
“Le donne contano le donne” è un osservatorio nato per monitorare la presenza femminile sui media. Un gruppo di amiche e attiviste ha calcolato il tempo riservato alle donne in televisione, in particolare nei programmi televisivi. Il risultato che ne è derivato ha mostrato una netta minoranza delle donne: il 32% del totale delle presenze sul piccolo schermo. Inoltre quando sono presenti, viene dedicato loro un ruolo marginale.

“Ogni sera la televisione italiana offre un palinsesto ricco di ospiti e opinionisti. Quante sono le donne?” È la domanda che si sono poste Veronica Alfonsi, Chiara Campione, Federica Delogu, Fabrizia Mascolo, Francesca Poletti, domanda dalla quale poi è nata la loro indagine. L’idea è stata realizzata “per capire se davvero ancora oggi in Italia gli uomini sono considerati più autorevoli e titolati a esprimere la propria opinione, o è solo il ricordo di un passato lontano”. Armate di cronometro hanno iniziato a contare le donne in tv. I risultati non sono stati incoraggianti: la presenza delle donne in televisione è del 32% per la prima settimana di monitoraggio dei talk show, e scende al 31,6% per la seconda settimana.
La nascita dell’idea
La disparità di genere in Italia non è una novità. È proprio da questa consapevolezza che le attiviste sono partite per la realizzazione della loro indagine. Hanno deciso di non restare a guardare. Sono donne “a cui è capitato spesso di ragionare sulle disparità e le rappresentazioni stereotipate di genere e su quanto il nostro paese sia indietro”. La loro analisi si articola in due settimane, in cui sono stati analizzati 7 talk show: Otto e 1⁄2, Piazza Pulita, Propaganda Live, Non è l’Arena, Carta Bianca, Petrolio. Gli aspetti presi in considerazione sono stati la conduzione, le ospiti, i servizi di approfondimento, le interviste e le esperte in studio. In un secondo momento le attiviste hanno contato lo spazio in minuti dedicato alle voci femminili. Sono venuti fuori dati poco incoraggianti e che devono portare a riflettere su quanto il progresso nel nostro paese sia effimero, labile e di poca rilevanza. Non solo la presenza delle donne è in netta minoranza ma, quando presenti, lo spazio dedicato loro per parlare scarseggia notevolmente.
Donne in televisione: i risultati
…della prima settimana
In una settimana, dal 1 al 6 giugno, il programma condotto da Lilli Gruber su La 7, Otto e mezzo, vede la partecipazione di 12 donne e 21 uomini. A Non è l’Arena del 31 maggio intervengono 21 uomini e 9 donne. A Carta Bianca del 2 giugno il rapporto scende: 23 a 6. Su Rete 4, il 4 giugno, nel corso della puntata di Diritto e Rovescio, le donne sono la metà degli uomini: 17 a 35. Cambiando canale, sempre quella sera, a Piazzapulita si contano 16 donne e 29 uomini. Non va meglio a Propaganda Live: nella puntata di venerdì 6 giugno sono 7 le voci femminili, a fronte delle 13 maschili. Sono 12 le donne che prendono parte alla puntata di venerdì 6 giugno di Petrolio: il 37%. Gli uomini 32. Non solo: su 132 minuti di trasmissione, le donne hanno parlato 14 minuti: il 10,7% del tempo.

…della seconda settimana
Nella seconda settimana di monitoraggio non va molto meglio. Dall’8 al 13 giugno le donne sono 57 a fronte di 123 uomini: il 31,6%. 9 a 17 a Quarta Repubblica, 7 a 18 a Di Martedì, 2 a 8 ad Atlantide, 21 a 40 nell’ultima puntata di Propaganda Live, 12 a 22 nelle puntate di Otto e mezzo, 2 a 9 nella puntata di sabato scorso del programma condotto da Massimo Gramellini Le parole della Settimana, in onda su Rai 3, mentre quasi contemporaneamente su Rete 4, a Stasera Italia, c’erano 4 donne e 9 uomini.

Come sottolineano anche le attiviste, i talk show non sono l’unica fonte di disparità. Il cinema, l’editoria, la stampa, sono ambiti ugualmente importanti in cui la parità di genere è ancora lontana. È per questo che bisogna continuare. Continuare a contare fin quando questo dislivello verrà meno, e l’uguaglianza di genere sarà una garanzia. “Continueremo provando a lanciare altre iniziative, anche diverse, ci piacerebbe ad esempio partire a settembre con una rassegna stampa tutta al femminile, che parli alle donne e agli uomini con la voce delle giornaliste che osservano il mondo e ne scrivono, per dare spazio alla prospettiva femminile, dando voce a chi ancora ne ha troppo poca”. Concludono le attiviste.
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