Il costo della carta aumenta: e ora?

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Di Sara Rossi

Se ne discuteva già al Salone del Libro di Torino 2021: è aumentata la domanda di carta. Giornali costretti a ridurre la foliazione, case editrici in difficolta in caso di ristampa. Una tragedia annunciata, dato il parallelo aumento della domanda durante il 2020 che sta mettendo a dura prova l’intero mondo dell’editoria. Aumenta il costo della carta: e ora?

Il costo della carta è dovuto a quello della cellulosa

La crisi delle materie prime non ha risparmiato la cellulosa. Da giugno 2020 a giugno 2021 il rincaro è arrivato al 60-70%, rendendo difficile il percorso sin dai suoi primissimi passi. Senza contare il prezzo della produzione, dell’acqua e dell’energia per far andare i macchinari e quello del gas per permettere i trasporti. Insomma, come se non bastasse la già penosa situazione editoriale italiana, arriva un caro-bollette di cui tutti, produttori e consumatori, avrebbero volentieri fatto a meno. Che fare, quindi? La risposta più logica sarebbe quella di alzare i prezzi. Accettabile in un settore prospero, follia in uno sofferente come quello dell’editoria. Nel nostro Paese il prezzo medio di un libro è di 19 euro: un aumento significherebbe sforare la convenzionale soglia psicologica dei 20 euro oltre la quale i libri “costano troppo”.

Il rischio di scoraggiare i lettori alzando i prezzi intimidisce anche le case editrici più grandi, ma sono le piccole e medie a correre quello maggiore. “Hanno minor potere di negoziazione con lo stampatore, che a sua volta compra la carta” spiega Riccardo Cavallero, editore di SEM libri. Per esse anche la terza via, quella di ridurre le pubblicazioni, è sbarrata. Non si può pensare di dare alle stampe meno di 10 o 15 titoli l’anno e rimanere a lungo in vita. E no, non basta più adottare la strategia che era propria di Giuseppe Laterza: guadagnare quel tanto che basta per rimanere indipendente. Non nell’attuale panorama di concentrazione, stretto tra poche ma enormi mani. Una lotta al massacro in cui, per scomodare Darwin, sopravvive solo chi si adatta meglio al cambiamento. Che riportato nella società attuale significa: chi può permettersi di farlo.

Non meno in pericolo i giornali, anzi

In Italia non si produce la carta per fare i giornali, l’ultima cartiera è stata riconvertita a fine 2020. Ci riforniamo da stabilimenti in Nord Europa, lontani e quindi dai quali la carta arriva rincarata dai trasporti, rendendosi più costosa di quella per i libri. Se fino a qualche decennio fa il prezzo della carta da giornali si attestava intorno ai 400 euro a tonnellata, oggi può arrivare fino a 830. Dai 3 ai 4 milioni in più all’anno. La diminuzione del numero di pagine per risparmiare sul consumo si accompagna però a una contrazione degli spazi per la pubblicità, quindi a una fatica per trovare i sovvenzionamenti.

I problemi non finiscono tra le pagine: la diffusione del digitale ha portato con sé moltissimi giornali online, che lasciano ai giornali cartacei quegli affezionati che si recano ancora nelle edicole. Sempre per la logica di sopravvivenza di poco sopra, alcuni si sono spostati in parte o totalmente online, abbattendo molte spese in termini di costi di gestione.

Gli incentivi all’editoria aiuterebbero

Un budget di 230 milioni di euro, di cui 90 milioni per l’anno corrente e 140 per il 2023. Ecco a quanto ammonta il Fondo straordinario per gli interventi a sostegno dell’Editoria dalla Legge di Bilancio 2022. Tra le altre agevolazioni, proprio una proroga del credito d’imposta per contrastare le difficolta causate dall’aumento del costo della carta di giornali e periodici. Le sovvenzioni durante e in seguito al periodo di pandemia hanno riguardato quasi tutti settori. Non si può lasciare morire uno dei più importanti.

Sara Rossi