Benvenuti nell’universo femminile di LetteralMente Donna. Fare un viaggio tra poesia, spiritualità ed emozione. Parleremo di una grande poetessa italiana troppo spesso erroneamente dimenticata dal mondo culturale italiano. Abbiamo dedicato la puntata di oggi a Donata Doni e alle sue poesie
La formazione di Donata Doni si svolge essenzialmente all‘università di Padova. Qui studia Baudelaire e i simbolisti francesi da cui è fortemente influenzata. È un tipo di poesia che prevedeva l’uso della parola come un simbolo per raccontare la verità andando contro tutto ciò che è conformismo e ipocrisia. Per Donata Doni, al secolo Santina Maccarone, la poesia divenne invece espressione delle proprie emozioni e ricerca di Dio. La Doni ebbe infatti una forte formazione religiosa a cui diede un grande contributo la sua amicizia con Don Giuseppe De Luca, conosciuto dopo il suo trasferimento a Roma nel 1945.
Le opere e la poesia dimenticata di Donata Doni
Donata Doni è autrice di una poesia molto intima, forte e religiosa. L’amore per i versi inizia fin da giovanissima come si evince dai suoi quaderni ripresi in poi nel libro ”I frammenti dei giorni “ del 1963, lo stesso anno di “Il pianto dei ciliegi fioriti”. Cominciò a pubblicare le sue poesie nel 1940 con la raccolta “Amore di poesia”. 9 anni dopo con le poesie “Voce d’Amore” e “Già la vigna s’arrossa” vinse il Premio Nazionale “Estate Pesarese” . Le raccolte di poesie della Doni sono state pubblicate anche postume come “Il fiore della gaggia” , uscito l’anno dopo la sua morte a causa di una grave malattia.
I versi della Doni riflettono un’anima dolente fortemente religiosa e meditativa. Non manca inoltre una nota marcatamente autobiografica che richiama momenti importanti della sua vita. Le sue parole sono semplici e al tempo stesso profonde. Per questo le poesie della Doni hanno la capacità di trasmettere emozioni insolite. La sua è però una produzione letteraria troppo spesso dimenticata e ignorata dagli antologisti nonostante il suo grande valore.
Stefano Delle Cave