Medvedev, quando scenderai dalle montagne russe e diventerai numero 1?

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Di Redazione Metropolitan

In una recente intervista all’agenzia stampa spagnola EFE Shamil Tarpíschev, capo della federtennis russa, ha dichiarato di vedere Daniil Medvedev sul tetto del mondo del tennis l’anno prossimo. Per il numero uno del tennis russo Medvedev sarà in grado di vincere almeno uno Slam e raggiungere la prima posizione del ranking mondiale. Sarà così? Forse. Anche l’anno scorso ci si era sbilanciati in un simile pronostico, ma il moscovita non è stato abbastanza continuo e non ha centrato alcuni bersagli importanti. Nel finale di stagione però è tornato a essere la macchina calcolatrice (quasi) perfetta che avevamo visto l’anno scorso, riaprendo così il discorso su quando e se Medvedev avrebbe guardato tutti dall’alto.

Un 2019 con tanti picchi

Dopo l’exploit impressionante dell’estate-autunno 2019, ci si era posti lo stesso quesito di oggi, forse con un briciolo di ottimismo in più, dato che all’epoca Medvedev aveva completamente stravolto il circuito; quest’anno, per l’appunto, qualcosa di più ce lo si aspettava già, ma in parte il moscovita non è stato all’altezza delle aspettative. Se si guarda il suo l’andamento negli ultimi due anni, sembra proprio che il russo soffra di una sindrome da montagne russe. A periodi di grande tennis ne seguono altri decisamente più negativi, a cui ne seguono, a loro volta, altri ancora strepitosi. Certo, non sembrerebbe un andazzo così raro nel mondo del tennis.

Giocando tanto e al massimo per più tornei consecutivi, è normale avere dei momenti di calo fisico e mentale. In Medvedev questo sembra apparire in modo ancora più evidente, considerando il suo enorme potenziale. Persino l’anno scorso, quando subito dopo la semifinale e la finale ottenute sulla terra di Montecarlo e Barcellona, Medvedev non era riuscito a superare il primo turno a Madrid, Roma e Parigi e Stoccarda. Un mese dopo invece era iniziata la sua striscia di finali consecutive conclusasi a metà ottobre in Cina. Poi, di nuovo, fuori al primo turno di Parigi-Bercy e sconfitta in tutt’e tre le partite alle Finals di Londra (queste sì, giustificate da mesi senza riposo tra un torneo e l’altro).

Medvedev
Medvedev con il titolo vinto a Shanghai – Photo Credit: Getty Images

Un 2020 decisamente più altalenante

Il 2020 si apre per come si era chiuso il 2019, con il moscovita che nel totale dei match a Melbourne, Rotterdam e Marsiglia vince appena quattro partite. Al ritorno in campo ad agosto dopo la sospensione la musica non cambia tanto e a Cincinnati riesce a battere solo Giron e Bedene, venendo eliminato poi ai quarti da Bautista-Agut. Qui però ritorna il picco delle montagne russe e agli US Open arriva in semifinale, dove perderà con il futuro campione, Dominic Thiem. Subito dopo di nuovo giù con appena tre partite vinte tra Amburgo, Parigi (fuori al primo turno), San Pietroburgo e Vienna.

A questo punto si pensa che la stagione di Medvedev sia stata abbastanza fallimentare, ma a novembre esplode nuovamente quel tennis tanto celebrale quanto devastante, e prima a Parigi-Bercy mette in bacheca il terzo Master della carriera e poi a Londra gioca delle Finals impeccabili, vincendo tutte le partite e battendo la Top 3 del tennis mondiale, il trittico Djokovic-Nadal-Thiem. Allora Medvevev ritorna prepotentemente al centro dei discorsi sul presente e futuro del tennis mondiale, portando tanti, compreso Tarpíschev, a inquadrarlo in certi contesti vincenti.

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Medvedev con il trofeo delle Finals di Londra – Photo Credit: Clive Brunskill/ Getty Images

Medvedev può diventare davvero numero 1 nel prossimo futuro?

La risposta è sì, se appunto si considerano i lampi di inconfondibile e abbacinante talento che il russo ha fatto intravedere nel 2019 e alla fine della stagione che si sta concludendo in queste settimane. E l’ha dimostrato anche a Londra: battendo un Djokovic che solo altri tre erano riusciti a sconfiggere quest’anno; un Nadal che, rapporto burrascoso con le ATP Finals a parte, veniva dal 13esimo Roland Garros in carriera; un Thiem che quest’anno ha vissuto la migliore stagione della sua carriera. Certo, non bisogna sovrastimare questi dati, ma non possiamo neanche fare finta che non significhino niente. Nei momenti di apice del suo tennis Medvedev probabilmente vedrebbe come rivali solo Nadal e Djokovic, che comunque non sarebbero così lontani.

Sulle superfici dure questo è assodato, sull’erba e sulla terra Medvedev deve certamente fare dei passi avanti, in primis andando ad ampliare un gioco ancora troppo poco variegato e spesso prevedibile, quindi vulnerabile. Trovare più soluzioni alternative alle martellate da fondocampo e perfezionare il gioco sotto rete lo renderebbero un avversario molto più temibile e su più superfici. Sì, Medvedev potrebbe vincere uno Slam l’anno prossimo e, perché no, anche diventare numero uno del mondo. Ma restano limiti interni (un gioco ancora non completo e affinato) ed esterni (Djokovic, Nadal e Federer) che il russo il prossimo anno deve assolutamente superare. Vero, mr. Tarpíschev?

ENRICO RUGGERI