
Nel canto 16 del Purgatorio, Dante e Virgilio si trovano nella terza cornice. L’atmosfera è prevalentemente uggiosa. Infatti una fitta nube di fumo, si espande intorno ai due poeti. In questo canto Dante e Virgilio, incontrano le anime dannate degli iracondi. Da qui si presenta l’anima del dannato Marco Lombardo. Inizia un discorso sul libero arbitrio e la confusione dei poteri. Alla fine del canto, tre figure anziane, vengono a contatto con Dante e Virgilio e simboleggiano le virtù.
Nel buio pesto, Dante prosegue il cammino, solo grazie a Virgilio che lo guida. Un canto in sottofondo, attira l’attenzione del poeta fiorentino. Le anime intonano l’Agnus Dei. Un canto di misericordia, che i dannati intonano all’unisono. Virgilio spiega a Dante, che quelle anime sono gli iracondi. Tra queste anime, ne emerge una, quella di Marco Lombardo. Un uomo che in vita aveva una virtù cortese, che ormai sulla Terra è andata persa. Il dannato, esorta Dante a pregare per lui, una volta tornato nel mondo dei vivi.
Il discorso sul libero arbitrio e i tre esempi di virtù

L’anima del dannato Marco Lombardo, inizia con Dante un discorso sul libero arbitrio. Il penitente, afferma che l’uomo è mortale e cieco nelle sue vedute. Pensa che le sue stesse azioni, derivano dall’assetto celeste. Ma gli avvenimenti in realtà sono solo frutto del libero arbitrio dell’uomo stesso. Il quale ha la facoltà sempre e comunque di scegliere tra il bene ed il male. Il dannato smentisce così categoricamente, che il mondo celeste possa in qualche modo influenzare la scelta terrena umana.
Alla fine del canto, a Dante e Virgilio, vengono indicati tre anziani. Sono: Corrado da Palazzo, il buon Gherardo e Guido da Castello. I tre, simboleggiano l’età antica e le virtù, che ormai sono scomparse sulla Terra. Lasciando, secondo il dannato Marco Lombardo, ampio spazio alla corruzione e alla cattiva condotta. Prima che, i primi raggi del sole, possano penetrare nel fitto fumo della terza cornice, il dannato si congeda. Rimangono così Dante e Virgilio, pronti a lasciarsi alle spalle, le tenebre del fumo, per proseguire verso la luce della prossima cornice.
a cura di Chiara Bonacquisti
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