Quanto pesa un libro? In media 770 kg/mc. Il senso della domanda attorno alla quale ruota tutto il nostro articolo però è un altro: quanto pesa sull’ambiente? Basti pensare alla quantità di passaggi necessari per la produzione per ipotizzare una risposta. Non poco. Ecco che entra in gioco l’editoria green. Leggere non ha mai fatto male a nessuno: facciamo in modo che valga anche per il pianeta.
L’impronta ecologica della lettura
Il costo ambientale lampante è legato alla carta con cui sono prodotte le pagine e che proviene dagli alberi. In media, per produrre un chilo di carta servono circa 100 litri d’acqua. Si consideri, poi, almeno in Italia, che la cellulosa viene importata, con tutte le conseguenze del caso. Il costo della vita di un libro implica la produzione di circa 7,5 kg di anidride carbonica. Non si pensi, dopo questa esposizione, però, che la propria passione per la lettura sia la causa di gravi danni ambientali. Non lo si pensi, neanche per un momento. Leggere è uno dei passatempi più belli al mondo e sono altri i motivi per cui il nostro pianeta versa in queste condizioni. L’editoria green propone solo un metodo per rendere la lettura motivo di ancora maggiore libertà dai problemi quotidiani.
Editoria green: cos’è e cosa comporta
Scegliere materiali sostitutivi è un’ottimo punto di partenza. Sempre più case editrici, ad esempio, stanno scegliendo solo carta certificata FSC o PEFC, che garantiscono la sostenibilità forestale di un prodotto. Oppure scegliere carta riciclata (non sarebbe bellissima per le copertine?) o proveniente da foreste ecosostenibili. E ancora: dotarsi di imballaggi biodegradabili e basarsi su un ben pensato piano logistico. Avere una solida rete produttiva infatti abbatte spese dei trasporti, e quindi di imballaggio, e della produzione generale.
Si preferisce usare i soliti materiali? Allora si riducano le tirature. Forse faceva gli interessi di casa Einaudi prima che dell’ambiente Roberto Cerati, quando teorizzava le piccole ristampe, ma davvero possono essere la soluzione. Un numero di stampe e di ristampe adeguati al successo di vendita previsto e al bisogno di ogni libreria. I resi sono infatti sempre un problema per l’ambiente, perché i libri invenduti devono riattraversare l’intera filiera editoriale, il più delle volte finendo al macero. In sostanza, serve che l’editoria cominci di nuovo a pensare nella logica della produzione attenta, non della produttività materialista.
Cosa potrebbero fare i lettori?
Anche i lettori possono contribuire a ridurre il proprio impatto ambientale, rapportandosi ai libri in maniera più consapevole. Ad esempio evitando di comprarne se non si è interessati e considerando di dare nuova vita ai libri. In questo senso, la gamma di possibilità è infinita: si può acquistare ai mercatini dell’usato o prestare il proprio libro una volta finito. Si può anche ricorrere a quello che troppo a lungo è stato dipinto come il nemico giurato del cartaceo: l’e-book.
Come si diceva prima, è uno dei passatempi più belli al mondo. E far sì che lo rimanga è anche interesse del pianeta.
Sara Rossi