Di Maio assicura che non ci saranno condoni nello Sblocca Cantieri

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Di Redazione Metropolitan

Luigi Di Maio rassicura l’opinione pubblica sul fatto che nel decreto Sblocca Cantieri non sarà presente nessun condono edilizio. Stesso discorso per quanto riguarda la liberalizzazione degli appalti.

Parole inequivocabili quelle del Ministro del lavoro che afferma:

“La paternità dello Sblocca cantieri è del ministero delle Infrastrutture e del Mise, ecco perché vi abbiamo lavorato noi. Di fronte alle buone proposte, pronti ad accoglierle, ma condoni no, Non li faremo passare”.

Cosa prevede il decreto Sblocca Cantieri

Il decreto discusso nel Consiglio dei ministri si compone di ventitré pagine e nasce con lo scopo di incentivare gli investimenti alle imprese. Diverse le novità introdotte in tema fiscale, al punto che si è parlato addirittura di una nuova manovra economica per rilanciare il paese.

Nel testo sono presenti modifiche al codice dei contratti pubblici, interventi strutturali nelle zone a rischio sismico, e l’istituzione di una nuova agenzia nazionale per la sicurezza delle dighe.

Una novità molto importante riguarda l’aggiudicazione degli appalti pubblici, che sarà effettuata tramite il criterio del minor prezzo. Il principio sarà dunque che lo stato nell’assegnare un appalto, dovrà necessariamente tenere in considerazione l’offerta economicamente più vantaggiosa.

Non sarà dunque presente il condono edilizio fortemente voluto dalla Lega, che però ha ottenuto in cambio l’eliminazione della proposta dei 5 stelle riguardante nove mini opere da commissariare nel Sud Italia.

Un compromesso è stato trovato anche per quanto riguarda l’istituzione della figura del commissario straordinario. Potrebbe essere più di uno, come avevano proposto i 5 stelle e la Sicilia avrà l’istituzione di un commissario ad hoc con l’esclusiva responsabilità della regione.

Intervistato sul decreto, Matteo Salvini ha affermato che:


“Il decreto che arriverà in Consiglio dei ministri deve sbloccare davvero i cantieri, tutti i cantieri e far ripartire l’edilizia pubblica e privata in tutta Italia, oppure non servirà. L’Italia non ha bisogno di aspirine ma di una rivoluzione”.