Moreno Mariotti, in arte Dorian Gray, è un dj e producer italiano. Dopo “Gliese Systems” e il nuovo lavoro “The Sun Alliance” siamo riusciti ad intervistarlo.
Dorian Gray è il nome d’arte di Moreno Mariotti dj e producer italiano.
Incastonato su di un dirupo tra la voluttà sperimentale e la determinazione di accedere al grande pubblico, Dorian Gray emula i grandi scrittori del ‘900, tessendo descrizioni musicali ricche di frequenze ricercate e di tonalità surreali, chiarendo che letteratura e musica sono fatte della stessa pasta.
Dopo un 2018 ricco di soddisfazioni, tra cui il riuscitissimo “Gliese Systems” uscito con l’etichetta TGP (The Gods Planet) nel 2019 è già disponibile il nuovo lavoro “The Sun Alliance” in collaborazione con Aleja Sanchez ed edito da Android Muziq.
Tra ambient, drone, techno e trance progressive ispirata agli anni ’90, Dorian Gray riesce ad incunearsi all’interno degli strati sociali più spessi, accomunando differenti timbri musicali, proiettandosi nella disperata e disparata ricerca musicale, curiosa ed intraprendente.
Acclamando l’avvento della notte e del buio, si aprono le porte ai nyctophili, riportando a proprio agio le viscere di un’artista che vive di musica e per la musica, con l’ambizione che un giorno il suo nome sarà ricordato più per le idee che per la moda del momento, ricordando che le opere hanno una propria identità, assimilata in svariati modi all’eternità, proprio come Dorian Gray, figlio del narcisismo, a cui la sua immagine gioverà l’eternità del suo nome.
Abbiamo scambiato due chiacchere con Dorian Gray.
MM: Ciao Dorian Gray e grazie di aver accettato il nostro invito. Partiamo subito con il tuo nome d’arte: Dorian Gray. Sono due i motivi che mi incuriosiscono di più. Il primo è se hai paura d’invecchiare, il secondo è quale correlazione ha la letteratura con la musica.
DorianGray: Ciao e grazie dell’invito. Al nome Dorian Gray ho attribuito un concetto di eternità, catturare un momento e renderlo eterno e continuo, esattamente come in un loop ipnotico creato in studio, io posso invecchiare o logorarmi ma lui rimarrà lì intatto per sempre…che poi è anche il significato letterario e magico della musica, la sua immortalità, e far rimanere vive attraverso di lei le emozioni di una vita intera ma a scadenza.
MM: Sei appassionato di astronomia, antichi insegnamenti e riti pagani. Puoi spiegarci meglio gli ultimi due e fare qualche esempio di riti pagani e di come ti sei avvicinato ad essi? Che influenza hanno sulla tua produzione musicale?
Dorian Gray: Si, sono un lettore appassionato di mitologia ed esoterismo, e i racconti di un lontano passato sono una grande ispirazione per la mia creatività in studio. Immaginare una civiltà che aveva già raggiunto una elevata maturità tecnologica e spirituale (prima di una catastrofe che spazzò via gran parte di essa) stimola la mia immaginazione. Molte di esse ci hanno lasciato in eredità antiche scritture che hanno fatto si che quella sapienza non si disperdesse, ma che rimanesse in mano di pochi…
…quei pochi, che nei miei viaggi ho incontrato, facendo mie esperienze rituali (ad esempio l’Ayahuasca in Brasile) che hanno operato sulla mia coscienza. In più, avendo vissuto in Scandinavia per un po’ di tempo, ho vissuto una società che tuttora rispetta al suo interno antichi rituali pagani, che seguono l’ avvento delle stagioni e i cicli lunari. Natura, danze tribali e sciamaniche sono una indubbia ispirazione per un artista techno, genere prettamente basato sulle percussioni continue.
MM: La tua prima uscita è stata Nyctophilia nel 2015 con il remix di Edit Select. Nyctophilia è l’amore per la notte e tutto quello che ne consegue. Tutti i dj si definiscono nyctophili? Quanto è importante la notte per un produttore di musica elettronica?
