Dungeons And Dragons: (ri)scoprire le nuove frontiere dello storytelling

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Di Redazione Metropolitan

Chi ha giocato a Dungeons And Dragons almeno una volta sa perfettamente quale sia il suo fascino, rimanere indifferenti non è per niente semplice.

La libertà di vivere avventure fantastiche, plasmare il mondo con le tue scelte, immergerti in una vita che non è la tua ma che, sessione dopo sessione, in qualche modo lo diventa, ritrovandoti a provare emozioni così reali semplicemente stando intorno ad un tavolo, è un’esperienza che non finisce mai di sorprenderti.

Ma spiegare fino in fondo cosa può essere Dungeons And Dragons, cosa può diventare e cosa può contribuire a creare è qualcosa che forse nemmeno chi, come me, gioca da anni e anni riesce a comprendere del tutto.

O forse lo sa benissimo, ma nel piccolo cosmo nel quale vivono i nostri personaggi non ha ben chiaro cosa fare con il potere che gli è stato concesso, se non continuare a godere della magia che questo gioco è in grado di generare.

La verità è che non so nemmeno io perché mi sono ritrovata a scrivere tutto ciò o dove voglio arrivare, so solamente che esco da una brutta dipendenza da Critical Role (che per chi non lo sapesse è uno show di Dungeons And Dragons live, creato da un gruppo di doppiatori americani appassionati, pionieri di questo format), ancora non del tutto sotto controllo, e sono rimasta letteralmente estasiata da quello che in realtà sapevo già.

Dovevo dare sfogo a quello che stavo processando: attraverso Dungeons And Dragons è possibile raggiungere realmente un nuovo livello di storytelling ed intrattenimento, fatto di spontaneità, imprevedibilità ed emotività travolgente, spaventosamente vera e coinvolgente, che tutto il mondo dovrebbe conoscere, ma che soprattutto chiunque dovrebbe sperimentare.

Dungeons and dragons map

Raccontare, come nessun’altro ha fatto mai

Dungeons And Dragons è tra le mani dei nerd e non, giovani e meno giovani, da ormai quasi cinquant’anni, e in tanti abbiamo potuto assaporare il potere unico che questo gioco è in grado di regalare.

Chissà quante storie incredibili sono state raccontate negli anni senza che nessun’altro potesse ascoltarle, quanti personaggi hanno compiuto imprese leggendarie, rimaste chiuse in una stanza e nella memoria di chi le ha vissute.

Io per prima ne ho un paio nella mia faretra che avrebbero meritato di essere narrate, ho conosciuto e creato personaggi che avrebbero avuto tutto il diritto di prendere vita anche al di fuori della nostra mente.

Il tempo ha però cancellato tanti dettagli fondamentali per poterlo fare con altri mezzi e ricostruire tutto diventa piuttosto complicato (Nimue, Raven, un giorno narrerò comunque le vostre gesta).

Tutto questo per dire che Dungeons And Dragons può essere un mezzo per scrivere storie unico e rivoluzionario, che troppo spesso non viene valorizzato come si dovrebbe.

Chi gioca è perfettamente consapevole delle meraviglie che una campagna può donare ad ognuno dei partecipanti, quale sia l’immenso lavoro di un dungeon master nel creare non solo una storia lineare, ma un intero mondo fatto di infinite possibilità, in grado di dare vita ad eventi epici ed imprevedibili allo stesso tempo, in simbiosi con i giocatori e con il provvidenziale aiuto di un dado che tutti noi amiamo e temiamo allo stesso tempo.

Tutto è possibile solo grazie all’equazione unica che solo questo gioco è in grado di fornire.

Per tanti anni le storie sono rimaste chiuse tra le mura di uno scantinato, ancorate a mappe frettolosamente scarabocchiate su fogli di carta o a miniature improvvisate, ma oggi, grazie all’egemonia dello streaming, le avventure dei nostri adorati personaggi possono raggiungere tante persone in tutto il mondo, portandoci realmente in una nuova e inaspettata frontiera dello storytelling.

Scrivere un libro o un fumetto da una campagna di Dungeons And Dragons non è cosa semplice, proprio a causa della complessità che può scaturire da una storia raccontata in questo modo, sia a livello di intrecci narrativi che (e forse in particolar modo) di profondità emotiva dei personaggi, poiché vissuti giorno per giorno, sessione dopo sessione, hanno bisogno di una penna veramente abile per poter prendere vita in maniera soddisfacente.

