L’avvocato e giornalista torinese Bruno Segre, partigiano, intellettuale di sinistra impegnato in tante battaglie civili (dall’obiezione di coscienza al divorzio), attivista militante nel segno dell‘antifascismo e della laicità, è morto questa mattina all’età di 105 anni nella sua casa di Torino.

“Bruno Segre, lucido fino alla fine, si è spento serenamente nel sonno con accanto la sua famiglia nel Giorno della Memoria, lui che è stato la memoria di un lungo impegno a favore dei diritti civili a Torino e in Italia”, ha detto all’Adnkronos il nipote, l’avvocato Ruben Segre.  Nato a Torino il 4 settembre 1918 – il padre era Dario Segre, assicuratore antifascista, e la madre Ottavia Vincenza Avondo, sarta – Bruno Segre si laurea in legge il 15 giugno 1940, ma a causa delle leggi razziali (essendo figlio di genitore ebreo) non può esercitare la professione di avvocato e si mantiene dando lezioni private, compilando tesi di laurea e scrivendo articoli per periodici firmandosi con lo pseudonimo “Sicor”.  

Nel 1942 viene arrestato per disfattismo politico ed è detenuto per alcuni mesi nel carcere torinese Le Nuove. Nel settembre del 1944 viene nuovamente arrestato e condotto alla caserma torinese di via Asti, sede dell’Ufficio politico investigativo della Guardia nazionale repubblicana. Lasciato libero, Segre si arruola con il nome di battaglia “Elio” nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà nella Val Grana e partecipa alla liberazione di Caraglio, nel Cuneese. Dopo la Liberazione, Segre lavora come cronista per “L’opinione” e per altre testate giornalistiche. Inizia a esercitare la professione di avvocato e si distingue nella battaglia legale per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Nel 1949 Segre difese il primo obiettore di coscienza in Italia, Pietro Pinna, davanti al Tribunale militare di Torino, chiamando a testimoniare Umberto Calosso e Aldo Capitini. Fino al 1972, anno in cui l’obiezione di coscienza fu riconosciuta dalla legge, Segre difese numerosi giovani obiettori imputati nei tribunali militari di tutta Italia. Segretario dell’Associazione torinese contro l’intolleranza e il razzismo, nel 1949 fonda “L’Incontro”, giornale impegnato nel campo della difesa dei diritti civili, contro il razzismo e l’antisemitismo, per il disarmo e la pace nel mondo, che ha diretto fino al 2018. In quegli stessi anni aderisce al Partito socialista unitario, in seguito all’Unione socialista indipendente e infine al Partito socialista italiano.  

Dal 1958 al 1968 è consigliere degli Ospedali Psichiatrici di Torino, Collegno, Grugliasco, poi consigliere dell’Ordine regionale Piemonte-Valle d’Aosta dei giornalisti e consigliere nazionale della Federazione Nazionale Stampa Italiana. Segre ha sempre manifestato una forte spinta all’impegno nell’associazionismo laico seguendo tra le altre l’Associazione Nazionale Libero Pensiero “Giordano Bruno”, della quale è stato prima vice presidente e poi presidente dal 1996 al 2008. Si è impegnato inoltre come giornalista, militante e avvocato nella battaglia sul divorzio a fianco del parlamentare socialista Loris Fortuna: condotta nelle strade, nei teatri, nei dibattiti sui giornali, con iniziative talora clamorose, come ad esempio quella organizzata assieme alla Lega Italiana Divorzio durante la quale avvenne il lancio di volantini dai palchi del Teatro Carignano di Torino durante un comizio antidivorzista presieduto dal democristiano Giuseppe Grosso. Dal 1975 al 1980 è stato consigliere comunale di Torino per il Psi e dal 1980 al 1990 è stato sindaco effettivo dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino e consigliere di varie società partecipate dall’Istituto.