Dungeon Munchies è stata una sorpresa dall’inizio fino alla fine della mia prova finalizzata a questa recensione. L’indie game dal sapore retrò tutto pixel e animazioni scattose presentato all’ultimo Nintendo Indie Showcase mi ha colpito a più riprese con sorprese ora ludiche, ora narrative. Non lasciatevi ingannare dalla semplicità estrema di questa produzione cinese, targata “Studio maJala”. E da quando Dungeon Munchies è approdato su Steam nel 2019 ne è passato tanto di succo di zombie sotto i ponti; ma anche sotto le piattaforme di gioco e le coltivazioni di pomodori, banane, durian e spighe di grano senzienti. Nel senso che sentono, sentenziano e si spazientiscono pure a volte. Eh? Ok, piano; andrei con ordine, proprio come fa il gioco del resto. Un’assurdità alla volta per non sciogliervi il cervello tutto insieme.
Dungeon Munchies Recensione, mi aspettavo un Rogue
Non avevo alcuna accortezza dell’esistenza di Dungeon Munchies fino al giorno della pubblicazione del trailer per Switch. Eppure, ho scoperto dopo, la community internazionale di fan del gioco è alquanto vispa e vibrante. Non esattamente numerosissima, ma indubbiamente molto più unita di quanto mi sarei mai aspettato. Tanto che su Discord, nota app di messaggistica e comunicazione, è stato aperto un canale dedicato e vissuto per consentire agli sviluppatori di ricevere feedback; consigli e opinioni. A una prima occhiata quindi, dicevo, il gioco dal trailer mi era sembrato semplicemente un altro Rogue-like/lite tra i tanti nati dopo il rinnovato successo del genere. Differenziato dalla massa per via della meccanica di “cibo magico” sostitutiva del concetto “equipaggiamento e quirk”.
Che significa? In The Binding of Isaac, ad esempio, il protagonista si potenzia sfruttando strane reliquie pseudo religiose, o comunque legate alla sua sfera psicologica. Mentre lo zombie protagonista di Dungeon Munchies, invece, divora pietanze magiche e subisce “chirurgie forzate” che lo dotano di poteri e abilità diverse in base al cibo ingurgitato. Cibo che, però, deve prima cucinare presso appositi checkpoint; consumando valuta in game ottenibile uccidendo mostri, e combinando ingredienti diversi lootabili dai suddetti avversari nascosti nei meandri dei dungeon. Non pensate però di poter diventare in breve tempo imbattibili mangiando fino a scoppiare. Come per i normali equip a disposizione di altri action simili, in Dungeon Munchies dovrete comporre vere e proprie build mirate a massimizzare poteri e abilità specifiche. Con un limite pre-imposto di 6 cibi (e sei poteri/potenziamenti conseguenti) incamerabili contemporaneamente nel nostro stomaco contemporaneamente.
N.B. una volta cucinato il cibo resta per sempre a nostra disposizione come un pezzo di equip, e si può equipaggiare o rimuovere a piacimento all’infinito.
Mi son beccato un’Action Novel
Caratteristica fondamentale di Dungeon Munchies, dicevo, è il suo essere un gioco story-driven fatto e finito. Ovvero, un titolo con un inizio, uno svolgimento e una fine (quasi). Che ci porta di Dungeon in Dungeon, ciascuno caratterizzato con biomi e assurde creature ibride vegetali – animali; ma anche vegetali – minerali – elementali – virus – ammassi putridi di carne – aiuto e quello che sarebbe. Non, ripeto, un Rogue, con mappe randomiche o procedurali che si resettano a ogni morte. Ma un Action 2D con elementi e velleità platform, mixato… con una Novel. Già, perché Dungeon Munchies manifesta fin dall’inizio la notevole importanza della narrazione; mandata avanti tramite deliziose (anche quando diventano inquietanti a gioco avanzato) illustrazioni.
Sfruttando, inoltre, un cast di personaggi iconici tutti ottimamente caratterizzati. Non tarderete, se conoscete l’inglese (il gioco non è sub-ita), a infatuarvi della necromante-chef Simmer; nostra “resuscitatrice” con l’obiettivo di tramandare le sue conoscenze magico-culinarie a un erede. Nello specifico, un erede zombie, che non avrà certo problemi di sopravvivenza all’ingeneroso tempo dei mortali. Vi consiglio di leggere attentamente ogni dialogo, e di osservare il mondo di gioco con attenzione: la storia è INCREDIBILE, assurda, mai banale ed emozionante.