Dorian Gray: Si, l’ho intesa come il sentirsi a proprio agio nel buio della notte, quel momento rassicurante in cui mentre il mondo si ferma la tua mente creativa si sveglia e attinge alle emozioni più celate durante ritmi meccanici del giorno. È il momento per sé stessi e per connettersi con più consapevolezza al proprio io. Non so come sia per gli altri, per me funziona spesso così. Credo dipenda anche da dove si vive, in una grande città senza molto contatto con la natura penso che la notte assuma maggior importanza nel processo creativo.
MM: Le tue produzioni sono ricche di atmosfere deep/drone/ambient/trance, collegate in qualche modo alle passioni che persegui oltre la musica. Rappresentano anche uno stato coscienzioso che vivi o è semplicemente ispirazione momentanea dati gli avvenimenti che ti circondano?
Dorian Gray: Entrambe direi, a volte è un’ ispirazione sfuggente, il dare un significato ad un evento emozionale vissuto (positivo o negativo), a volte è una reale presa di coscienza che ha coinvolto la mia esistenza in modo tangibile. Il flusso ispirativo è difficile da razionalizzare in parole, è più simile ad uno stato di trance e necessita di una grande sensibilità. Non tutti i produttori ce l’hanno, per molti fare una track è un mero compitino, badano solo ai tecnicismi. Il processo creativo dell’artista è invece più complesso e a volte passa attraverso una sofferenza latente in cui l’atto creativo ne rappresenta la cura e/o la liberazione.
MM: Android Muziq, la label australiana che ha edito il tuo primo lavoro è stata anche colei che ha presentato l’ultimo The Sun Alliance con Aleja Sanchez. Che rapporto hai con entrambi? Che ne pensi delle donne nell’ambito musicale?
Dorian Gray: Con Android Muziq ho un ottimo rapporto, mi fa piacere ogni tanto collaborare con loro, soprattutto perché essendo così lontani dal fulcro europeo li ‘avvicino’ un po’ per così dire. Aleja è un’amica e un’artista che stimo molto, oltre che essere sempre gradito ospite sulla sua label Northallsen.
Delle donne in ambito musicale credo lo stesso che degli uomini, se sono brave meritano le stesse opportunità. Per questo sono contento quando è la loro musica a parlare per loro e non la fisicità accattivante espressa spesso sui social. Non mi piace vedere coloro che perseguono furbescamente la carriera a suon di selfie ammiccanti e pose quasi pornografiche approfittando della vasta stupidità maschile.
In questo modo usano un potere sbagliato, assoggettandosi consapevolmente o inconsapevolmente al dominio maschile. Credo siamo giunti alla parità da questo punto di vista quindi personalmente non ritengo necessarie tali vie traverse o l’auto-ghettizzazione di alcuni eventi targati solo ‘feminine’ o ‘female’ che dir si voglia…
Dovrebbe andare avanti chi è bravo e merita, indipendentemente dal suo aspetto, colore, genere o orientamento sessuale. Se in un ristorante mangiamo un piatto prelibato di solito diciamo ‘complimenti allo chef’ fregandocene del suo aspetto, e anche vederlo non cambierebbe il nostro giudizio. Quindi lasciamo che sia la musica a parlare, che ritorni protagonista.
MM: Gliese Systems, l’Ep con Tgp (The Gods Planet) di Claudio PRC e Ness, è uno dei tuoi dischi migliori, rilasciato con una delle migliori etichette italiane del campo. Può essere un motivo di orgoglioso patriottismo? Sappiamo che in Italia al livello di clubbing le cose non vanno molto bene. Come vedi queste due variabili? Le produzioni possono incontrare i live nel nostro paese? Come descriveresti il rapporto italia-musica elettronica?
Dorian Gray: Ti ringrazio, si sono molto contento di questo album, anche perché fino a quel momento ero uscito sempre su label straniere e a livello nazionale sono gli artisti che mi hanno più ispirato dagli inizi della mia carriera.
In Italia, purtroppo, le realtà che valorizzano i talenti locali sono poche dalla fine degli anni ’90. La direzione presa da lì in poi dai club è stata senza passione e solo per ‘far cassetto’ senza costruire una cultura elettronica, se non quella del grande ospite che viene da chissà dove, come se tutto il buono sfornato dal paese fino a quel momento fosse andato perso.
