Dazi Usa, prodotti e conti italiani a rischio

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Di Redazione Metropolitan

Usa, continuano in questi giorni le negoziazioni con il ministro americano Pompeo per difendere i prodotti italiani dai dazi, intanto a palazzo Chigi irrompono le Iene

Prodotti italiani a rischio dazi Usa, l’Italia risponde: “Non è facile, ve lo dico. Ma ce la metterò tutta”. Queste le parole del premier Giuseppe Conte risalenti al 28 settembre, durante il suo intervento a Bologna al villaggio Coldiretti. Anticipava quello che sarebbe stato l’incontro di ieri con il segretario di Stato Usa Mike Pompeo, per discutere con il Governo sulla questione dei dazi. Che dazi? Quelli che l’amministrazione Trump ha intenzione di imporre sui prodotti dell’eccellenza italiana con una serie di spiacevoli conseguenze.

Si parla, infatti, dell’aumento delle tariffe fino al 100% del valore delle merci. Ciò non solo porterà i consumatori a desistere dall’acquisto di prodotti troppo costosi, ma significherà anche un danno per le casse italiane difficile da quantificare. Per l’agroindustria italiana il mercato americano vale, secondo le fonti Ice, 5,2 miliardi di dollari. L’imposizione di dazi così elevati porterebbe ad una perdita economica significativa. Il premier quindi avverte: “nonostante gli ottimi rapporti, anche personali, tra i due Paesi, siamo in un quadro di negoziato in cui gli Stati Uniti difendono i loro interessi nazionali, come anche noi difendiamo i nostri”. 

L’immagine, dunque, ha un profilo incerto, che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, commenta affermando che “dobbiamo essere più uniti in chiave europea, perché solo come Europa possiamo rispondere alle sfide dei dazi imposti dai grandi paesi”. Ancora non si hanno notizie a proposito di quello che è stato l’incontro tra i vertici, si aspetta quello con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e con il Papa

Cosa cambierebbe

Ma nel concreto, cosa significherebbe per i consumatori statunitensi acquistare prodotti italiani afflitti da un dazio del 100%? Le filiere interessate sono quelle agroalimentari. Stiamo parlando di formaggi dop come Parmigiano, Grana Padano, di Mozzarella, vini e prosecchi, pasta, olio extravergine d’oliva, salumi, caffè, liquori. Facendo i conti in tasca agli americani, acquistare questi prodotti con il dazio che si sta pensando di applicare, non converrebbe affatto.

Fonte: la rassegna.it

Ad esempio, una bottiglia di prosecco che in Italia può costare dai 5 ai 6 euro, negli States arriverebbe a costare l’equivalente in dollari di 20, 30 euro, a fronte degli attuali 15. Il valore dell’olio si innalzerebbe esponenzialmente, passando dall’equivalente in dollari di 12 euro a 25, olio che in Italia costa circa 8 euro al litro. Ma gli sbalzi più alti e sconvolgenti sono quelli che riguardano la mozzarella, il prosciutto e i formaggi. Secondo Coldiretti e quanto riporta il Corriere della Sera di ieri, per un etto di prosciutto di Parma o San Daniele, che in Italia costa dai 28 ai 34 euro al chilo, in America si spendono fino all’equivalente in dollari di 60 euro. Con l’aumento causato dai nuovi dazi, per lo stesso etto, si supererebbero i 70-90 euro al chilo.  È sempre del consorzio l’analisi sull’impennarsi del prezzo della mozzarella, che toccherebbe addirittura gli 82 euro al chilo. Un chilo di Grana Padano, attualmente in commercio negli Usa all’equivalente di 30-35 euro (in Italia si trova a 10-15 euro), arriverebbe a costare 60-70 euro e, informano dalla Coldiretti, “in questo caso saremmo fuori mercato”.

E sembra essere proprio la difesa ad ogni costo dei formaggi ad aver motivato il blitz delle Iene nel salone d’onore di palazzo Chigi a Roma

Il blitz delle Iene: cosa è successo

Un’ inviata del seguitissimo programma di Italia Uno, Alice Martinelli, ha fatto irruzione nel salone durante l’incontro tra Pompeo e Conte. La Iena si avvicina indisturbata ai due, consegnando al segretario di Stato statunitense uno fra prodotti a rischio dazio, un pregiato Parmigiano delle vacche rosse stagionato 30 mesi. Si rivolge a Pompeo, presentandolo come un dono e lo invita a portarlo a Trump: chiara provocazione nei confronti del Presidente. Il ministro sembra divertito e lo accetta, meno felice invece è il Presidente del Consiglio. Seppur visibilmente irritato, Conte invita cortesemente la giornalista ad allontanarsi. Lasci fare a me il Presidente del Consiglio, lei si accomodi fuori. Non è così che si difende l’Italia”. Per quanto riguarda il formaggio, è stato restituito ai mittenti.