Dehors, ecco la soluzione per chi ha bisogno di più spazio

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Di Redazione Metropolitan

L’arrivo dell’estate permetterà a bar, ristoranti e simili di installare i dehors e sfruttare lo spazio esterno, in modo da garantire il servizio a più clienti possibile.

Le nuove regole su dehors e occupazione di suolo pubblico vogliono favorire la ripresa delle attività che più hanno sofferto durante la quarantena. La burocrazia sarà minima e le tasse azzerate

Mai come in questo periodo i titolari di bar, ristoranti e non solo hanno desiderato sfruttare i dehors. Questi ultimi sono normalmente utilizzati per aumentare i posti per i clienti durante l’estate, e visto il momento che stiamo vivendo sono ancora più importanti.

E proprio a queste attività che si rivolge il Decreto Rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio ed entrato in vigore questa notte. Le imprese di pubblico esercizio saranno infatti esentate dal pagamento delle Tosap e Cosap, rispettivamente tassa e canone per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. L’agevolazione, di natura temporanea, durerà fino al 31 ottobre, per un totale di quasi 5 mesi.

La speranza è che in questo periodo le attività di ristorazione, turismo e cultura (librerie, biblioteche, circoli ecc…) possano in qualche modo riprendersi. Una maggiore quantità di spazio a disposizione nei dehors significa poter servire un maggior numero di clienti, i quali devono sempre rispettare il distanziamento sociale.

Un dehor (Sprech)

CNA di Pisa: “Servono misure omogenee”

I punti più critici del Decreto sono il limitato gruppo di attività che ne beneficiano e ordine sparso delle azioni dei Comuni (articolo 181). Punti che la CNA (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa) di Pisa ha prontamente criticato:

Nell’attuale formulazione le imprese artigiane come pizzerie a taglio, gelaterie, pasticcerie ecc. non sono ammesse all’esonero del pagamento della Tosap, con una evidente discriminazione nei confronti di decine di migliaia di attività che sono state fortemente penalizzate dalla crisi epidemiologica. Inoltre le imprese artigiane alimentari che rientrano nel settore della ristorazione con il Codice Ateco 56 e che effettuano la vendita dei prodotti con consumo sul posto non possono chiedere l’utilizzo di spazi ulteriori, attigui o dislocati, così da garantire le distanze di sicurezza previste dai protocolli