Il titolo dell’ultimo romanzo di Sally Rooney, Dove sei mondo bello, è la traduzione di un verso di Friedrich Shiller e allo stesso tempo un interrogativo che resta sospeso senza il punto di domanda. Una prima manifestazione di quello stile indiretto libero che caratterizza la scrittura della giovane autrice irlandese. Dopo il successo di Normal People (2018), ritorna a parlare di relazioni umane, allargando il campo alla sfera dell’amicizia femminile e ai grandi temi che la generazione dei trentenni di oggi si ritrova a dover affrontare.
Dove in “Normal People” le pagine scorrevano fluide intrecciando in maniera inestricabile le emozioni di Connel e Marianne, “Dove sei, Mondo bello” presenta una struttura più solida in cui allo scambio di email tra le due amiche di lunga data Alice e Eileen si alternano i capitoli in cui la voce narrante interviene, restituendo uno sguardo distanziato delle vicende raccontate soggettivamente nello scambio epistolare. Nascono così le sue incredibili descrizioni dalla limpidezza miracolosa, come quelle degli interni dove si muovono i personaggi.
Gli oggetti minuti prendono vita, come la scrivania da lavoro sfiorata dalla luce che filtra dalla finestra al mattino. L’autrice cattura ogni attimo seppur trascurabile, come una goccia di birra che scivola da un bicchiere e ogni gesto, ogni sguardo. Alice, Eileen, Felix e Simon, sono loro i protagonisti, i volti della contemporaneità ritratti da Rooney. Volti spesso illuminati dalla luce blu-grigiastra di uno schermo, che sia il portatile dove lavorano o lo smartphone su cui aspettano trepidanti un messaggio.
“Dove sei, mondo bello”, Sally Rooney: cronaca di una corrispondenza intima
Le ventinovenni Alice e Eileen sono entrambe impegnate nel mondo editoriale. Alice, dal fisico snello e i capelli scuri, dopo aver scritto due romanzi di successo viaggia nelle capitali europee per ricevere premi e promuovere il suo lavoro, per poi fermarsi in un piccolo paese dell’Irlanda dove si innamora del magazziniere Felix. Eileen, avida lettrice, anche lei dai capelli scurissimi, si occupa della revisione e correzione di testi per una prestigiosa rivista letteraria, sulla quale ha pubblicato negli anni dell’università un saggio memorabile su Natalia Ginzburg, autrice molto amata da Sally Rooney che la colloca in esergo al libro.
I due personaggi maschili del libro Felix e Simon, sono agli antipodi per provenienza sociale e stile di vita. Entrambi però vengono colpiti dalle lame di intelletto si Alice e Eileen, i loro rapporti sono paritari, non c’è disparità nei rapporti di potere, soltanto relazioni vacillanti, di ricongiungimenti e allontanamenti tra le strade di Roma o Dublino, dove il cielo ha una posizione di predominio assoluto.
Il testo si presta in diverse occasioni a riflessioni sull’andamento generale del romanzo euroamericano contemporaneo, come quella di Alice sul fatto che i romanzi oggi dovrebbero parlare delle persone reali, dei loro problemi di tutti i giorni, insomma della vita ordinaria. In un pianeta definito da Alice in rapido decadimento, il mettere per iscritto frammenti della propria esistenza in una corrispondenza intima con una persona cara diventa un tentativo per aggrapparsi alla vita.
La scomparsa della bellezza nel mondo contemporaneo
Tra i diversi temi affrontati da Alice e Eileen c’è quello della scomparsa del bello dal mondo. Mentre Eileen ritiene che gli umani hanno perso l’istinto del bello nel 1976, quando la plastica è diventato il materiale più diffuso, Alice ribatte che questo mutamento antropologico-estetico si sia concretizzato con la caduta del muro di Berlino. È da questi presupposti che si sviluppa il loro piccolo sforzo quotidiano di ricerca del bello.
Alice lo ritrova nell’amicizia e nel sesso, nella stupidità delle dinamiche amorose, temi sempre molto presenti nei tre romanzi di Sally Rooney; mentre Eileen nei piccoli momenti di estasi quotidiana, quando ci scontriamo con qualcosa che ci procura piacere (bianche tazzine di caffè, pomeriggi azzurri, sere dorate…). Ci troviamo nell’ultima stanza illuminata prima delle tenebre, testimoni di qualcosa. Probabilmente in queste poche righe risiede un esempio di quel bello che ancora resiste nel mondo, dobbiamo solo tenere gli occhi ben aperti per non farcelo sfuggire.
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Eleonora Ceccarelli