In quegli anni contribuì al deterioramento del rapporto fra paese e musica elettronica anche la strumentalizzazione di certe disgrazie legate alle stragi stradali, argomento che demonizzò molto il genere creando associazioni mentali assolutamente errate e un’assenza di politiche di prevenzione da una visione più nordeuropea.
Credo sia anche una conseguenza dell’impoverimento economico e culturale della società italiana degli ultimi vent’anni, un decadentismo che ha ispirato numerosi artisti italiani, ma i quali hanno trovato spazio solo all’estero
– paradosso ben vissuto anche da me in prima persona, quello di avere date fino all’Asia e agli Stati Uniti e poi non essere chiamato nel club ‘di casa’, discrasia alimentata anche da estremi individualismi e alta competitività basata sul concetto tipicamente italico del dare per avere: “ti chiamo se poi anche tu mi fai .. mi dai .. qualcosa in ritorno”, quindi offrire solo la propria bravura dietro alla consolle non è più sufficiente in Italia. È un malcostume, una mentalità, un cancro che di conseguenza alimenta prostituzione intellettuale e ‘paraculismi’ di ogni sorta, soprattutto attraverso i social –
Comunque non è tutto nero, qualche piccola realtà italiana che sta facendo bene e va sottolineato c’è. La prima che mi viene in mente è Masada a Milano.
MM: Sicuramente saprai che a cavallo degli ’80-’90 a Francoforte c’era uno dei club più famosi al mondo il Dorian Gray per l’appunto. Purtroppo, chiuso troppo presto, ma sei stato ospite al Tresor di Berlino. Com’è stata questa esperienza? Che dj set hai preparato? Tracce di artisti che ascolti di solito? Con chi condivideresti la consolle?
Dorian Gray: Si, so del leggendario club Dorian Gray e voglio specificare che non l’ho preso da lì il mio pseudonimo (ero un bambino a quei tempi) nè ha avuto alcuna influenza sulla mia scelta, la quale è puramente filosofica e simbolica, ispirata dall’ ancestrale significato letterario.
L’esperienza al Tresor è stata incredibile, ho vissuto la realizzazione di un sogno, ricordo che mentre suonavo non mi sembrava vero e l’energia che ricevevo era così tanta che non avrei più mollato la consolle fino al pomeriggio dopo, mi è dispiaciuto smettere dopo le 3 ore.
Preparai un dj set classico partendo più ambient techno per poi salire sia di bpm che di ruvidità del suono, il luogo ti spinge all’estremo, pura nyctophilia. Le tracce scelte furono sia di artisti che normalmente suono che di qualche artista più classico che ha rappresentato la storia del club nel corso degli anni, e ovviamente qualche traccia mia.
Con chi condividerei la consolle? Con tanti, coloro più affini al mio stile direi, se vuoi qualche nome ti dico Deepbass, The Gods Planet, Blazey Malinowski, Edit Select.. e via di seguito tanti altri…e mi piacerebbe fare il bis con Cio D’Or.
MM: Sei anche molto attivo in termini di podcast. Credi che l’ascolto gratuito di dj set sia un abbattimento di paletti culturali? Preferisci ascoltare musica dal vivo o più in solitaria?
Dorian Gray: Se tutte le richieste di podcast fossero gig request vivremmo in un mondo migliore. La cosa sta un po’ sfuggendo di mano. Non so se l’esser gratuito sia un abbattimento dei paletti culturali o no, ma so che è un fenomeno a due facce: da un lato è utile per farsi conoscere e magari incentivare la tua richiesta, dall’altro l’esagerazione potrebbe sortire l’effetto contrario, che ci si ‘accontenti’ di avere l’artista solo sulla propria series (e pure gratis), disincentivando di conseguenza l’investimento reale sull’artista.
Se dosato quello dei podcast è un fenomeno positivo, ma se abusato nasconde l’effetto boomerang, senonché un rischio di appiattimento generale in cui uno vale uno, in barba al merito e al talento.
Per quanto riguarda l’ultima domanda, preferisco ascoltare musica in solitaria. Ma nascendo clubber mi piace anche andare a ballare.
