Benvenuti nell’universo letterario di StoryLine. In occasione del settecentesimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri, abbiamo deciso di dedicare il nostro racconto di oggi al sommo poeta fiorentino. In particolare ci siamo ispirati ad uno dei motivi alla base della genesi della Divina Commedia.
Il fuoco strepitava come la sua mente all’inizio della settimana santa del 1300 mentre una leggera febbre arrossava il suo volto. Dante Alighieri aveva ancora negli occhi Beatrice e l’ultimo segreto istante in cui la vide mentre gli rimproverava di non aver avuto il coraggio di amarla liberamente perchè troppo attaccato a leggi, obblighi familiari e politici. “Farò qualcosa di grande come ti avevo promesso”, si disse in un misto tra sogno e delirio mentre ricordava le ultime parole di Beatrice. “Ricordati di me, di questo mondo terribile che ci ha diviso. Ricordati delle tue ipocrisie e di ciò che non avesti il coraggio di vivere. Racconta al mondo che cos’è il vero amore che ha perduto”, gli aveva detto con le ultime forze prima di spirare a causa di un parto.
Dante Alighieri, l’inizio di un amore
Forse ora il mondo era diventato pieno di battaglie e discordie eppure se lo ricordava tranquillo quando ripensò alla prima volta che l’aveva vista. Era una mite giornata di primavera, di quelle che il sole illuminava Firenze dandole una luce dorata. Dante Alighieri si avvicinò timidamente sentendosi quasi impuro al cospetto di quella che riteneva un’apparizione divina. Poi un semplice saluto ed un sorriso lo riportarono ad una dimensione più umana dandogli il coraggio di avvicinarsi. “Grazie per il saluto Madonna”, disse semplicemente. “Beatrice, solo Beatrice ma voi dovreste saperlo visto che abitate qui nei dintorni”, sentenziò la giovane. “A volte ciò che è vicino può apparire più sconosciuto e misterioso di ciò che è lontano”, rispose. Ne segui una risata che fu l’inizio di una serie d’incontri amichevoli di buon vicinato.
Dante si rigirò nel letto sognando ancora il volto di Beatrice come se si sfocasse sempre di più tra i deliri della febbre. Poi improvvisamente gli apparve di nuovo nitido quel giorno che ebbe il coraggio di rivelarle alcuni suoi versi che inizialmente aveva tenuto segreti. “Dite che siete un poeta e allora fatemi sentire alcune delle vostre poesie”, gli chiese Beatrice dopo averlo incontrato per caso al mercato in compagnia di alcune amiche. “Tanto nobile d’animo e tanto piena di decoro è la donna mia, quando rivolge ad altri il saluto, che ogni lingua diviene, tremando, muta, e gli occhi non hanno il coraggio di guardarla”, le rispose. “Bella”, gli rispose semplicemente. “Non è finita”, continuò Dante. La fine infatti Beatrice la scopri solo qualche giorno dopo quando Dante ebbe il coraggio di rivelarle chi era quella donna e le strappo un bacio che segnò per sempre il suo destino.
La fine del saluto
Dante si ricordò di non aver mai parlato pubblicamente dell’amore per Beatrice e di averlo intenzionalmente spiritualizzato nei suoi versi per non corromperli con quella che giudicava una troppo umana passione. Questo non era mai piaciuto a Beatrice che, tuttavia, aveva sempre sperato in un amore libero da schemi e preconcetti. Speranze rese definitivamente vane quando la famiglia concordò il suo matrimonio con Simone de’Bardi. Dante non mosse un dito perchè a suo dire bisognava preservare Beatrice dal pubblico scandalo ma non per questo smise di amarla.
Questo per la sua musa ispiratrice non fu abbastanza tanto che gli tolse anche il saluto, ignorandolo per strada e fingendo di non conoscerlo. La cosa peggiorò quando Dante dovette far fronte anche lui ad un matrimonio concordato. Al poeta non rimase che il ricordo forte di una passione giovanile e la rabbia per non aver lottato per quello in cui credeva per le leggi di un mondo che diventava sempre più miserabile. Poi quando Beatrice era fin di vita la rivide assistendo all‘ultima richiesta di un amore mai del tutto sbocciato.
Epilogo
Dante si risvegliò nel cuore della notte madido di sudore a causa delle febbre. Aprì la finestra della sua stanza nel piccolo palazzo di campagna dove si trovava e dove si era fermato dopo l’incontro segreto. Di fronte a lui una selva oscura così come quella in cui si era perso nella sua mente rifiutando la purezza del vero amore. “Tutto deve partire da qui dall’inferno dove sono precipitato e arrivare fino al paradiso”, si disse guardando le stelle su in cielo. Di certo sapeva che ella sarebbe stata la sua guida in questo viaggio per la redenzione.
Stefano Delle Cave