Ma con la possibilità di poter raccontare queste storie live passo dopo passo, che sia attraverso un podcast, una live su Twitch, delle sessioni registrate o qualsiasi altro espediente creativo possa venire in mente, si apre di fronte a noi un universo di opportunità narrative da far venire l’acquolina in bocca a chiunque non sappia resistere al fascino di storie straordinarie e sorprendenti.

Dungeons And Dragons dice

Basta la fantasia di un master e dei giocatori appassionati, per poter creare un mix unico e impossibile da imitare in altro modo: l’imprevedibilità determinata dall’unione di tante personalità differenti, diverse visioni e diverse idee, con il dolce e terrificante di aiuto di un dado che non saprai mai quale strada ti farà intraprendere, è in grado di plasmare una storia capace di sorprenderti ad ogni passo, lasciando a volte senza parole anche il suo stesso narratore.

Non esiste mezzo più naturale e soddisfacente per farlo.

Mettere diverse persone a scrivere una storia attivamente non porterà mai allo stesso risultato, poiché non avrà mai la stessa libertà nel forgiare una serie di eventi rispetto a quattro, cinque, sei menti indipendenti, ognuna completamente all’unisono con il proprio personaggio e ignara dei pensieri altrui (o almeno così dovrebbe essere), le cui azioni si ripercuotono nel mondo in maniera inattesa e con risonanza sconosciuta.

Per non parlare dell’aspetto psicologico ed emotivo: si dice che a volte una sessione di Dungeons And Dragons possa essere come una seduta di terapia, e questo è inevitabile che si ripercuota sui personaggi.

Che lo si faccia consapevolmente o meno, ogni giocatore finisce inesorabilmente per creare una personalità dalle mille sfaccettature, dove un’avventura dopo l’altra si aggiungono strati su strati di temperamento e colore, che gli conferiscono uno spessore davvero singolare, ma soprattutto spaventosamente naturale.

Ti ritrovi a vedere il tuo personaggio crescere, evolvere e cambiare davanti ai tuoi occhi, sorprendendoti ogni giorno di più perché non pensavi di essere in grado di creare una cosa del genere.

Scavare all’interno della psiche del proprio personaggio, mentre interagisce con altri soggetti che sono esattamente nella stessa situazione, può creare delle parentesi emotive davvero vivide, a volte violente, e tu non puoi fare a meno di provare ciò che lui (o lei) sta provando.

In un attimo, questo si traduce in un potere comunicativo spaventoso, in reazioni ed emozioni estremamente naturali e spontanee.

Se questa non è la ricetta per uno storytelling unico e travolgente allora proprio non so cosa possa essere.

Unendo tutti questi elementi, conditi con una storia interessante, un pizzico di teatralità e una piccola percentuale di puro caos, si può dare vita ad un prodotto impossibile da ricreare in altro modo e in grado di rapirti come pochi altri mezzi sono ormai capaci di fare.

E la cosa bella è che tutto questo è alla portata di chiunque.

dungeons and dragons

Dungeons And Dragons: uscite e narrate le vostre storie

Tutta questa riflessione, come ho già detto, è nata dalla mia malsana dipendenza da Critical Role, che mi ha letteralmente sconvolto ed ispirato proprio riguardo agli aspetti appena elencati.

Quando in una puntata ho sentito il dungeon master Matthew Mercer ringraziare per il supporto dato a questa “nuova frontiera dello storytelling”, non ho potuto fare a meno di rimuginare sulla devastante verità di quella definizione, e in qualche modo ho dovuto dare voce anche io a tutto ciò.

Dungeons And Dragons è un tramite ineguagliabile attraverso il quale chiunque è in grado di forgiare la propria storia, e grazie ai mezzi di cui disponiamo oggi, è finalmente possibile far sì che tutti questi racconti dalla natura straordinaria vengano condivisi.

Sarebbe un vero peccato dover rinunciare alla possibilità di portare finalmente nel mondo reale quei personaggi che amiamo così tanto, quegli avventurieri spesso improvvisati, che per noi saranno sempre gli eroi (o i villain, chi sono io per giudicare?) migliori che il mondo possa desiderare.

Se anche solo un’altra persona può conoscerli e magari pensarla allo stesso modo, è il regalo migliore che si possa fare a quelle personalità così eclettiche nate solo da una scintilla nella nostra testa.

