Il diavolo veste Prada in 5 iconiche frasi

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Di Redazione Metropolitan

Nel 2006 usciva al cinema Il diavolo veste Prada e orde di donne – e uomini perché no? – sognarono di lavorare nella più prestigiosa rivista di moda: Runway nella finzione, Vogue nella realtà. Film stupendo con una Meryl Streep eccezionale nei panni della perfida Miranda Priestly e la dolce Anne Hathaway – ma anche Stanley Tucci e Emily Blunt.

La gavetta in un mondo di squali

Se c’è una domanda che Il diavolo veste Prada ci fa sorgere spontanea è: ma chi glielo fa fare? Chi glielo fa fare a Andy (Anne Hathaway), aspirante giornalista con un curriculum da favola, di fare la schiava in un mondo competitivo e assolutamente fuori dalle sue corde come quello della moda?

Chi glielo fa fare di sopportare le angherie di un capo crudele e spocchioso come Miranda? Di avere a che fare tutto il giorno con persone che ritiene scialbe, superficiali e aggressive? Ma in fondo la vera domanda che ci viene è un’altra: cosa siamo disposte a fare pur di lavorare? Perché la parabola di Andy è un po’ quella di molti di noi, eterni stagisti in un mondo che ci spreme fino all’ultima goccia.

Il diavolo veste Prada - Fonte: web
Anne Hathaway è Andy in Il diavolo veste Prada – Fonte: web

Per questo forse Il diavolo veste Prada è un film così riuscito. Ci mette di fronte a quelle che sono le nostre aspirazioni e sogni facendoci scontrare con la realtà. Ci fa capire chi siamo e cosa vogliamo fare, a quali compromessi siamo disposti pur di raggiungere i nostri obiettivi. In un mondo di apparenza, come quello della moda, Andy scoprirà molte cose su se stessa – e noi con lei. Dietro ai tacchi a spillo e alle borse griffate si nasconde una realtà fatta di sudore, impegno e dedizione.

Oltre a tutto questo, Il diavolo veste Prada è una fonte infinita di citazioni ormai divenute cult. Vediamone alcune!

Il maglioncino ceruleo

Il ceruleo è stato probabilmente il colore del 2006. Come mai? A causa del semplice discorso che Miranda Priestly fa a una sprovveduta Andy su come il “combattere” la moda sia un modo ridicolo e superficiale di essere effettivamente alla moda.

Il diavolo veste Prada - Fonte: web
Meryl Streep è Miranda Priestly

Tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te. Tu apri il tuo armadio e scegli, non lo so, quel maglioncino azzurro infeltrito per esempio, perché vuoi gridare al mondo che ti prendi troppo sul serio per curarti di cosa ti metti addosso, ma quello che non sai è che quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo, e sei anche allegramente inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent se non sbaglio a proporre delle giacche militari color ceruleo. […] E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stilisti. Dopodiché è arrivato a poco a poco nei grandi magazzini e alla fine si è infiltrato in qualche tragico angolo casual, dove tu evidentemente l’hai pescato nel cesto delle occasioni, tuttavia quell’azzurro rappresenta milioni di dollari e innumerevoli posti di lavoro, e siamo al limite del comico quando penso che tu sia convinta di aver fatto una scelta fuori delle proposte della moda quindi, in effetti, indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti… in mezzo a una pila di roba.

L’intramontabile Chanel

Ok, ora Chanel, hai un disperato bisogno di Chanel.

Chanel è il simbolo per eccellenza dell’eleganza. Una firma imprescindibile che è più un modo di essere che semplice moda. Per questo Andy, secondo il Nigel di Stanley Tucci, ha un disperato bisogno di Chanel per la sua trasformazione, interiore più che estetica.

Il diavolo veste Prada - Fonte: web
Andy e Nigel

Basta fiori, vi prego!

La primavera chiama fiori, è vero…ma basta! Quello di Miranda è un appello al buon senso di tutti voi: ascoltatelo!

Floreale? In primavera? Avanguardia pura!

Luoghi comuni: per essere competenti bisogna essere sciatte?

Mi sono detta, provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa. Avevo una speranza, mio Dio, io vivo di speranze. Comunque alla fine mi hai deluso più tu di… di tutte le altre ragazze galline.

Andy non è certamente grassa, lo vediamo da noi. Ma nel mondo della moda la sua taglia 42 sembra essere effettivamente fuori misura e tutti glielo ricordano di continuo. Lei è stata presa per il suo curriculum, ma non sembra esserne all’altezza a causa dei suoi pregiudizi, del suo sentirsi superiore a tutti in Runway. Ma è davvero così? Miranda, con poco tatto le ricorda di no. E anche Nigel.

Tu non sai quanti personaggi leggendari siano passati in questi corridoi e, quel che è peggio, non ti interessa; perché tante persone si ammazzerebbero per lavorare qui e invece tu ci onori della tua presenza.

Gisele Bündchen e Emily Blunt

Un mix esplosivo di humor, caustica ironia e profonde emozioni quello de Il diavolo veste Prada, che rende il film indimenticabile e in grado di farci riflettere sulle scintillanti ombre del mondo della moda.

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