MM: Sei uscito con etichette del calibro di Northallsen Records, Substrato, TGP, Illegal Alen Records, Circular limited, Systolic. Hai mai pensato di crearne una tua? Quali sono gli aspetti più importanti per te per uscire con quella determinata etichetta?
Dorian Gray: Nel rivolgermi ad una label o nel rispondere ad un loro avvicinamento nei miei confronti considero sempre l’aspetto musicale, artistico/progettuale e l’aspetto umano.
Ci deve essere coerenza e affinità di genere, il progetto mi deve coinvolgere (vedendolo anche come un’opportunità di crescita in prospettiva futura), e anche le persone che stanno dietro devono essere fidate e serie.
Per quanto riguarda l’aprirmi un’etichetta mia, ti dico la verità, ultimamente ho incominciato a pensarci, ma ritengo sia ancora presto. Aspetterò il momento giusto, non solo per motivi di margini di ulteriore crescita personale, ma anche perché ne stanno nascendo come funghi (altro fenomeno che sta sfuggendo di mano) grazie alle piattaforme digitali (Bandcamp ecc.) ove in 2 orette ti sei aperto una label digitale senza registrazione di marchi o promozione professionale e con mastering di bassa qualità.
Non credo in questa metodologia fast food, ma nel lavoro serio del lungo periodo. Semmai investirò nel creare un’etichetta mia lo farò con i crismi classici e necessari, con i rispettivi oneri e onori, per un prodotto solido e qualitativo, sia digital che vinile.
MM: Particolarmente interessante è il disco “Abbandonando la Terra” in collaborazione con Svart1 con Systolic. Suoni acidi, mossi tra ambient e oserei noise music con distorsioni continue. Qual è stato il concetto sviluppato con Svart1? Qual è la sonorità che ti rappresenta di più? La sperimentazione fa parte del processo produttivo di un’artista?
Dorian Gray: Il concept è stato principalmente di unire le 2 sides: quella più distorta, atmosferica e scura con quella più danzereccia e ritmica. Io in questo caso mi sono occupato di quest’ultima. Lo scopo comune era come hai detto giustamente tu di sperimentare un connubio possibile tra i 2 elementi, luce e buio, con i quali mi sento a mio agio in egual misura (come scrisse Wilde nel libro, Inferno e Paradiso fanno entrambi parte di noi).
Si, credo che la sperimentazione sia un passaggio frequente nel lungo percorso di un artista, per capire la sua strada, per perdersi, o per ritrovarsi, per mettersi alla prova, per tentare di creare qualcosa di nuovo e mai sentito, per rinnovarsi, oppure semplicemente per tornare alle proprie origini.
MM: Perseguitato dal proprio narcisismo, Dorian Gray alla fine concorderà un patto con il demonio per rimanere giovane e bello ai danni di un dipinto che lo rappresenta. Pensi che alla fine anche le tue produzioni appassiranno al tuo posto o vivranno in una piccola rappresentazione eterna? (se puoi chiudere l’intervista con un passo a cui tieni del libro di wilde)
Dorian Gray: No, come dicevo all’inizio Dorian Gray è il concept del mio progetto, è la mia musica, quindi al contrario, essa rimarrà eterna ed io invece, come il dipinto in buona parte del racconto, per ora invecchierò al suo posto, ma perlomeno lei è ciò che mi fa sopravvivere e mi cura dalle sofferenze logoranti.
Sicché alla fine del romanzo le parti si invertono e lui muore mentre il dipinto torna intatto, alla fine io tornerò ad essere simbolicamente Dorian Gray e la mia musica il dipinto, rimanendo rappresentato in eterno da essa. Senza perdersi in cavilli sillogistici Dorian e il dipinto sono simbolicamente la stessa cosa, l’uno anima o logora l’altro e viceversa, come io e la mia musica siamo la stessa cosa, sono e rappresento la mia musica ed essa mi rappresenta, e lo fa ora come lo farà per sempre, poiché la mia anima ri-suonerà ipnoticamente attraverso il ritratto di Moreno, il suo specchio Dorian Gray.
