Donne e Arte: Nella giornata dedicata alle donne ricordiamo alcune figure femminili della Storia dell’arte per valorizzarle e far sentire la loro voce.
Donne e Arte
Ricordando alcune delle figure femminili nella Storia dell’Arte vogliamo valorizzare quella storia dell’arte raccontata dalle sensibilità artistica e narrativa femminile ma non sempre conosciuta al grande pubblico. Solo nel 1940 il MOMA – Museum of modern Art di New York propose la prima mostra personale di donne: la fotografa Helen Levitt e Georgia O’Keeffe. Ed ancora oggi la voce delle donne nell’arte è molto labile. Solo il 14% delle donne artiste sono rappresentate oggi nelle gallerie in Europa e nel Nord America.
Questo ci aiuta anche a capire il significato politico dell’arte: l’arte come il voto è una voce, un canale di espressione, la comunicazione di una visione. L’8 marzo deve quindi spingere tutti ad una ulteriore riflessione su quanto è stato fatto riguardo agli argomenti donna-cultura-società e, soprattutto, su quanto c’è ancora da fare. Bisogna conquistare tutto lo spazio necessario per riconoscere e affermare l’evidenza storica della creazione dell’arte moderna da parte sia dell’uomo che della donna. Uomini e donne creano Arte, entrambi collezionano, promuovono e espongono.
Donne e Arte nel XX° secolo
Dagli anni 60 del secolo passato il corpo delle donne diventa il protagonista del dibattito politico e strumento della espressione artistica, non solo come oggetto ma come soggetto. Il movimento femminista analizza i modelli e i ruoli strereotipati delle donne e l’azione dei collettivi arricchisce le riflessione sulla differenza di genere.
Le artiste Performer di quegli anni partecipano alla stagione della BodyArt dove il corpo nudo delle donne che si fa strumento linguistico. Ma anche nel passato ci sono state molte più figure femminili nella storia dell’arte di quanto ci hanno raccontato fino ad oggi. Non sono moltissime, ma la loro presenza nella storia c’è, ed è importante testimoniarla.
Donne Artiste nel Rinascimento
Anche nel Rinascimento e Barocco, la voce delle donne era presente nel mondo dell’arte. Molte di loro sono figlie d’arte, avendo avuto l’occasione di apprendere le tecniche artistiche dai propri padri o nelle loro botteghe.
Donne Pittrici: non solo Artemisia
Artemisia Gentileschi è una pittrice oramai nota, con tutte le sue vicende personali e artistiche, al grande pubblico. La notorietà che ha raggiunto in questi ultimi anni Artemisia Gentileschi potrebbe ripetersi per altre artiste del passato. E’ necessario scoprirle e parlarne. La voce che rimbalza sui media assieme al loro nome può sfondare secoli di emarginazione e ignoranza.
Ricordiamo qui Lavinia Fontana, nata a Bologna nel 1552, figlia di Prospero Fontana affermato artista. Lavinia, in stile con il suo tempo dominato dal Manierismo, si specializzò nel ritratto singolo e di gruppo, evidenziando suoi interessi naturalistici e ispirazioni di provenienza sia fiamminga. Acquisirà una notevole fama con la commissione romana in occasione del giubileo del 1600 della pala per la basilica di Santa Sabina a Roma.
Coetanea di Lavinia è la ravennate Barbara Longhi, figlia del pittore Luca. A Cremona nasce Sofonisba Anguissola 1531. Anche lei ebbe grande fama di ritrattista alla corte di Spagna. Il naturalismo di alcuni temi, come il suo disegno del ‘Bambino punto da un granchio’ è stato messo in rapporto con la cultura del giovane Caravaggio.
Altra artista da ricordare è certamente Rosalba Carriera di Venezia (1675-1757) esponente del chiarismo veneziano assieme a Sebastiano Ricci. In breve tempo Rosalba si farà conoscere per i suoi raffinati ritratti ed avrà commissioni dalle famiglie reali di tutta Europa. La ritrattistica di Rosalba anche se molto delicata possiede in realtà una penetrante sensibilità introspettiva interpretando “con forza inimitabile la svaporata delicatezza dell’epoca”.(Longhi)
Donne Architette: Plautilla Bricci
Plautilla Bricci fu la celebre “architettora” e pittrice del Seicento: una straordinaria artista. Le fonti la ricordano per aver esercitato per prima prima nel mondo occidentale, l’arte maschile dell’architettura. Anche lei ereditò dal padre la vocazione e l’educazione alla professione artistica, divenendo una delle artiste più importanti dell’intera storia dell’arte. La sua vera avventura fu la costruzione della villa a Roma fuori Porta San Pancrazio, per l’abate Elpidio Benedetti, segretario di Mazzarino alla corte di Francia.
La villa fu «edificata a similitudine d’un vascello sopra uno scoglio. Costruita tra il 1663, e 1667, secondo il progetto dell’«Architettrice Plautilla Bricci», citata più volte, come direttrice dei lavori e responsabile di tutte le eventuali variazioni in corso d’opera, in alcuni importanti documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Roma.
Poco resta della suggestiva villa oggi in quanto fu distrutta nel 1849 nel corso dei bombardamenti della la Repubblica Romana. La cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi dei Francesi costituisce invece l’unica opera integrale dell’artista giunta fino a noi. La celebre architetta morì a Roma quasi novantenne.
La sua attività di architetto nella Roma del XVII secolo la pone sul un cammino di emancipazione delle donne che ancora oggi non si è compiutamente concluso.
E se, data l’emergenza sanitaria di questi giorni, non possiamo andare nei musei a cercare le voci delle artiste al femminile, allora diamoci alla lettura per conoscerle meglio. Riscopriamole nei romanzi che le raccontano.
L’architettrice – di Melania G. Mazzucco Ed. Einaudi
La passione di Artemisia – di Susan Vreeland Ed. Neri Pozza
La dama con il ventaglio la vita di Sofonisba Anguissola – di Giovanna Pierini Ed. Mondadori Electa
di M. Cristina Cadolini