Sergio Staino, disegnatore e fumettista, è morto oggi, sabato 21 ottobre all’ospedale di Firenze San Giovanni di Dio, dove era ricoverato da qualche giorno, conviveva da tempo con la malattia.
Vignettista, fumettista, disegnatore tra i più noti in Italia, Sergio Staino è stato da sempre un’intellettuale della sinistra italiana, direttore anche dell’Unità tra il settembre e l’aprile del 2017 quando si dimise a seguito dello sciopero dei giornalisti contrari ai licenziamenti voluti dalla proprietà. Da alcuni anni combatteva con la malattia che gli aveva provocato limitazioni alla vista. Nonostante questo fino all’ultimo, grazie alla tecnologia e ad alcuni collaboratori, continuava a pubblicare vignette per la Stampa. La malattia lo aveva portato in ospedale una prima volta a novembre 2022, poi vi era tornato per uscirne a settembre 2023 ma nelle scorse settimane era stato ricoverato nuovamente fino alla morte avvenuta il 21 ottobre 2023.
Chi era Sergio Staino
Nato in provincia di Siena 83 anni fa, dopo essersi laureato in architettura insegnò educazione tecnica in vari licei della provincia fiorentina. Nel 1979 pubblicò la prima striscia di Bobo sulla rivista di fumetti Linus. Collaborò negli anni per molti giornali e riviste tra cui Tango, il settimanale satirico nato all’interno dell’Unità che Staino fondò nel 1986 e diresse fino alla sua chiusura, nel 1989.
La forza di Staino era la sua capacità di raccontare l’attualità sempre con un occhio sarcastico e con una forte propensione all’autocritica. Al centro delle battute di Bobo c’era spesso quell’apparato di sinistra, quegli intellettuali d’area che lui stesso incarnava. Soprattutto negli anni tra il ’70 e l’80 in cui il Partito Comunista di Enrico Berlinguer iniziò ad allontanarsi dall’Unione Sovietica cercando una svolta che potesse portare il partito al governo. Anche per questo, con il suo Bobo, condivise, pur soffrendo, la scelta di sciogliere il PCI e far nascere il Partito Democratico di Sinistra. Negli anni, con le sue vignette, ha continuato a raccontare i mutamenti della sinistra italiana, dei suoi elettori e dei suoi dirigenti.
“È stato un intellettuale che con l’ironia, l’intelligenza e la matita ha segnato un pezzo importante dell’immaginario della sinistra”. Lo ricorda la segretaria del Pd, Elly Schlein. “Siamo tutte e tutti cresciuti con le sue vignette, i suoi personaggi, le sue battute fulminanti. Ci mancherà moltissimo e faremo in modo che nelle prossime settimane e prossimi mesi la comunità Democratica lo ricordi con il grande affetto che a lui ci lega. Ai suoi cari e alle persone che gli hanno voluto bene e hanno lavorato con lui vanno le nostre più sentite condoglianze” chiosa Schlein.