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Regia al femminile: tanti talenti ma ancora disparità di genere

La regia è da sempre un ruolo quasi esclusivamente maschile, eppure il cinema ha visto sin dalle sue origini diverse figure femminili avere a che fare con la macchina da presa. Basti pensare ad Alice Guy-Blaché (1873-1968), di nazionalità francese, considerata la prima regista e produttrice della storia del cinema. Il suo primo cortometraggio, La Fée aux choux, risale infatti al 1896, anno successivo alla nascita del cinema.

Registe che hanno fatto la storia

Ma di nomi di registe che hanno fatto la storia ce ne sono tanti e in ogni angolo del mondo. Spostandoci negli Stati Uniti, risuona il nome di Lois Weber (1879-1939), la prima donna nella storia del cinema a girare un lungometraggio. Ricordiamo poi la regista tedesca Leni Riefenstahl (1902-2003), nota soprattutto per i suoi film e documentari sul regime nazista, e Tressie Souders (1897-1995), che parrebbe essere la prima donna afroamericana a dirigere un film, A Woman’s Error (1922). Nel contesto italiano, invece, è stata Elvira Notari (1875-1956) la prima regista cinematografica e la più prolifica. Si contano almeno 60 lungometraggi e un centinaio di cortometraggi e documentari.

Andando più avanti nella storia, altro nome considerevole di nota è quello di Jane Campion, regista neozelandese, che con il film Lezioni di Piano (1993) ha vinto la Palma d’oro al 46º Festival di Cannes e tre Premi Oscar nell’edizione del 1994 (migliore attrice, migliore attrice non protagonista e migliore sceneggiatura originale). Nel 2003, invece, spicca il nome di Sofia Coppola, regista statunitense, il cui film Lost in Translation (2003) ha ottenuto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Oscar (2004) per migliore sceneggiatura originale. Da non dimenticare Agnès Varga, regista belga, che nel 2018 ha vinto il Premio Oscar alla carriera.

Kathryn Bigelow: la prima e unica donna ad aver ricevuto l’Oscar per la regia

Tuttavia, una sola donna ha ricevuto finora il premio Oscar per la regia ed il suo nome è Kathryn Bigelow. È successo nel 2010, ben 10 anni fa, con il suo film The hurt locker. Verrebbe da chiedersi come mai in tutto questo tempo sia successo solo una volta sebbene il numero di registe sia in continua crescita. Questione di competenza e meritocrazia oppure donne e uomini non hanno effettivamente pari opportunità in questo settore?

Oscar per la regia
Kathryn Bigelow – Premio Oscar per la regia – Photo Credits: miracubi.it

Da Ewa Study, una ricerca di genere effettuata in 7 paesi europei, emerge che i compensi per le donne sono inferiori dell’11% rispetto a quelli destinati agli uomini. In più, Heather Rabbatts, presidente del movimento #TimesUp a sostegno delle donne vittime di molestie, osserva che i produttori cinematografici sono quasi esclusivamente di sesso maschile e che tendono a finanziare progetti diretti da uomini.

Riguardo al fatto che il cinema sia un ambiente prevalentemente al maschile, si era espressa la registra e sceneggiatrice Marina Spada, raccontando in un’intervista la sua esperienza a Roma:

C’è un motivo storico. Se c’è una cosa vicina all’organizzazione militare, è il cinema. Ci sono diversi reparti, ognuno ha il proprio responsabile. L’aiuto regista parla con i capi-reparto, che parlano con i tecnici dei loro settori e comunicano le varie direttive. Il problema fondamentale è che a Roma si tende a dare più credito a uno sguardo maschile piuttosto che femminile. È una questione culturale, non naturale.

Anche il fatto che agli Oscar 2020 sia stato escluso il capolavoro di Greta Gerwing, Piccole Donne (2018), fa riflettere, dati i numerosi premi ricevuti. Ed in effetti le polemiche in questo senso sono state tante. Sarà che esiste ancora una certa resistenza contro le donne che dirigono film?

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