Quando il mito argentino Maradona era solo Diego, el pibe (il ragazzo) di Villa Fiorito.
Sono tante le immagini che hanno consacrato il mito di Diego Armando Maradona alla storia del calcio e, quindi, alla storia d’Argentina. Molte di queste sono contradditorie, altre sono magiche e alcune sono anche discutibili. Ma forse non tutti sanno molto del Diego di Villa Fiorito, la sua cittadina alle porte della Gran Buenos Aires, quando el pibe era un ragazzino che già incantava con il suo talento.
Una delle immagini più iconiche – e che descrivono meglio il personaggio Maradona – è l’immagine della copertina qui sopra. Con un Diego – Dieguito – che rincuora un ragazzo più grande di lui, dopo averlo battuto nella finale di un torneo per ragazzi. Un’immagine che, parere personale, può descrivere meglio di tutte le altre l’universo Diego. Anche più del gol di mano contro gli inglesi dell’86. Anche più del gol più bello della storia del calcio, la serpentina, sempre contro gli inglesi, sempre nell’86.
Il Diego di Villa Fiorito, il Dieguito delle Cipolline (Cebollitas), giocò una partita nel 1973 ai Giochi Nazionali Evita a Córdoba. Nella foto si vede un piccolo Diego intento a consolare Alberto Pacheco, giocatore del Corrientes appena eliminato dal torneo. Diego, nella sua biografia ha raccontato: “In quel torneo c’è una foto che non molti ricordano. Sono inginocchiato, consolando un giocatore molto più grande che piangeva. Il ragazzo era Alberto Pacheco, giocava a Corrientes, ed aveva perso la finale contro l’Entre Rios. Eravamo diventati molto amici perché papà, da buon correntino, andava a vedere tutte le lor partite”.
È con quel gesto minimo, e perso nel tempo, è con quello sguardo e quella mano rassicurante che Diego comprende la tristezza verso gli altri, accompagnandolo in silenzio, anche sapendo che non esiste consolazione per una cocente sconfitta. Diego, el Pibe di Villa Fiorito, in quel momento – probabilmente – ha capito il calcio. Ha capito tutto.
Ha capito di cosa si tratta giocare a quel gioco, di tutto quello che genera nelle persone e di cosa può essere in grado di svegliare nei ragazzi. Per quello questa immagine è così importante per descrivere Diego Armando Maradona: il fuoriclasse per antonomasia che giocava nel fango, empatico, che consola un amico sconfitto, che vuole la palla per divertirsi. Nonostante la fame, nonostante non ci fosse un futuro “semplice” o garantito, nonostante il passato scivoli via. Ma quel Diego – il Dieguito di Villa Fiorito – aveva già capito tutto.