A volte ci si dimentica quanto possa essere straordinario un evento del genere.

È vero, nel caso di Critical Role parliamo di veri e propri professionisti, dove oltre ad essere ottimi giocatori dalla lunga esperienza e avere un master in grado di narrare in maniera così vivida da poter essere considerato quasi un audiolibro, la parte interpretativa è ad un livello superiore (e io consiglio calorosamente di guardare lo show se amate questo elemento, perché è un’esperienza unica), ma non significa certo che chiunque non possa provare a creare qualcosa di incredibile.

Ho visto tante campagne e ascoltato altrettante storie di giocatori da poter affermare con certezza che in ognuna si nasconde un pizzico di genialità, in ogni personaggio esistono sfaccettature affascinanti da scoprire una sessione dopo l’altra e in ogni racconto c’è sempre qualcosa che merita di essere narrato.

Magari non si arriverà a piangere in maniera straziante quando viene affrontato il background di un giocatore, come invece può succedere quando a giocare sono attori professionisti (che vengono comunque investiti realmente dalle emozioni dei propri personaggi, come solo Dungeon And Dragons è in grado di fare), ma l’emotività traspare in ogni caso.

Che sia per qualcosa di drammatico, per qualcosa di esilarante (che non dimentichiamo essere un elemento fondamentale in qualsiasi campagna), o anche semplicemente l’adrenalina di uno scontro all’ultimo sangue, il giocatore prova inesorabilmente tutto lo spettro delle emozioni che il suo personaggio si trova ad affrontare, e questo traspare anche all’esterno, coinvolgendo per forza di cose anche chi è lì di fronte a guardare la scena.

Se siete arrivati fin qui seguendo i miei vaneggiamenti, innanzitutto vi faccio i miei complimenti, ma volevo precisare che la conclusione a cui volevo arrivare è una e semplice: uscite, incontratevi (purtroppo al momento solamente via internet), vivete e narrate le vostre storie sia a voi che al mondo.

Abbiamo in mano la possibilità di portare avanti un mezzo di intrattenimento e narrazione unico, fatto di spontaneità, originalità ed imprevedibilità, dal potenziale di coinvolgimento praticamente infinito e soprattutto alla portata di chiunque.

Non bisogna saper scrivere, disegnare o possedere qualche talento nelle forme tradizionali di comunicazione ed espressione: basta un manuale, un gruppo di amici (o di persone con lo stesso interesse, è anche un modo per fare nuove conoscenze) e una passione smisurata per il gioco più bello del mondo per poter dare vita alla storia che avete sempre desiderato raccontare.

Non esistono più barriere per poterla far conoscere a tutti.

Dragons

Fortunatamente troviamo già molti esempi di chi questa concezione l’ha abbracciata a pieno e, che fosse professionista o meno, è riuscito ad appassionare con le proprie storie (fra i tanti, in Italia spunta per esempio il nome dei ragazzi di InnTale e la loro Luxastra), ma in questo caso non credo sarà mai abbastanza.

Divulgare il gioco di ruolo non solo come gioco in sé, ma come un ineguagliabile mezzo di storytelling, mostrarne le infinite potenzialità, dimostrare che in chiunque esiste, in un momento e in un luogo specifico nel tempo, quel lampo di creatività in grado di dare forma a qualcosa di unico, e che Dungeons And Dragons è il preziosissimo focus divino pronto a concederci questo potere, è qualcosa che proprio non dobbiamo smettere di fare.

Forse un giorno si arriverà al punto in cui non saremo solo noi pochi (ma non così pochi ormai) fortunati a poter godere di questa magia nata da un semplice libro, degno di fare invidia al grimorio del più potente dei maghi.

Il mio party purtroppo non sembra ancora incline a volersi unire a questa nuova frontiera della narrazione (e va bene così, è bello anche quando la storia rimane intima ed esclusiva), ma io ho trovato la passione per la scrittura creando il background del mio primo personaggio (e da una pagina misteriosamente ne sono uscite ventiquattro), e quindi, con i pochi mezzi che ho cercherò sempre di sostenere a gran voce questa causa.

Spero che in qualche modo la mia voce ne raggiunga altre, di certo più sonore, e che alla fine questo coro possa veramente far conoscere anche alle menti più scettiche, che cosa significa raccontare una storia tenendo in mano quel potenziale infinito di possibilità ed emozioni che solo Dungeons And Dragons è in grado di regalare.

Antea Ruggero

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