Donne alla guida: svolta storica per il regno ultraconservatore.
Dalla mezzanotte locale (le ore 23 italiane), in Arabia Saudita è infatti caduto il divieto, che ne faceva l’ultimo paese al mondo a non riconoscere ancora questo diritto alle donne. Esse dovevano fare affidamento su mariti, fratelli o autisti per recarsi al lavoro o portare i figli a scuola.
Annunciata nel settembre 2017, questa decisione è stata voluta dal principe ereditario Mohammed Bin Salman. E fa parte di un’ampia modernizzazione del ricco paese petrolifero. Nel piano di modernizzazione compaiono anche il permesso alle donne di diventare imprenditrici, senza il consenso del marito o del padre, quello di fare le investigatrici e quello di entrare allo stadio.
Le donne saudite sono entusiaste. E non si sono fatte trovare impreparate. In tante hanno preso la patente. Le prime sono state rilasciate il 4 giugno scorso. In molte hanno postato la propria foto sui social network con in mano la patente nuova.
Mentre altre, appassionate di due ruote, scelgono di allenarsi sul circuito motociclistico del Bikers Skills Institute di Riad, che ha aperto le porte per avvicinarle alle moto spiegando loro il funzionamento e la meccanica.
Ecco le parole di Ohoud Al Arifi, Uber Marketing Manager in Arabia Saudita, nonché una delle prime donne saudite ad aver ottenuto la patente:“Si tratta di un momento storico carico di gioia. Sono entusiasta delle opportunità economiche che nasceranno dal miglioramento della mobilità delle donne in Arabia Saudita”.
Secondo le stime ufficiali, saranno circa 3 milioni coloro che faranno richiesta della patente e inizieranno a guidare entro il 2020. Scuole guida riservate alle donne sono già nate in città come Riad o Gedda. Infatti, data la separazione dei sessi in vigore nel Regno, delle donne al volante si possono occupare solo altre donne. Ma in tante lamentano il fatto che le scuole e le istruttrici siano ancora troppo poche. E che il costo delle lezioni resti troppo elevato.
Una prima apertura nei confronti delle donne che, però, vengono ancora considerate non ancora alla pari rispetto agli uomini. Difatti, le donne potranno sì mettersi al volante, ma dopo avere ricevuto un permesso dal loro garante maschio.
Quello relativo alla guida è solo un primo passo. Ma di strada ce ne è ancora molta da fare.
Patrizia Cicconi