Concludo con questo passo direttamente dal romanzo:
“Lo scopo della vita è lo sviluppo di noi stessi, la perfetta attuazione della nostra natura : è questa la ragione d’essere di ognuno di noi. Oggi gli uomini hanno paura di sè, hanno dimenticato il più alto di tutti i doveri, quello che abbiamo verso noi stessi”.
ENGLISH VERSION
Moreno Mariotti, aka Dorian Gray, is an Italian DJ and producer. After “Gliese Systems” and the new work “The Sun Alliance” we managed to interview him.
Dorian Gray is the stage name of Moreno Mariotti, an Italian dj and producer.
Set on a cliff between experimental voluptuousness and determination to enter the general public, Dorian Gray emulates the great writers of the 20th century, weaving musical descriptions rich in sophisticated frequencies and surreal tones, clarifying that literature and music are made of the same thing.
After a successful 2018, including the very successful “Gliese Systems” Ep with TGP Records is already available “The Sun Alliance” in the 2019 in collaboration with Aleja Sanchez publish it by Android Muziq (australian label).
Between ambient, drone, techno and progressive trance inspired by the ’90s, Dorian Gray manages to wedge within the thicker social layers, uniting different musical timbre, projecting into desperate and disparate musical research, curious and enterprising.
By acclaiming the advent of night and darkness, the doors open to the nyctophili, bringing home the entrails of an artist who lives on music and music, with the ambition that one day his name will be remembered more for the ideas that for the fashion of the moment, remembering that the works have their own identity, assimilated in various ways to eternity, just like Dorian Gray, son of narcissism, to whom his image will benefit the eternity of his name .
We had a chat with Dorian Gray.
MM: Hello Dorian Gray and thank you for accepting our invitation. Let’s start immediately with your stage name: Dorian Gray. There are two reasons that intrigue me the most. The first is if you are afraid of getting old, the second is the correlation between literature and music.
Dorian Gray: Hello and thank you for the invitation. To the name Dorian Gray I attributed a concept of eternity, capture a moment and make it eternal and continuous, just like in a hypnotic loop created in the studio, I can age or wear out but he will remain there forever … which is also the literary and magical meaning of the music, its immortality, and to let the emotions of a whole life remain alive through her.
MM: You are fond of astronomy, ancient teachings and pagan rites. Can you better explain the last two and give some examples of pagan rites and how did you approach them? What influence do you have on your musical production?
Dorian Gray: Yes, I am a passionate reader of mythology and esotericism, and the stories of a distant past are a great inspiration for my creativity in the studio. Imagining a civilization that had already reached a high technological and spiritual maturity (before a catastrophe that swept away much of it) stimulates my imagination. Many of them have inherited ancient writings that made sure that wisdom did not disperse, but that remained in the hands of a few …
… those few, whom I encountered in my travels, doing my ritual experiences (for example the Ayahuasca in Brazil) that operated on my conscience. In addition, having lived in Scandinavia for some time, I have lived a society that still respects ancient pagan rituals within it, which follow the advent of the seasons and the lunar cycles. Nature, tribal and shamanic dances are an undoubted inspiration for a techno artist, a genre purely based on continuous percussion.
MM: Your first outing was Nyctophilia in 2015 with the Edit Select remix. Nyctophilia is love for the night and all that goes with it. Do all DJs call themselves nyctophili? How important is the night for an electronic music producer?
Dorian Gray: Yes, I understood this as feeling comfortable in the dark of the night, that reassuring moment when the world stops and your creative mind wakes up and draws on the most hidden emotions during the mechanical rhythms of the day. It is the moment for oneself and for connecting with more awareness to one’s self. I do not know how it is for others, so it often works for me. I think it also depends on where you live, in a big city without much contact with nature I think the night takes more importance in the creative process.
MM: Your productions are full of atmospheres deep / drone / ambient / trance, connected in some way to the passions that you pursue beyond the music. Do they also represent a conscientious state that you live or is it simply momentary inspiration given the events surrounding you?
