementare che racconta l’anno scolastico 1881-1882, precisamente dal 17 ottobre al 10 luglio. Tutta la narrazione avviene dal punto di vista del bambino, Enrico Bottini, protagonista. Intorno a lui ruotano tanti personaggi, che sono gli affetti e le conoscenze tipiche di un bambino di terza elementare. Il libro è strutturato in tre filoni: il primo, quello del diario di Enrico; il secondo, quello epistolare, da parte del padre di Enrico, Alberto, al bambino; e il terzo, il filone narrativo, che è composto da una serie di racconti del maestro, dove si comprende bene la varietà di personaggi coinvolti.

La pubblicazione del libro “Cuore”, il 18 ottobre 1886

La pubblicazione del libro avviene in un momento storico molto importante, ma soprattutto, di passaggio. Infatti parliamo del periodo post-unitario, in una città come Torino, che presenta uno spaccato importante della società del tempo. È infatti presente un forte amore per la patria, ma non solo. Questo romanzo ha infatti subito svariate critiche per la scarsità di riferimenti religiosi, se non in alcune lettere. È presente inoltre un forte attaccamento alla famiglia, inteso come valore principale. Uno degli aspetti salienti del romanzo è anche la presenza di svariati personaggi, di differente estrazione sociale.

Ecco la dedica dell’autore a inizio libro: «Questo libro è particolarmente dedicato ai ragazzi delle scuole elementari, i quali sono tra i 9 e i 13 anni, e si potrebbe intitolare: Storia d’un anno scolastico, scritta da un alunno di terza d’una scuola municipale d’Italia. – Dicendo scritta da un alunno di terza, non voglio dire che l’abbia scritta propriamente lui, tal qual è stampata. Egli notava man mano in un quaderno, come sapeva, quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori; e suo padre, in fin d’anno, scrisse queste pagine su quelle note, studiandosi di non alterare il pensiero, e di conservare, quanto fosse possibile, le parole del figliolo. Il quale poi, 4 anni dopo, essendo già nel Ginnasio, rilesse il manoscritto e v’aggiunse qualcosa di suo, valendosi della memoria ancor fresca delle persone e delle cose. Ora leggete questo libro, ragazzi: io spero che ne sarete contenti e che vi farà del bene.»

Marianna Soru

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