Djokovic conquista il suo settimo titolo a Wimbledon e il 21esimo Slam

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Di Redazione Metropolitan

Nick Kyrgios dura mentalmente solo un set prima di autosabotarsi e permettere a Novak Djokovic di rimontare e ottenere il settimo titolo a Wimbledon con cui si affianca a Renshaw e Sampras. Per il serbo si tratta inoltre del 21esimo Major della carriera.

Kyrgios parte bene, Djokovic aspetta e pareggia

Per capire che l’approccio alla partita di Kyrgios – alla prima finale Slam della carriera contro uno che di finali ai Major ne ha disputate 32 – è esente da timori reverenziali e che l’australiano neanche sul palcoscenico del tennis per eccellenza non rinnega la sua folle natura, basta considerare il servizio da sotto effettuato già nel primo turno di battuta. Questo, insieme a un tweener, un ace di seconda e un colpo tra le game, fa parte degli abbellimenti disegnati da Nick attorno a un set comunque solido, giocato perfettamente al servizio e in cui ha saputo tenere a bada anche tatticamente un Djokovic che non ha mai avuto modo di giocare attorno all’avversario e prendere in mano il gioco.

Il 6-4 siglato in poco più di mezz’ora proietta verso un secondo set in cui il servizio il serbo capisce di dover cambiare marcia per colpire con più efficacia i punti ciechi del gioco di Kyrgios e di sfruttare i suoi blackout occasionali. È così che nel quarto game strappa la battuta addirittura a zero al tennista aussie, ottenendo un vantaggio che mette a repentaglio solo nell’ultimo gioco del parziale. Andando a servire per il terzo set infatti Djokovic commette un brutto doppio fallo e mette Kyrgios nelle condizioni di giocare tre palle break consecutive sullo 0-40. Il tennista di Canberra però dilapida completamente il tesoretto accumulato e permette a Nole di tenere la battuta e conquistare il set.

Nole sempre più nella storia del tennis

In apertura di terzo set Kyrgios concede subito due palle break, annullate dal numero 40 del mondo ma che comunque sono sintomo di un nervosismo già manifestato che si è certamente acuito alla fine del set appena perso in rimonta. Lo sbandamento definitivo avviene in seguito al break subito nel nono gioco in cui era avanti 40-0: durante tutto il cambio campo il giocatore australiano inveisce ripetutamente contro il proprio box, allontanandosi mentalmente da una partita che intanto Djokovic prende definitivamente in mano. Al serbo infatti non serve una crescita repentina ed esponenziale come quella avuta nel match contro Sinner per mettersi al comando del match, ma gli basta mantenere quel livello necessario a tenere sotto l’avversario in difficoltà.

Archiviato il terzo set sul il punteggio di 6-4, Kyrgios cerca di lasciarsi alle spalle l’ultimo game della seconda frazione e il nono gioco della terza e di ritrovare un po’ di serenità. Nel quarto set riesce a farlo e a trovare così anche più profondità e precisione, oltre a un servizio che torna a far registrare i numeri del primo set. Dal canto suo Djokovic non fa una piega e in sei turni di servizio concede appena cinque punti, di cui solo uno sulla prima, facilitando l’approdo dei due al tie-break che potrebbe assegnargli il titolo. Qui la tensione fa tremare troppo spesso la racchetta di Kyrgios che tra un urlo e l’altro verso il suo box spiana la strada a Nole che non si lascia pregare. Il serbo così affianca William Renshaw e Pete Sampras a quota sette Wimbledon vinti, andando a un titolo dal leader all-time Federer (fermo a otto). Nella classifica di Slam vinti però Djoker stacca lo svizzero salendo a 21 titoli messi in bacheca.

ENRICO RUGGERI

Photo Credit: via Twitter, @atptour

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