Dorian Gray: Both I would say, sometimes it is an elusive inspiration, to give meaning to an emotional event experienced (positive or negative), sometimes it is a real awareness which involved my existence in a tangible way. The inspirational flow is difficult to rationalize in words, is more like a trance state and requires great sensitivity. Not all producers have it, for many to make a track is a mere task, only mind the technicalities. The creative process of the artist is more complex and sometimes passes through a latent suffering in which the creative act represents the cure and / or the liberation.
MM: Android Muziq, the Australian label that published your first work was also the one who presented the latest The Sun Alliance with Aleja Sanchez. What relationship do you have with both? What do you think of women in the musical field?
Dorian Gray: I have an excellent relationship with Android Muziq, I’m glad to collaborate with them every now and then, especially because being so far from the European fulcrum, I approached them a bit to say. Aleja is a friend and artist that I respect very much, as well as being always welcome guest on her label Northallsen.
Of women in music I think the same as men, if they are good they deserve the same opportunities. This is why I’m happy when it’s their music that speaks for them and not the captivating physicality often expressed on social media. I do not like to see those who cunningly pursue a career with alluring selfies and almost pornographic poses taking advantage of the vast male stupidity. In this way they use wrong power, subjecting themselves consciously or unconsciously to male domination. I believe we have come to parity from this point of view so personally I do not consider such traversing paths necessary or the self-ghettoization of some events marked only ‘feminine’ or ‘female’ that if you want …
Those who are good and deserves should go on regardless of their appearance, color, gender or sexual orientation. If we eat a delicious dish in a restaurant, we usually say ‘congratulations to the chef’ by not caring about it, and even seeing it would not change our judgment. So let’s let the music speak and return to the protagonist.
MM: Gliese Systems, the EP with Tgp (The Gods Planet) by Claudio PRC and Ness, is one of your best records, released with one of the best Italian labels in the field. Can it be a motive of proud patriotism? We know that in Italy at the level of clubbing things are not going very well. How do you see these two variables? Can productions meet live in our country? How would you describe the relationship between Italy and electronic music?
Dorian Gray: Thank you, I’m very happy with this album, because until then I was always released on foreign labels and at the national level they are the artists who inspired me most from the beginning of my career.
In Italy, unfortunately, the realities that value local talent are few since the end of the 90s. The direction taken from then on by the clubs was without passion and only for ‘drawer’ without building an electronic culture, if not that of the great guest who comes from who knows where, as if all the good baked from the country until then he had been lost. In those years contributed to the deterioration of the relationship between the country and electronic music also the exploitation of certain misfortunes related to road killings, an argument that demonized the genre by creating totally wrong mental associations and an absence of prevention policies from a more northern European vision.
I think it is also a consequence of the economic and cultural impoverishment of Italian society of the last twenty years, a decadentism that has inspired many Italian artists, but who have found space only abroad (well-lived paradox also from me in the first person, to have dates up to Asia and the United States and then not be called in the club ‘home’, discrace also fed by extreme individualism and high competitiveness based on the typically Italic concept of giving to have: ” I’ll call you if you make me too .. you give me .. something in return “, then offer only their skills behind the console is no longer enough in Italy is a malpractice, a mentality, a cancer that consequently feeds intellectual prostitution and ‘paraculisms’ of all sorts, especially through social media).
However it is not all black, some small Italian reality that is doing well and should be emphasized there. The first that comes to mind is Masada in Milan.
MM: Surely you know that at the turn of the 80s and 90s in Frankfurt there was one of the most famous clubs in the world, the Dorian Gray. Unfortunately, closed too early, but you were a guest at the Tresor in Berlin. How was this experience? What dj set did you prepare? Tracks of artists that you usually listen to? Who would you share the console with?
Dorian Gray: Yes, I know of the legendary club Dorian Gray and I want to specify that I did not take my pseudonym from there (I was a kid at the time) nor did he have any influence on my choice, which is purely philosophical and symbolic, inspired by ancestral literary meaning.
The experience at the Tresor was incredible, I experienced the realization of a dream, I remember that while I was playing it did not seem true and the energy I received was so much that I would not give up the console until the afternoon afterwards, I was sorry to stop after 3 hours.
I prepared a classic dj set starting more ambient techno and then going up both bpm and roughness of sound, the place pushes you to the extreme, pure nyctophilia. The chosen tracks were both of artists that normally sound that of some more classical artist that has represented the history of the club over the years, and of course some traces of mine.
