Daniel Defoe fu un giornalista prima ancora che scrittore. Nacque a Stoke Newington nel 1660 e morì a Moorfields all’età di 71 anni nel 1731. Non seguì studi classici ma approfondì materie quali: l’economia, la geografia e le lingue straniere. Egli è conosciuto come l’autore della celebre opera Robinson Crusoe ma in pochi sanno che questo è stato scritto solo all’età di 58 anni, prima infatti Defoe si era occupato principalmente di giornalismo. Il suo intento, visti i numerosi periodi di bancarotta, era quello di creare articoli e testi da vendere al miglior offerente.

Daniel Defoe, l’astuto giornalista passato alla storia come padre del romanzo: la verità

 L’attribuzione della paternità del romanzo moderno è una mezza verità. Per romanzo moderno in questo frangente si intende semplicemente l’aver edificato una prosa in cui al centro della vicenda è posta la figura di un unico personaggio o di un gruppo di personaggi. Prima del Robinson, ad esempio, Don Chisciotte di Cervantes aveva tale configurazione. Sicuramente rispetto ai suoi predecessori Defoe fu il primo a creare un testo che fosse organizzato in tale strutturazione. Tuttavia il suo non era un fine letterario ma giornalistico. Lui cercava di prendere storie vere e le gonfiava con la fantasia e l’immaginazione. Un po’ come oggi si tendono a creare pettegolezzi per vendere. Robinson era una storia vera ispirata alla vicenda della marinaio Alexander Selkirk e riempita di elementi che servivano per attirare l’attenzione. Il miscuglio di realtà e finzione fu la base di quello che noi oggi definiamo romanzo moderno. Per onestà intellettuale bisogna riconoscere che in Defoe l’unico vero fine fosse la vendita e non la letteratura.

Molti lo definivano un “disonesto”; per tanti anni rimase in prigione per motivazioni politiche (l’appoggio al figlio illegittimo di Carlo I Stuart, Carlo II e poi successivamente a Guglielmo D’Orange) e i figli rinunciarono a vederlo perché temevano il suo rifiuto, ne erano certi vista la sua vanità. Per quasi tutta la sua esistenza lavorò come giornalista e saggista. Nel 1714 addirittura entrò come spia nella redazione dei suoi oppositori, i giacobiti. Scoperto sei anni dopo fu costretto ad abbandonare il giornalismo. In questo periodo scrisse Robinson Crusoe (pubblicato nel 1719), Memorie di un cavaliere, il capitano Singleton e numerose false autobiografie.

Giusy Celeste

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