Dopo apertura Ambasciata USA, forti tensioni in Medio Oriente: strage a Gaza, tra i morti una neonata – espulso Ambasciatore israeliano

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Di Redazione Metropolitan

Forti tensioni in Medio Oriente: scontri fra manifestanti ed esercito israeliano a Gaza e in Cisgiordania, i morti sono in aumento. Tra le vittime una bimba di 8 mesi. Espulso ambasciatore israeliano e Convocato Consiglio di Sicurezza.

Durante la cerimonia di apertura della nuova ambasciata Usa, il premier Benyamin Netanyahu è stato accolto dagli applausi. In prima fila c’era Ivanka Trump e suo marito Jared Kushner, l’ambasciatore Usa David Friedman e il vice segretario di Stato Usa John Sullivan insieme al segretario al Tesoro David Mnuchin. Presente anche il presidente di Israele Reuven Rivlin.  

credits: ansa.it

 

La capitale di Israele è Gerusalemme. Israele, come ogni stato sovrano, ha il diritto di determinare la sua capitale”: lo ha detto Donald Trump nel video messaggio inviato per la cerimonia di apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme.
“La nostra speranza è per la pace e gli Stati Uniti restano impegnati per un accordo di pace”, ha sottolineato Trump nel messaggio. Il capo della Casa Bianca subito dopo ha twittato di nuovo: “Un grande giorno per Israele. Congratulazioni!”.

L’ambasciatore americano Friedman – primo del suo paese nella nuova collocazione – ha ringraziato tutti i presenti prima di congedare gli ospiti.

“Non abbiamo migliori amici al mondo che gli Usa”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu alla cerimonia di apertura dell’ambasciata. “Grazie per aver avuto il coraggio di mantenere la promessa”, ha aggiunto rivolgendosi alla delegazione Usa e al presidente Trump. “Ricordate questo momento, questa è storia. Il Paese più potente del mondo oggi ha aperto a Gerusalemme la sua ambasciata”

 Lo afferma Amnesty International denunciando una “ripugnante violazione delle norme internazionali e dei diritti umani”.

Tra i feriti, molti sono stati colpiti alla testa e al petto. Oltre 500 sono stati feriti da pallottole.

“Bisogna porre fine adesso a tutto ciò”, afferma l‘Ong via Twitter.

Il Presidente palestinese Abu Mazen, parla di uno “schiaffo” da parte degli Usa e  (citatao dalla Wafa) afferma: “A Gerusalemme non è stata aperta un’ambasciata ma un avamposto americano, l’America non è più un mediatore in Medio Oriente”.

Abu Mazen ha poi annunciato lo “sciopero generale dei Territori Palestinesi” e tre giorni di lutto per gli uccisi a Gaza.

Continueremo ad agire fermamente per proteggere la nostra sovranità e i nostri cittadini”. Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyhau, sui fatti di Gaza. “Ogni paese deve proteggere i suoi confini – ha proseguito -. Hamas, organizzazione terroristica, sostiene che intende distruggere Israele e invia migliaia di persone a violare la barriera difensiva per realizzare questo obiettivo”.

La Turchia ha richiamato per consultazioni i suoi ambasciatori in Usa e Israele. Ankara ha inoltre decretato 3 giorni di lutto nazionale. “Israele è uno Stato terrorista” che “sta compiendo un genocidio”, ha detto il presidente turco Erdogan.

 

Esplode la rabbia dei palestinesi. Tensioni e violenze si registrano anche in Cisgiordania.

Sono 55 i manifestanti palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano, tra cui 6 “minori” I feriti sono oltre 2.400, 27 quelli in gravi condizioni.

A Gaza Hamas ha diffuso volantini con le mappe dei villaggi israeliani di confine con l’obiettivo, denuncia Israele che parla di “operazione terroristica”, di aprire brecce nei recinti e infiltrare i dimostranti in territorio ebraico. L’esercito già ieri aveva inviato rinforzi in vista delle proteste e oggi ha risposto aprendo il fuoco al lancio di pietre, molotov e al tentativo di sfondare la barriera difensiva.

Donald Trump, che ha definito su Twitter quello di oggi come “un grande giorno per Israele”, potrebbe intervenire in collegamento. Mentre il capo di al Qaeda Ayman al Zawahiri, in un messaggio video intitolato ‘Anche Tel Aviv è terra di musulmani‘, ha invocato il jihad contro gli Stati Uniti e Israele e invitato i musulmani a prendere le armi.

L’Egitto, attraverso il suo ministero degli Esteri, “ha espresso la propria forte condanna degli attacchi compiuti dalle forze di occupazione israeliane contro civili palestinesi disarmati” Il Cairo inoltre esprime il proprio “rifiuto categorico dell’uso della forza contro manifestanti pacifici alla ricerca di diritti giusti e legittimi e mette in guardia dalle ripercussioni negative di questa pericolosa escalation”. Il comunicato esprime poi “l’appoggio totale dell’Egitto ai diritti legittimi del popolo palestinese, in cima ai quali c’è la creazione di uno Stato indipendente con Gerusalemme est come capitale”.

+++ AGGIORNAMENTO, 26/06/18, ore 15:30 +++

Ancora alta tensione in Medio Oriente. Dopo la strage di Gaza la Turchia espelle l’ambasciatore israeliano Eitan Na’eh mentre viene richiamato l’inviato palestinese a Washington.

Mentre l’Olp proclama tre giorni di lutto per i funerali di molte delle vittime di Gaza che in giornata troveranno sepoltura, a New York si è tenuta una riunione del Consiglio di Sicurezza dedicata alle violenze. L’ennesima esibizione di impotenza nella gestione della crisi mediorientale. I rappresentanti dei Paesi europei membri del Consiglio di Sicurezza (Gran Bretagna, Francia, Svezia, Polonia, Paesi Bassi) insieme a Italia, Germania e Belgio, hanno letto una dichiarazione congiunta in cui chiedono “a tutte le parti di intraprendere passi immediati per la de-escalation e di esercitare moderazione: Israele deve evitare un uso eccessivo della forza e Hamas ha la responsabilità di evitare provocazioni

Oggi pace e sicurezza sono lontanissime. Il numero di morti che continua a salire, tra le vittime risulta una neonata, Leila al-Ghandour, 8 mesi, morta dopo aver inalato gas lacrimogeni negli scontri fra le forze israeliane e i manifestanti, calcolati in quasi 40 mila, in un villaggio vicino alla barriera che separa la Striscia dai confini israeliani, secondo quanto ha fatto sapere il ministero della Sanità palestinese. Mentre la morte del sedicenne Takak Adel Matar, ucciso stamattina durante ulteriori scontri, porta a otto il numero dei minori uccisi nelle ultime 24 ore.

Intanto il Papa fa sentire la propria voce. “Sono molto preoccupato e addolorato per l’acuirsi delle tensioni in Terra Santa e in Medio Oriente – ha detto Bergoglio – e per la spirale di violenza che allontana sempre più dalla via della pace, del dialogo e dei negoziati. Esprimo il mio grande dolore per i morti e i feriti” e “ribadisco che non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza. Invito tutte le parti in causa e la comunità internazionale a rinnovare l’impegno perché prevalgano il dialogo, la giustizia e la pace”.

 

Martina Onorati