Lo Champagne è noto per essere la bevanda effervescente più pregiata e lussuosa al mondo. La sua reputazione, spesso legata a momenti speciali e festeggiamenti, deriva soprattutto dal metodo di produzione e dalla sua prestigiosa provenienza: il cuore della Champagne, in Francia.

Questa regione, nota sin dall’antichità per via del suo collegamento mercantile che arrivava sino alle vie della seta, offre al mondo una prelibatezza effervescente senza paragoni ed è proprio da qui che, da secoli, provengono le migliori marche di Champagne da assaporare.

Oggi presenteremo questo vino brioso in una forma insolita, cioè a partire da tutte quelle curiosità meno conosciute che contribuiscono a elevarne il fascino e a spiegarne l’indiscusso pregio.

1. Il Tappo di Sughero

La maggior parte delle bottiglie di vino, com’è noto, viene sigillata con tappi di sughero di varia qualità. Diverso è il caso dello Champagne che, per via della sua particolare composizione, ha bisogno di un tappo, per così dire, “speciale”.

Difatti il tappo di sughero tradizionale sarebbe troppo debole per trattenere la pressione all’interno della bottiglia a causa della presenza di anidrite carbonica. Per ovviare a questo problema, mantenendo effervescente la bevanda, si utilizza un tappo a fungo composto da uno strato di sughero rivestito di metallo, generalmente alluminio.

Grazie a questo tappo si mantiene intatta la pressione all’interno della bottiglia e si impedisce che l’anidride carbonica voli via.

2. Il Suono dello Scoppiettio

Chi ha il piacere di stappare una bottiglia di Champagne è solito percepire un suono particolare, simile ad uno scoppiettio. Questo effetto è causato dalla rapida uscita dell’anidride carbonica disciolta sotto pressione all’interno della bottiglia.

Il valore di pressione in una bottiglia di Champagne è molto elevato ed è pari a circa 90 psi (libbre per pollice quadrato): per capirci supera di più del doppio la pressione delle gomme delle macchine.

3. La Temperatura Ideale

Tutti sanno che lo Champagne va servito ben freddo ma… pochi conoscono la temperatura ideale capace di esaltarne le proprietà organolettiche. In genere gli esperti raccomandano una temperatura di servizio compresa tra i 6 e gli 8 gradi in modo tale da poter apprezzare sapore ed effervescenza senza alterazioni.

Per questo la bottiglia, andrebbe conservata all’interno di una boule, cioè una ciotola riempita di acqua e ghiaccio, grazie alla quale mantenere fresco ciò che resta al suo interno.

4. Le Uve Principali

Le uve principali utilizzate nella produzione dello champagne sono tre: Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier. È questa combinazione di varietà di uva che conferisce allo champagne la sua ben nota varietà di profumi e sapori e che lo distingue da altri vini frizzanti prodotti in altre parti del mondo. In particolare le uve di Chardonnay conferiscono freschezza e acidità, quelle di Pinot Noir danno corposità e struttura e, infine, le Pinot Meunier donano sapidità e morbidezza.

5. L’Etichetta “Méthode Champenoise”

Quando sull’etichetta leggiamo “Méthode Champenoise” ci troviamo dinanzi a una bottiglia particolarmente pregiata. Questa dicitura, infatti, indica che lo champagne è stato prodotto secondo il metodo tradizionale di fermentazione in bottiglia, in cui il vino subisce una seconda fermentazione direttamente nella bottiglia.

Si tratta di un metodo ben più laborioso, che richiede più tempo rispetto al metodo di fermentazione in serbatoio; ciò nonostante è considerato quello in grado di conferire maggior qualità allo Champagne.

6. Bollicine in Movimento

Le bollicine nello champagne non sono semplici sfere statiche perché la loro presenza segue un percorso ben preciso. Inclinando un bicchiere di champagne, infatti, possiamo intravedere le bollicine salire dal fondo tramite in colonne sottili in un percorso a linea retta che, indubbiamente, crea un affascinante spettacolo per gli occhi.

Il comportamento delle bollicine dello Champagne è stato analizzato da un team di scienziati provenienti da due prestigiose università: Brown University e Università di Tolosa.

Lo studio ha rivelato che le bolle dello Champagne seguono una traiettoria rettilinea verso la superficie a causa di due fattori:

  • i tensioattivi presenti,
  • la dimensione delle bollicine.

In particolare, i tensioattivi agiscono riducendo la tensione tra liquido e gas e stabilizzando le catene di bollicine. Questo comportamento, unico nel suo genere, ha dato il via a numerosi e interessanti studi che riguardano la meccanica dei fluidi.