Le donne alle Tesmoforie: una commedia di Aristofane che, insieme a Le donne in Parlamento e Lisistrata, rappresenta la nota trilogia femminista del teatro greco. Nel nuovo appuntamento della rubrica ClassicaMente, il più antico esempio di Metateatro; il tema del travestimento, lo scambio dei sessi e la tecnica del capovolgimento.

Le donne alle Tesmoforie: una trama fra realtà e parodia

Commedia di Aristofane ambientata ad Atene durante le feste dedicate alle dee Demetra e Persefone: le Tesmoforie, appunto. Accanto a personaggi dettati dalla fantasia compaiono anche Agatone ed Euripide, tragediografi del tempo. La scena iniziale esordisce con Euripide intimorito dal fatto che, le donne, stiano tramando qualcosa contro di lui in occasione della festa. Tale pensiero è avvalorato dal fatto che, il poeta tragico ateniese, è colpevole di averle messe in cattiva luce in molte delle sue opere. Per supplire a tale timore chiede al poeta Agatone di difenderlo ma, non solo: di travestirsi da donna all’assemblea delle Tesmoforie. Euripide si reca, insieme Mnesiloco, presso l’abitazione di Agatone: quest’ultimo, li accoglie in vesti femminili. Tuttavia, il tentativo di convincere il poeta tragico, risulta vano.

Le donne alle Tesmoforie - Photo Credits: wikipedia
Le donne alle Tesmoforie – Photo Credits: wikipedia

Sarà Mnesiloco che si presterà all’inganno e, per tale motivo, verrà maldestramente reso glabro da Euripide. Depilato come una donna e con addosso abiti femminili prestati da Agatone, si recherà all’incontro con le donne. Mnesiloco si imbatte in una diatriba con le donne per difendere il poeta; sostiene che, le argomentazioni all’interno delle opere del poeta, erano atte solo a colpire le eroine mitologiche senza che le accuse fossero protratte nel mondo reale e moderno. Tuttavia, a sostegno della sua tesi, il novello difensore si lascia sfuggire che neanche il comportamento delle donne moderne è da considerarsi impeccabile. Un esempio argomentativo deleterio avvalorato con racconti circa l’infedeltà e la furbizia femminile che, si rivelerà, distruttivo. Prosegue, in seguito, una degenerazione dell’assemblea in uno scontro rissoso: sarà Clistene a smascherare Mnesiloco.

Metateatro ed effetto comico

E’ questa la parte dell’opera, probabilmente, più divertente. Le donne alle Tesmoforie è, infatti, il più antico esempio di Metateatro, ovvero, il teatro all’interno del teatro: l’intento è quello di svelare il carattere fittizio della scena con toni comici. Tale tecnica teatrale è costruita, principalmente, su alcune delle tragedie delle stesso Euripide: in particolar modo l’Elena e l’Andromeda. La peculiarità consiste nel continuo travestimento dei protagonisti che arrivano a creare situazioni paradossali e divertenti dal riuscito effetto comico. Mnesiloco, messo alle strette, sottrae una bambina dalle mani di una donna pensando di farne un ostaggio; tuttavia la bambina è una brocca di vino introdotta illecitamente nell’assemblea. Mnesiloco, per salvarsi, afferma che il suo intento era inscenare un sacrificio rituale. Tale espediente rende più inferocita la folla. Giunge Euripide travestito da Menelao, il quale, sostiene che Mnesiloco sia Elena. Successivamente, i due vestiranno i panni di Perseo e Andromeda.

La commedia degli equivoci, un comico espediente letterario

Mnesiloco è incatenato proprio come Andromeda; ma Euripide riesce a liberarlo costretto, però, dalle stesse donne a mettere da parte la sua misoginia e di tacere i fatti che le riguardano con i loro mariti. L’ultimo ostacolo consiste nell’eludere il custode che sorveglia Mnesiloco. Ecco l’ultimo travestimento: Euripide travestito da anziana mezzana, porta con sé una prostituta con l’obbiettivo di distrarre l’ingenuo sorvegliante. L’ultima scena vede l’arciere trace che, preso atto della fuga dei due complici, rimane una rassegnata vittima dell’inganno.

Tesmoforie: le feste dedicate alla dea Demetra e alla figlia, Persefone - Photo Credits: wikipedia
Tesmoforie: le feste dedicate alla dea Demetra e alla figlia, Persefone – Photo Credits: wikipedia

La commedia, come sopracitato, appartiene alla trilogia femminista del teatro greco ad opera di Aristofane: tuttavia, Le donne alle Tesmoforie, si basa su una peculiarità che la differenzia dalle altre due opere: lo sviluppo di una trama basata sulla parodia letteraria. Oltre alla parodia, la stessa tecnica del Metateatro che cita, al suo interno, un’intersecazione di scene: Aristofane menziona numerose tragedie dello stesso Euripide, da Elena ad Andromeda a Telefo. Saranno tali scene elaborate in modo satirico che daranno vita alla Commedia degli Equivoci. Aristofane è un conservatore: per cui, sia Euripide che Agatone, sono qui i bersagli principali per il commediografo greco che mal tollerava la loro pretesa di innovazione circa la tragedia classica. Un atteggiamento ambiguo, già utilizzato ne Le Rane, nei confronti di Euripide: nonostante la critica ad Euripide, tuttavia, Aristofane, ne riconosce la grandezza.