Dopo mesi di silenzio, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, scioglie la riserva e dice sì all’opera. Le motivazioni sarebbero da rinvenire nei maggiori costi da sostenere per annullare l’opera. Scontento tra gli esponenti M5S e soddisfazione di Salvini e delle opposizioni. La posizione del Ministro Toninelli si fa più debole.
Le parole del Presidente Conte
La Tav si farà. Nella diretta Facebook di ieri il Premier Conte, pur ricordando le sue precedenti dichiarazioni della conferenza stampa del 7 marzo (durante la quale illustrò gli aspetti critici dell’opera e manifestò la sua contrarietà alla realizzazione della stessa), ha comunicato che allo stato attuale non realizzare la Tav sarebbe più costoso che farla.
Alla base del ragionamento del Premier i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia; tuttavia i mesi di silenzio sulla questione pare non siano ascrivibili ad un immobilismo del Presidente del Consiglio, bensì ad un lavoro dietro le quinte mirante a rielaborare il progetto in modo da risparmiare sui costi di realizzazione.
La diretta Facebook
Il Premier, infatti, ha dichiarato:
“Sono pervenuti dei fatti nuovi, elementi da tener conto nella risposta che dobbiamo dare” all’Europa “entro venerdì. L’Ue si è detta disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%, questo ridurrebbe i costi” per l’Italia.
Durante il discorso, Conte è apparso cauto nella scelta delle parole e ha rimesso al Parlamento la possibilità di adottare una decisione per fermare l’opera; queste parole sembrano motivate dalla volontà di non scontentare eccessivamente la compagine pentastellata del governo, storicamente contraria all’opera, al punto tale da farne una delle principali battaglie politiche.
Le dichiarazioni degli esponenti M5S
Nonostante tutto, sono molti gli esponenti del M5S critichi nei confronti della decisione del Presidente del Consiglio, a cominciare dal Vicepremier Luigi Di Maio che ha commentato brevemente le parole di Conte:
“Rispetto il capo del governo ma resto contrario alla Tav”.
In una nota congiunta, i capigruppo M5S, Stefano Patuanelli e Francesco D’Uva hanno dichiarato:
“Alla luce delle dichiarazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ringraziamo per l’impegno, chiederemo che sia il Parlamento ad esprimersi e in aula vedremo l’esito della votazione. Vedremo chi è a favore di un progetto vecchio di 30 anni e chi invece sceglierà di avere coraggio. […] In merito al Tav la posizione del MoVimento 5 Stelle non cambia. Il nostro No a un’opera che rischierebbe di nascere già vecchia è deciso”.
A livello locale la situazione non cambia
A livello locale la situazione non cambia; il consigliere regionale Francesca Fredani, valsusina e No Tav, è la più critica tra i 5 stelle ed ha affidato a Facebook la sua amarezza circa la decisione del Premier:
“Non posso condividere le parole di Conte. Tirare in ballo l’Europa per giustificare il TAV è una foglia di fico traballante. Lo era per altri governi e lo è a maggior ragione per questo. L’esito della costi benefici è stato chiaro: il TAV non si deve fare. Poco importa se ora si tirano in ballo ipotesi di aumento di fondi europei: parliamo comunque di soldi dei cittadini, sottratti ad altre priorità.
E comunque non è mai stata solo una questione economica: Il No alla TAV è il No ad un modello di sviluppo che arricchisce pochi a scapito dei molti, che devasta l’ambiente, che spreca risorse”.
E Chiara Appendino?
Dello stesso avviso Chiara Appendino:
“Non sapevo che la decisione sarebbe arrivata ieri sera, sapevamo che c’era un percorso avviato con la Francia e prendiamo atto che il premier non sia riuscito a trovare un accordo per la ridiscussione integrale dell’opera, da oggi la palla passa al Parlamento. […] L’amarezza e la frustrazione sono legittime, spero che il Movimento 5 Stelle sia coerente in Parlamento ma d’altra parte non abbiamo il 51%”.
La risposta del movimento No-Tav
Com’era prevedibile, la decisione è stata criticata aspramente dal movimento No-Tav, da sempre contrario all’opera e che da anni lotta contro la sua realizzazione, talvolta arrivano a violenti scontri contro le forze dell’ordine. Gli attivisti hanno annunciato che nella giornata di sabato pomeriggio si terrà una manifestazione di protesta.
Parole durissime, invece, quelle di Nilo Durbiano, ex sindaco di Venaus, in Val di Susa:
“Credo che il M5s abbia deciso di scrivere il proprio testamento politico. La loro avventura è conclusa. […] Il Governo e il ministro Salvini non mettono in conto del disastro sociale che questa scelta comporterà. […] Qui in Val di Susa si respira, nella migliore delle ipotesi, aria di delusione. Il resto sarà il tempo a dirlo. Io osservo e sono molto preoccupato. […] Questi stanno scherzando col fuoco. Io sono una persona non violenta e ho paura della violenza, però questa è istigazione alla violenza.
Le voci della Lega e delle opposizioni
C’è soddisfazione per la decisione, invece, da parte della componente leghista del governo; il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha gradito le parole di Conte:
“La TAV si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi!”
Uguale soddisfazione è stata espressa dai principali esponenti delle opposizioni.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, in un tweet si dice contenta delle decisione presa e non risparmia una stoccata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Toninelli:
Nicola Zingaretti, segretario PD, non risparmia critiche per la lentezza nell’assumere questa decisione:
In ultimo, le parole del neogovernatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio:
“Queste erano le dichiarazioni che attendevamo da tempo. E ora si proceda con la formalizzazione all’Europa di questa posizione e sì vada avanti con i cantieri. Il Piemonte non può più aspettare”.
Il ministro Toninelli
La decisione, inevitabilmente, porta con sé numerose critiche nei confronti di Danilo Toninelli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che si era speso molto nei mesi e negli anni precedenti per fermare la realizzazione dell’opera.
Uno degli ultimi atti del Ministro è stato il licenziamento di Pierluigi Coppola, esperto del Mit e membro della commissione sulla Tav, presieduta da Marco Ponti, che realizzò un’analisi costi-benefici dell’opera con un risultato negativo del lavoro stesso. Il licenziamento di Coppola è da ascriversi alle numerose interviste non autorizzate nella quale manifestava perplessità sui risultati del lavoro.
Sono in molti, ora, a chiedere le dimissioni del Ministro, da sempre criticato per la sua inadeguatezza rispetto al ruolo che ricopre; la decisione del Presidente del Consiglio non fa altro che indebolire ulteriormente la sua posizione.
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