Danza del ventre, storia e curiosità della disciplina orientale

Foto dell'autore

Di Marianna Soru

Nel nuovo appuntamento con Passi di danza parliamo di danza del ventre. Sebbene non rientri tra i canoni tradizionali di tutù e punte, e sia soggetta a forti pregiudizi, ha alle spalle una lunga storia e tradizione.

Questo tipo particolare di danza nasce infatti in oriente. Il nome stesso “raqs sharqi”, رقص شرقي, danza dell’est, fa riferimento al mondo arabo orientale. Infatti, nasce nelle corti principesche del Medio Oriente. In un’accezione più ampia, fa riferimento a tutte le versioni di questo tipo di danza. Chiaramente, ne esistono diversi tipi e diversi stili, sviluppatisi sia nel corso del tempo sia in aree diverse. Si sviluppa principamente in Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e dei paesi arabi, eseguita soprattutto, ma non esclusivamente, dalle donne, almeno all’inizio.

Curiosità sulla danza del ventre

Molti non sanno, per esempio, che la danza del ventre è fatta anche dagli uomini. Addirittura, esistono diversi stili che sono di esclusivo campo maschile, così come ne esistono a solo campo femminile. Quelli dedicati al folklore invece, sono generalmente misti. In ogni caso, è espressione di femminilità, sensualità e vitalità. Ne esistono diversi tipi: stile Hawzi, quello tradizionale, stile Šarqī, tipico del Novecento (che ha anche qualche passo di danza classica). Ancora, lo stile Baladī o Sayydi, che punta tutto ai movimenti di bacino, e lo stile Ša’abī, che prevede l’utilizzo di coreografie complesse e di 7 veli.

A proposito di accessori, ci si concentra sui veli: velo e doppio velo, svariati tamburelli, candelabri, spade. È tutto molto scenografico e suggestivo. La disciplina prevede una grande capacità di movimento e di coordinazione. Le danzatrici del ventre, soprattutto in ambito occidentale, sono spesso soggette a giudizi sul fisico. O, ancora, le ballerine di danza del ventre sono considerate poco serie: questo non riflette la realtà, in quanto si tratta di una danza che richiede anni di studio e forte perseveranza.

Marianna Soru

Seguici su
Instagram
Facebook
Metrò