Quando pensiamo al voto delle donne in italia ci viene subito in mente il 2 giugno 1946 per il Referendum per scegliere tra monarchia e repubblica; in realtà la vera prima volta in cui fu concesso il voto alle donne fu il 10 marzo 1946 per le elezioni amministrative.
Il decreto legislativo del 2 febbraio 1945 aveva esteso alle donne quanto era già previsto per gli uomini, ma non si faceva menzione sul diritto delle donne di essere elette, cosa che venne sanata proprio il 10 marzo del 1946.
Le donne votano le donne
Alle prime elezioni amministrative, dove i cittadini parteciparono attivamente, non mancarono le donne elette; si calcola che ad entrare negli oltre settemila Consigli comunali italiani, furono circa 2.000 donne. Al referendum del 2 giugno le donne, votarono con un’affluenza altissima: l’82% e tra i 556 deputati dell’Assemblea furono elette 21 donne.
Qualche curiosità sulle donne al voto
I pregiudizi sul voto alle donne tra gli italiani erano, però, ancora molti; il Corriere della Sera ad esempio in un articolo del 2 giugno invitava le donne a recarsi al seggio elettorale “senza rossetto sulle labbra” questo per evitare di macchiare le schede e rischiare di annullare i voti.
Il primo Stato ad introdurre il diritto alle donne di votare fu la Nuova Zelanda nel 1893. La Gran Bretagna introdusse il suffragio universale nel 1918, solo per le donne over 30, e nel 1928 venne tolto il limite. Negli Stati Uniti, invece si iniziò nel 1920, In Ecuador dal 1921 le donne hanno la possibilità di votare, ma solo recandosi in seggi diversi in base al sesso; in Svizzera solo nel 1971, qui le donne dovettero lottare per 100 anni prima di ottenere il loro diritto al voto.
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