La depressione è un disagio mentale che affligge migliaia di persone in Italia ed è, come molti disturbi mentali, una malattia troppo spesso sottovalutata e passata sotto silenzio. Attualmente la questione è salita alla ribalta dopo il caso di Marco Bellavia che ha abbandonato il Grande Fratello Vip dopo essere stato stigmatizzato e bullizzato dagli altri concorrenti per i suoi problemi mentali che avevano invece radici profonde. Occorre dunque maggior sensibilizzazione su un problema per cui la scienza ha ultimamente fatto un grande passo in avanti. Un team di studiosi americani ha infatti scoperto che potrebbe essere possibile curare la depressione ed altri disturbi più gravi come il disturbo da stress post-traumatico con la manipolazione dei nostri ricordi attraverso la terapia psicologica

La depressione in Italia e il caso Bellavia

Depressione, fonte dnasalus.it

Il caso Bellavia e i fatti del Grande Fratello Vip hanno accesso riflettori su una malattia troppo spesso sottovalutata e stigmatizzata come la depressione. Un disagio mentale di cui in realtà nel nostro paese ne soffrono, secondo i dati Istat, 2,8 milioni di persone con le percentuali in crescita a seconda dell’età e del livello d’istruzione. D’altronde la depressione, soprattutto se correlata all‘ansia, è stata definita dall‘OMS “il male del secolo” che colpisce sempre più persone. Eppure nel nostro paese troppo spesso non se ne parla ed un occasione per porre l’accento su questo è stato proprio il caso Bellavia. Stiamo parlando dell’ex storico presentatore di Bim Bum Bam che ha lasciato la casa del Grande Fratello Vip dopo essere stato bullizzato a causa dei suoi problemi psicologici.

In questo caso il fatto è stato dunque aggravato non solo dal malessere di Bellavia quanto dallo stigma che troppo spesso colpisce le malattie mentali. A questo si aggiunge il bullismo che sarebbe stato scatenato da un’ipotetica assurda finzione dello stesso Bellavia. Un fatto, che per il professor Dario Davì, psicologo e psicoterapeuta, docente di Psicologia dinamica e Psicologia dei gruppi presso l’Università Niccolò Cusano, richiede maggiore sensibilizzazione rispetto ai sintomi e ai comportamenti di chi soffre di depressione, per favorirne il riconoscimento e orientare il proprio comportamento in termini di rispetto verso la condizione di chi ne soffre, comprendendo innanzitutto che un simile comportamento non si risolve con una sollecitazione semplice”. In poche parole bisogna capire che la depressione è una malattia compressa che si può vincere con una determinata terapia psicologica.

Le scoperte americane

In tal senso diventa eccezionalmente importante la scoperta scientifica realizzata dai neuroscienziati della Boston University. Tutto parte dal principio che la nostra memoria è malleabile e tende a depotenziare i ricordi specie se sono negativi. Ecco perchè, spiega il ricercatore Steven Ramirez, “la memoria non è una registrazione video del passato, bensì una sua ricostruzione. La nostra idea da un milione di dollari è: e se nel cervello esistesse già una soluzione per alcuni di questi disturbi mentali? E se la memoria fosse un modo per arrivarci?”. Per questo Ramirez e il suo team hanno scoperto, analizzando il funzionamento delle rete cellulari dell’ippocampo che i ricordi emotivi sono diversi dagli altri. Essi si dividono in positivi e negativi e sono presenti in zone diverse nel nostro cervello

Lo studio dell’università di Boston ha poi dimostrato sfruttando le potenzialità della memoria emotiva, attraverso l’ulilizzo di topi da laboratorio studiati attraverso l’optogenetica, che è possibile stimolare artificialmente ricordi buoni per ridurre l’impatto di quelli cattivi. Secondo la ricercatrice Stephanie Grella, è possibile infatti “intervenire direttamente sull’ippocampo con strumenti come la stimolazione magnetica transcranica o la stimolazione cerebrale profonda. In questo caso si tratterebbe di procedure invasive, certo, ma da valutare in base ai disturbi correlati”.
Una scoperta importante che può permettere la cura di disturbi mentali come la depressione, l’ansia ed altre fobie attraverso la stimolazione di ricordi positivi che riducano il volume di quelli negativi senza psicofarmaci con la psicoterapia e la stimolazione magnetica.

Stefano Delle Cave

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