Probabilmente uno dei fatti di cronaca più misteriosi degli ultimi anni. Denise Pipitone è la bambina scomparsa il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani.

All’epoca dei fatti, la piccola aveva quasi quattro anni; la sparizione avvenne nei pressi della casa della nonna materna.

Denise Pipitone, un caso irrisolto

Denise Pipitone - Photo Credits: ilriformista.it
Denise Pipitone – Photo Credits: ilriformista.it

Nata il 26 ottobre del 2000, Denise Pipitone scompare a Mazara del Vallo la mattina dell’1 settembre 2004. Qui, era affidata alle cure della nonna materna e giocava a inseguire un cuginetto in compagnia della stessa nonna. La madre, Piera Maggio, non era presente in quanto, al tempo, stava frequentando un corso di informatica. L’ultimo avvistamento della piccola è da parte di una zia che la vide intorno alle 11:45, vicino a un marciapiede, in strada. Una volta a casa, la madre Piera dà l’allarme dell’avvenuta sparizione il giorno stesso. Negli anni, in seguito alla scomparsa di Denise Pipitone, si sono susseguiti numerosi presunti avvistamenti:

  • Milano, 18 ottobre 2004: Denise viene avvistata in compagnia di alcune persone rom nei pressi di un istituto bancario: una guardia giurata riesce a filmare la piccola. Nello stesso filmato si sente chiamare la bambina “Danas” e la si sente chiedere a una donna dove la stesse portando;
  • Russia, 31 marzo 2021: le ultime vicende di cronaca hanno come protagonista la Russia. Un’infermiera residente in Val Seriana segnala al programma Chi l’ha visto? una somiglianza fra Denise Pipitone e una ragazza russa partecipante a una trasmissione televisiva: ”Lasciali parlare”. La ragazza è in cerca della madre; il suo nome, ricevuto in orfanotrofio, è Olesya Rostova. Viene comunicato privatamente il gruppo sanguigno della ragazza all’avvocato di Piera Maggio, Giacomo Frazzitta: l’avvocato, tuttavia, annuncia che non è compatibile con quello della piccola Denise affermando che avrebbe, in ogni caso, informato la Procura di Marsala.

Denise Pipitone: indagini e ipotesi

Le ricerche della bambina si avviarono immediatamente, tuttavia, senza produrre alcun riscontro. Solo dopo un mese, come sopracitato, ci fu il primo avvistamento a Milano da parte di una guardia giurata: era l’ottobre del 2004. Denise si sarebbe trovata insieme a un gruppo rom: tale informazione inizia ad avvalorare l’ipotesi del rapimento. Tuttavia, negli anni si sono susseguiti diversi spunti e ulteriori supposizioni: tutte, però, si sono successivamente concentrate all’interno dell’ambiente familiare allargato. Denise è infatti figlia di Piera Maggio e Pietro Pulizzi: i due si innamorano, lasciano i rispettivi partner e dalla loro unione nasce la bambina. Piera è sposata con Toni Pipitone da cui ha un figlio, Kevin, nato nel 1993; Pietro è sposato con Anna Corona da cui ha due figlie. La madre di Denise ha sempre sostenuto un’ipotesi: secondo la donna, nella scomparsa della bambina sono coinvolte sia l’ex moglie, Anna Corona, sia la figlia di Pietro, Jessica Pulizzi, già autrici di minacce e violenze nei loro riguardi. La sorellastra avrebbe agito, probabilmente, per gelosia nei confronti della bambina nata dalla nuova relazione del padre.

Processi e sviluppi

L’ultima ricostruzione proposta dagli inquirenti attestò che il rapimento di Denise Pipitone avvenne per mano della sorellastra Jessica; complici la madre, Anna Corona, e l’ex fidanzato Gaspare Ghaleb. I motivi sarebbero vendetta e gelosia. Successivamente, la posizione di Anna Corona fu archiviata dal gip di Marsala nel dicembre 2013. Il 18 gennaio 2010, il Giudice dell’udienza preliminare di Marsala rinviò a giudizio Jessica Pulizzi: le accuse della ragazza erano concorso in sequestro di minorenne. Secondo l’accusa, la mattina del 1 settembre 2004, la Pulizzi prelevò Denise Pipitone con l’intento di portarla a casa del padre Pietro, per avere conferma che fosse sua figlia; non trovandolo consegnò la piccola a persone non identificate. Il Tribunale di Marsala assolse Jessica, il 27 giugno 2013, per insufficienza di prove. La Corte d’appello di Palermo, il 2 ottobre 2015, confermò l’assoluzione. La vicenda si conclude con la prescrizione del reato e, quindi, con un nulla di fatto: il 19 aprile 2017 la Cassazione, infatti, confermò in via definitiva l’assoluzione di Jessica Pulizzi, sottolineando al contempo l’esistenza di un movente valido e comprovato.

Foto in copertina: Denise Pipitone – Photo Credits: unionesarda.it