‘’Diesel for the people. Diesel for the party’’ con queste parole il brand fondato negli anni ‘90, svela il suo show che ha molto dello spettacolo ma ancor di più di un rave, che come un club techno berlinese, alle ore 21.00 apre ad un vastissimo pubblico. Un appuntamento immancabile nella prima giornata della Milan Fashion Week SS24, che per la seconda volta in un anno, si allarga per dimensioni, permettendo a 6000 persone di prender parte allo show, diventando cornice di un concerto dove moda e musica si uniscono. Quella musica, che dall’arrivo del direttore creativo Glenn Martens, sembra suonare ininterrottamente nell’orecchio della fashion industry.
Diesel SS24: una cornice da concerto per un evento alla massima capienza
Un grande stage, 8 ore di musica co-hosted da NTS Radio, con una line-up di 5 dj internazionali che hanno smosso la platea dalle 18.00 alle 0.00, allungando lo show in un prima e dopo di sonorità techno, 7000 ospiti di cui mille insider e celebrity, che manca alla riuscita di uno show? Diesel ha voluto tutto, ma sopratutto ha voluto che il pubblico vivesse lo show divenendone parte. ‘’L’intento era proprio quello di aprirsi, svelarsi e farsi conoscere più da vicino’’ dice Glenn Martens quando a conclusione della sfilata gli viene chiesto il perché di questa apertura, e la risposta è possibile ritrovarla anche nella stessa identità del brand che dagli anni ‘90 veste di denim chiunque, senza distinguere il chi dal come. La location sicuramente ha permesso la realizzazione dell’impresa: lo Scalo Farini con il suo spazio industriale capace di ospitare migliaia e migliaia di persone, in fondo al quale è stato costruito un palco come quelli da concerto, dove dalle 18.00 alle 21.00 e poi dalle 22.00 alle 0.00 si sono succeduti nomi noti della techno music, per poi lasciare spazio alla collezione SS24 per il tempo di un’ora, tra le 21.00 e le 22.00, quando 74 look formati da abiti workwear e maglie logate, simbolo della youth culture 00s, hanno sfilato indossati da modelle e modelli per una collezione che annulla sempre più il concetto di genere.
La collezione dall’identità distressed
Una foto istantanea, che possa rimanere vivida nei ricordi dei partecipanti, è questo uno dei desideri di Martens che fa recapitare come inviti allo show, macchine fotografiche analogiche rigorosamente logate:
‘’Come la gente in un rave, si vorrebbe fotografare con gli occhi il secondo. Si tratta di riunire le persone per un momento analogico’’
dice, quasi lasciandosi andare a ricordi personali, il direttore creativo belga, perché in fondo gli abiti come le foto vogliono appartenere al tempo vissuto e non a quello sospeso del museo, come cimelio da esposizione. Ed è per questo obiettivo, quello di creare una collezione di abiti da usare e ‘’usurare’’, che vive il concetto ‘’distressed’’ della lavorazione del tessuto, che nella SS24 appare colmo di fori e patch. Una lavorazione, che per Diesel appare consueta, canonica, ma che questa volta diventa ancora più ‘’sofisticata’’, grazie a nuove strutture tessili come l’unione del jersey con il nylon. I boiler suit si dividono dalla zip, che separa i pantaloni dalla giacca. Gli scomparsi di pantaloni e top visti già nelle scorse collezioni tornano ma in un equilibrio strutturale reso possibile da cinghie che li tengono insieme. Il tutto rivestito da loghi, come per gli accessori tutti con la ‘’long D’’ e pattern diversi: floreali, camou, e con stampe cinematografiche. E sono proprio quest’ultime, che riportano le immagini di movie e scene di questi, a custodire un messaggio, svelato alla fine dello show.
Non solo musica ma anche cinematografia
Proprio quando tutto sembra finito, lo schermo sullo sfondo si illumina di rosso con scritte ad intermittenza che svelano un nuovo progetto di Diesel: il Diesel Film Festival. Un festival cinematografico che si svolgerà nello stesso spazio dello show fino al 24 Settembre, con una programmazione di 10 movie internazionali. Ancora una volta Diesel, a nome della moda, ribadisce l’importanza, insieme alla musica ed all’abito, della cinematografia. Quella macchina di desideri che ci veste e ci ascolta, proprio come un rave.
Luca Cioffi
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