Non c’è un italiano che non abbia mai sentito nominare Don Lorenzo Milani. Era un artista e aveva studiato nella culla dell’arte, a Firenze; ma si innamorò del cristianesimo per non lasciarlo più. Mosso da un grande spirito evangelico, decise di dedicare tutta la sua vita all’istruzione e all’aiuto dei poveri e delle classi sociali più basse.

Su di lui, i fratelli Frazzi hanno creato un film intitolato Don Milani- il priore di Barbiana, molto ben realizzato, fedele alla vita reale.

Don Milani
Don Lorenzo Milani, web generico

Don Milani: la scuola di Barbiana

A Barbiana, cittadina che lo ospitava in quanto parroco della chiesa, nei pressi di Firenze, Don Milani fondò una nuova scuola dove trasmettere precisi insegnamenti e coscienza etica a persone con poche possibilità economiche: essere poveri di denaro non significava più essere poveri di cultura.

La sua metodologia era dialogica, fondata sulla collaborazione tra docente e ragazzi: in tal modo il docente poteva imparare dai ragazzi, ascoltando i loro più sinceri ragionamenti. La scuola diventava così un momento di svago.

Gli allievi erano a scuola dodici ore al giorno che erano, in realtà, molto piacevoli. Secondo il priore, era di particolare importanza l’insegnamento della lingua italiana, in quanto strumento di pensiero e di difesa, attraverso la lettura e la scrittura collettive.

Ai ragazzi, inoltre, insegnava la possibilità di rifiutare un dovere imposto dall’ordinamento giuridico; il diritto all’obiezione di coscienza che, in quegli anni in Italia era considerato apologia di reato: in tribunale fu dunque accusato di aver propagandato un comportamento considerato legge. La sua autodifesa fu scritta con l’aiuto dei ragazzi della scuola di Barbiana.

Il capolavoro: Lettera a una professoressa

Il testo Lettera a una professoressa è di certo il libro più famoso di Don Milani, scritto in collaborazione con i suoi studenti.

Lettera a una professoressa Don Milani
Copertina testo Lettera a una Professoressa, web generico

Quest’opera rappresenta un attacco diretto alla scuola del tempo, causa di forte dispersione scolastica, che pretendeva un buon background culturale precedente all’ingresso a scuola. Don Milani ed i suoi ragazzi, invece, si scagliarono contro le ingiustizie e le contraddizioni dell’istituzione scolastica, predicando la non-violenza e valorizzando la partecipazione attiva alla creazione della cultura. Infine, i piccoli autori, chiedevano una valorizzazione della cultura popolare, sempre più spesso demonizzata.

Se si perde loro (i ragazzi più difficili), la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

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