DOTA Dragon’s Blood: alla scoperta della prima stagione

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Di Redazione Metropolitan

Il nuovo anno porta sempre novità, e per noi nerd gennaio è il mese che segna l’inizio di un nuovo catalogo di “cose da fare”. Che si tratti di videogames, di film, di libri, di serie tv o di chissà cos’altro, la questione non cambia. Netflix da sempre grandi soddisfazioni in quanto a novità (qui potete trovare tutte le uscite di gennaio 2022), e tra queste c’è proprio l’argomento di oggi: DOTA Dragon’s Blood.

DOTA Dragon’s Blood: di cosa si tratta

DOTA Dragon’s Blood è una serie animata originale Netflix, la cui seconda stagione arriverà sulla piattaforma il 18 gennaio 2022. La prima stagione era uscita il 25 marzo 2021, composta da 8 episodi di circa 30 minuti l’uno. Quest’opera è tratta dal celebre videogioco DOTA 2, il secondo moba più famoso e giocato (il primo è ovviamente League of Legends). A differenza di altre serie tratte da mondi videoludici però, questo DOTA è passato molto in sordina. Netflix ci sta abituando a questo genere con serie del calibro di Castlvania (conclusasi quest’anno con la quarta stagione), di The Witcher o dell’acclamatissima Arcane. Eppure DOTA Dragon’s Blood, nonostante la grande community del gioco da cui è tratto, non ha avuto tutto questo successo, forse andando sotto le aspettative.

Ma non disperatevi, solo perché non è così famosa non significa che non vale la pena guardarla, ed io sono qui apposta per farvela scoprire, o per darvi una rinfrescata alla memoria in attesa della nuova stagione.

DOTA Dragon’s Blood: la trama

La principessa Mirana, accompagnata da Marci, la sua tenera scudiera (o forse guardia del corpo visto quanto forte picchia), è partita dal regno della Luna. Il suo compito è ritrovare i fiori di loto, i simboli sacri di Selemene, dea della Luna. Questi fiori sono stati rubati dagli elfi, seguaci e adoratori di Mene, l’altra dea della Luna, ormai scomparsa a causa della prepotenza di Selemene. Il suo viaggio di ricerca le fa incrociare Davion, un cavaliere cacciatore di draghi. Lui non è però come gli altri cacciatori: dopo uno scontro tra il grande drago rosso Slyrac ed il temibile demone Terrorblade, il corpo di Davion si lega allo spirito del morente drago. Questo evento gli consente di trasformarsi in una potente bestia, lasciando però a Slyrac il possesso del suo corpo. Davion decide di seguire Mirana e Marci per cercare risposte sulla magia da lui subita, ma ben presto i tre si accorgono di essere entrati in situazioni più grandi di loro.

DOTA - photcredits:https://www.netflix.com/
Mirana, Davion e Marci – credits: netflix

Il demone Terrorblade sta uccidendo tutti i draghi maggiori per poter acquisire abbastanza potere da plasmare il mondo a proprio piacimento. Nel mentre Selemene si rivela essere una divinità diversa da ciò che si è sempre immaginato. I protagonisti di questa storia, comuni mortali, si ritrovano quindi immersi in scontri tra esseri nettamente superiori, con la loro speranza che vacilla e le loro certezze che vanno ben presto in frantumi.

DOTA Dragon’s Blood: opinione di un ignorante del gioco

Partiamo dal presupposto che io non ho mai giocato a DOTA 2 e che quindi non conosco niente della lore del gioco. E partiamo anche dal presupposto che DOTA Dragon’s Blood non è un capolavoro. Tuttavia sono convinto che meriti più attenzione di quella che gli è stata data. Questa è una buonissima serie fantasy, rivolta per un pubblico più maturo di quello che può sembrare al primo sguardo, soprattutto per la forza delle scene violente e sanguinose.

La trama di questa serie è piacevole, riesce infatti ad intrattenere ed incuriosire dando sempre nuovi spunti ed interrogativi agli utenti. Forse in certi casi fin troppi. È molto interessante perché la narrazione è parecchio dinamica, ma a volte ci spinge verso sottotrame poco importanti e che allungano la trama principale dando però la sensazione che la storia voglia temporeggiare. Queste sottotrame sono a volte risolte in modo troppo veloce o lasciano interrogativi aperti che poi non trovano una vera e propria conclusione. Fortunatamente essendo sottotrame, sono facilmente dimenticabili e non hanno una grande importanza per seguire al meglio la trama principale.

Il comparto tecnico è però la parte migliore di questo prodotto. Lo stile di disegno è semplice, cosa che personalmente apprezzo molto. Nonostante questa semplicità la serie riesce però a brillare proprio nelle scene più complesse, con la punta di diamante nelle scene d’azione e nei combattimenti. La serie riesce ad eccellere sia nei combattimenti più tradizionali, con armi classiche, sia in quelli più maestosi grazie alla magia. Tutti risultano essere veloci, intrattenenti, in grado di trasportarti dentro l’azione per sentire il dolore, lo sforzo e la soddisfazione della vittoria.

In conclusione

Se siete fan del fantasy, vi consiglio di dare uno sguardo s DOTA Dragon’s Blood, gli otto episodi passano in fretta ed in modo piacevole e, seppur imperfetto, sa trasportarti in un coinvolgente mondo fatto di mostri, draghi e magia. La seconda serie, come detto prima, uscirà a breve. Siete ancora in tempo per recuperavi la prima, per prepararvi all’uscita di una nuova stagione che si prospetta in grado di dare risposte ai misteri del passato e aprire la storia a nuovi orizzonti e nuovi intriganti spunti.

Gabriele Bruni

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