Il mix, a dire il vero, funziona piuttosto bene. Tutte le singole componenti si intrecciano armonicamente proponendo un titolo con curva di difficoltà crescente bilanciata. Anche e soprattutto in seguito all’ottenimento di ricette variegate, armi principali e secondarie efficienti, e combinazioni delle prime e delle ultime “smart”. In modo abbastanza autoesplicativo, infatti, vi troverete a comporre un personaggio che tragga il meglio da una o dall’altra build; finalizzata a evocare minion alleati; piuttosto che a eseguire letali combo di spada/lancia/ascia; o ad avvelenare Boss e nemici fino a farli morire di dolore e sanguinamento. La varietà in tal senso è assoluta, e realmente mi è parso non ci fossero combinazioni superiori o sbilanciate. Piuttosto, combo più o meno efficienti in base alle capacità del giocatore, e al suo playstile. Aggressivo? Attendista? Decidete voi: Dungeon Munchies vi soddisferà tutti.
Pixel un po’ indigesti…
Purtroppo, il menù di Dungeon Munchies è, oltre che vario, anche abbastanza pesante da digerire. Non quantitativamente, dato che “più opzioni più divertimento”; specialmente quando sono tutte bilanciate tra loro e con il power level dei nemici. Piuttosto, tecnicamente e “visivamente”. La grafica in pixel art 2D laterale che dall’inizio alla fine caratterizza il titolo diventa, a lungo andare, un nemico. Per la Nintendo Switch anzitutto, che in portatilità fa fatica, spesso e volentieri, a caricare mantenendo l’indispensabile fluidità di 60 fps. Quando gli attacchi di Boss ostici riempiono lo schermo in stile bullet hell, o quando una valanga di avversari ci piomba addosso per fermarci, infatti, fastidiosissimi lag e freeze minano l’esperienza portatile di Munchies.
“Giocalo in fisso” direte voi. Se non fosse che comunque, le sessioni platform, ad esempio, non rappresentano sempre una sfida “impegnativa”; quanto piuttosto una challenge “da button smasher”. Non sempre, infatti, la deliziosa pixel art di cui sopra riesce a restituire con precisione un’idea delle hitbox di ostacoli, spine, avversari e via dicendo. E anche se, effettivamente, morire durante il platform è abbastanza difficile, arrivare a combattere un’orda di mob con metà vita è comunque una sfida ben poco probante e piacevole. Con qualche aggiustamento, ne sono certo, almeno la solidità in fps può di certo essere ripristinata in portatile come in fisso. Ma per ora, il porting per Switch risulta essere parecchio al di sotto del gioco per PC disponibile su Steam.
Dungeon Munchies Recensione, in conclusione: una vera sorpresa
Dungeon Munchies è stata una vera sorpresa. La storia narrata tra momenti di pura ludicità action sarebbe già di per sè un motore sufficiente a motivare la nostra prosecuzione dell’avventura. Ma è con il sistema di equipaggiamento, cibo e ricette da scovare in giro per la mappa che il gioco trova la sua chiave di volta. E anche se il sistema di abilità ed equip proposti non si discosta da stilemi già visti e rivisti; seppur la trama segua canoni, topoi e personalità tipiche delle produzioni Novel/anime/manga, l’interpretazione unica fornita dal team maJala è sufficientemente atipica da essere originale. Da un insieme di parti non nuove ben amalgamate, sapientemente cucinate e trasformate, insomma, è nato Dungeon Munchies. Un alimento completo dal deciso sapore di indie; con un retrogusto platform acidulo, ma sopportabile; e una consistenza (narrativa) che viaggia dal “cute” al “creepy”, financo all’ ”horror” senza battere ciglio.
IMPORTANTE: Al momento il titolo è stato reso disponibile nella sua versione “in accesso anticipato”, similmente a quanto accade su Steam. Date le premesse, quindi, e siccome comunque il gioco è già abbastanza completo e longevo anche così, gli attribuirò comunque un voto finito sin da subito. Riservandomi di tornare su questo pezzo, o di integrarlo con un altro, non appena la parte conclusiva sarà, in futuro, resa disponibile per tutti su Switch!
DUNGEON MUNCHIES RECENSIONE | TESTATO SU NINTENDO SWITCH OLED
+Illustrazioni davvero gradevoli
+Personaggi ben caratterizzati, trama godibile e davvero “a sorpresa”
+Potenziamenti (tanti e tutti diversi) bilanciati con il power level di mob e Boss
+Level design intricato e ben costruito in ogni bioma…
-… ma le sezioni platform funzionano così così
-Su Switch è tecnicamente da sistemare
-Colonna sonora a tratti (lunghi tratti) non pervenuta