Who would I share the console with? With many, those more similar to my style would say, if you want some name I’ll tell you Deepbass, The Gods Planet, Blazey Malinowski, Edit Select .. and so many more … and I’d like to do an encore with Cio D’Or.
MM: You are also very active in terms of podcasts. Do you think that the free listening of DJ sets is a demolition of cultural stakes? Do you prefer to listen to live or solo music?
Dorian Gray: If all podcast requests were gig requests we would live in a better world. The thing is a little ‘getting out of hand. I do not know if being free is a knock down of cultural stakes or not, but I know that it is a two-sided phenomenon: on the one hand it is useful to be known and maybe incentivize your request, on the other the exaggeration could result the opposite effect, which is ‘satisfied’ to have the artist only on his own series (and also free), thereby discouraging the real investment on the artist.
If dosed that of podcasts is a positive phenomenon, but if abused hides the boomerang effect, but a risk of general flattening in which one is worth one, in spite of merit and talent.
As for the last question, I prefer to listen to solo music. But when I’m clubber, I also like going dancing.
MM: You came out with the likes of Northallsen Records, Substrate, TGP, Illegal Alen Records, Circular limited, Systolic. Have you ever thought of creating your own? What are the most important aspects for you to go out with that specific label?
Dorian Gray: In addressing a label or responding to their approach towards me I always consider the musical, artistic / design aspect and the human aspect.
There must be coherence and gender affinity, the project must involve me (also seeing it as an opportunity for growth in the future), and the people behind it must also be trustworthy and serious.
As for opening my own label, I tell you the truth, lately I started thinking about it, but I think it’s still early. I will wait for the right time, not only for reasons of further personal growth, but also because they are emerging as fungi (another phenomenon that is getting out of hand) thanks to digital platforms (Bandcamp etc.) where in 2 hours you have opened a digital label without trademark registration or professional promotion and with low quality mastering. I do not believe in this fast food methodology, but in serious long-term work. If anything I will invest in creating my own label, I will do it with the classic and necessary chrism, with the respective charges and honors, for a solid and qualitative product, both digital and vinyl.
MM: Particularly interesting is the disk in collaboration with svart1 with systolic. Sounds acid, moved between ambient and dare noise music with continuous distortions. What was the concept developed with Svart1? What is the sound that represents you the most? Is experimentation part of an artist’s production process?
Dorian Gray: The concept was mainly to combine the two sides: the most distorted, atmospheric and dark with the most danceable and rhythmic. In this case, I dealt with it. The common purpose was, as you rightly said, to experience a possible union between the two elements, light and dark, with which I feel at ease in equal measure (as Wilde wrote in the book, Hell and Heaven are both part of us) .
Yes, I believe that experimentation is a frequent passage in the long journey of an artist, to understand his path, to get lost, or to find himself, to test himself, to try to create something new and never heard, to renew himself, or simply to return to their origins.
MM: Persecuted by his own narcissism, Dorian Gray will eventually agree a pact with the devil to remain young and beautiful at the expense of a painting that represents him. Do you think that eventually your productions will fade in your place or will they live in a small eternal representation?
Dorian Gray: No, as I said at the beginning Dorian Gray is the concept of my project, it’s my music, so on the contrary, it will remain eternal and I instead, like the painted a good part of the story, for now I will grow old in its place, but at least she is what makes me survive and takes care of the wear and tear.
So that at the end of the novel the parts are reversed and he dies while the painting returns intact, in the end I will be symbolically Dorian Gray and my music the painting, remaining forever represented by it. Without getting lost in syllogistic quibbles Dorian and the painting are symbolically the same thing, the one soul or wears the other and vice versa, as I and my music are the same thing, I am and represent my music and it represents me, and he does it now as it will forever, since my soul will re-sound hypnotically through the portrait of Moreno, his mirror Dorian Gray.
I conclude with this passage directly from the novel:
“The purpose of life is the development of ourselves, the perfect implementation of our nature: this is the raison d’être of each one of us Today, men are afraid of themselves, they have forgotten the highest of all duties, what we have towards ourselves “.