La combinazione di curcumina e piperina offre tanti vantaggi per il nostro organismo ed è nota sin dai tempi antichi

La curcuma è una spezia dal tipico colore giallo intenso e il sapore leggermente amaro ma molto gradevole. Impiegata largamente nella cucina orientale, entra nelle nostre tavole da qualche decennio soprattutto per via delle rinomate proprietà curative.

Utilizzata come rimedio farmacologico in dosi elevate e ad alta concentrazione, in cucina rappresenta l’ingrediente segreto per dare rimedio a disturbi comuni. Si tratta, infatti, di un potente antinfiammatorio le cui proprietà sono più facilmente assimilabili e disponibili per l’organismo se assunto in combinazione con il pepe.

Curcumina e piperina sono gli ingredienti base per tanti integratori già pronti per il consumo e da assumere sotto prescrizione del medico. Anche se l’impiego delle spezie è migliorare la salute del fegato, potrebbero rappresentare un grave affaticamento per chi ha patologie pregresse a carico di quest’organo.

Vantaggi della curcumina

Nota da tempi antichi e molto diffusa nella cucina d’Oriente, la curcuma, Curcuma longa L., è una pianta perenne e appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae. Quindi è in buona compagnia insieme allo zenzero e come per questa pianta, se ne consuma la parte rizomatica cioè l’ingrossamento delle radici.

Recentemente è possibile trovare nei supermercati più forniti anche la radice tuberosa da consumare fresca. Prevalentemente è venduta in forma di polvere ricavata dall’essiccazione della parte edibile.

Il colore intenso e il sapore leggermente amarognolo derivano dalla presenza delle sostanze che la caratterizzano, i curcuminoidi. Tra questi, assume maggiore rilievo e importanza soprattutto la curcumina, il principio attivo al quale si attribuisce il potere antinfiammatorio. A tale composto organico si riconosce la capacità di interagire con le cellule tumorali favorendone la regressione. Tra le vie sperimentate dalla medicina contemporanea, l’introduzione delle terapie a base di curcumina sotto forma di nanoparticelle potrebbe diventare una realtà.

Nell’impiego quotidiano, la curcuma rappresenta un ingrediente da non far mancare nelle nostre cucine. La ragione è la sua intrinseca proprietà antinfiammatoria. In base a questo principio, infatti, è possibile utilizzarla per contrastarne gli effetti negativi.

Al contrario di quanto si possa pensare, l’infiammazione è una reazione del nostro corpo a stati di sofferenza o squilibrio. Si manifesta in modi diversi, ma rappresenta come per la febbre una risposta fisiologica del corpo a determinate condizioni di sofferenza. In specifici momenti, l’infiammazione è utile alla ricostituzione dei tessuti. Ma quando diventa cronica rappresenta uno stato di sofferenza grave che è utile contrastare.

Un po’ di pepe alla vita

Perché la curcumina sia efficace a livello metabolico e quindi assorbita dall’intestino è importante associarla alla piperina. Si tratta dell’alcaloide contenuto nel pepe e che ne migliora la biodisponibilità e quindi l’efficacia.

Gli effetti della combinazione delle due molecole si registrano a livello del fegato che non la espelle prima che abbia prodotto il suo effetto positivo sull’organismo. Un miglior assorbimento della curcumina da parte dell’intestino si traduce così in una maggiore concentrazione nel sangue.

La disponibilità ematica rappresentata dalla maggiore concentrazione del polifenolo, si traduce in una più diffusa azione antinfiammatoria. Si riscontra maggiore beneficio per chi soffre di malattie infiammatorie croniche ma anche stati influenzali oppure l’eccessiva produzione di muco possono essere contrastati con l’assunzione regolare nella dieta di ogni giorno.

Non esagerare

Che la curcuma faccia bene è un dato accettato anche dalla medicina occidentale e non solo un’ipotesi. Ma è necessario comprendere come servirsi di questa spezia in maniera ragionevole.

A meno di prescrizione medica, la curcumina va assunta in piccole dosi integrandola nella dieta di ogni giorno che deve essere varia ed equilibrata. Un eccesso di curcuma, infatti, può affaticare il fegato e rappresenta un rischio per la salute così come avviene quando si segue un’alimentazione non bilanciata.

Assumere integratori nel modo giusto

È noto che l’industria degli integratori è in grado di complementare le terapie farmacologiche in maniera efficace e riducendo le controindicazioni tipiche delle medicine tradizionali. Siti come https://unamenteforte.it offrono utili comparazioni per trovare le migliori formulazioni in vendita. Di certo tante persone ottengono benefici evidenti grazie a questi rimedi, ma è importante ricordare che l’automedicazione non è consigliata nemmeno in questi casi.

Per quanto riguarda la curcuma, è bene ricordare che il Ministero della Salute si è espresso sfavorevolmente nei casi di sofferenza epatica pregressa. Chi soffre di malattie a carico del fegato, quindi, deve limitare l’assunzione di questa spezia e di certo rinunciare all’idea di assumere integratori a base di curcumina.