Edmondo De Amicis, lo scrittore del Cuore

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Di Redazione Metropolitan

Edmondo De Amicis
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Edmondo De Amicis, scrittore, giornalista e militare italiano, nasce il 21 ottobre del 1846 ad Oneglia. È famoso per essere l’autore di uno dei libri per l’infanzia più letti al mondo: Cuore.

Nato da una famiglia benestante, si trasferisce a Torino dove frequenta il Collegio Candellero che gli da la preparazione necessaria allo step successivo: l’Accademia militare di Modena. Dopo la sconfitta subita dagli italiani a Custoza nel 1866, abbandona la divisa militare per dedicarsi alla scrittura.

Inizia come giornalista, scrivendo dei vari viaggi che intraprende come reporter, raccolti in un volume sotto il titolo di La vita militare (1868), ma nel frattempo coltiva l’idea di scrivere un romanzo.

Stabilitosi a Torino nel 1884, Edmondo De Amicis inizia la stesura del capolavoro che diventerà Cuore, pubblicato da Treves.

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I due best seller dell’Italia post risorgimentale sono due libri per l’infanzia: il già citato Cuore e Pinocchio.  Il capolavoro di Collodi è diventato un classico mentre Cuore è stato quasi dimenticato. Molti lo considerano un romanzo datato e retorico, per altri le sue storie hanno formato generazioni di italiani.

Il centro della storia è Torino: è li che si svolge in gran parte Cuore ed è li che ha vissuto il suo autore Edmondo de Amicis.  Due sono gli anni importanti 1878: anno dell’incoronazione di Umberto I, il risorgimento è finito e l’Italia è unita; 1886 anno di pubblicazione di Cuore (40 edizioni e traduzioni in tutto il mondo).

Quest’opera è una pietra miliare della cultura italiana ma è anche un libro della storia italiana; un quadro che riassume tutte le vicende che hanno fatto dell’Italia un paese, un popolo, una nazione. 

Cuore raccoglie alcuni degli ideali fondamentali di una nazione, come l’egualitarismo, intorno ad una classe elementare e ai suoi alunni. 

Non esistono ricchi e poveri; agiati e disagiati. In quella classe, una piccola comunità che si propone di formare non solo alunni, ma cittadini,  si è tutti uguali. Alunni provenienti da ogni dove e delle più svariate estrazioni sociali. 

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Nonostante la critica letteraria degli anni ’60 sia stata molto severa verso Cuore, considerato un romanzo retorico della storia italiana, il romanzo ha riscosso successo sin da subito.

Il romanzo introduce elementi di riflessione sulla necessità che in Italia si accettasse il principio di eguaglianza tra i popoli, la scuola è il simbolo di tale eguaglianza. 

Anche dal punto di vista letterario ha una novità: è un libro che ha un’unità di luogo, la scuola e un’unità di tempo, i mesi della scuola; un’unità di personaggio, Enrico che scrive il diario (il libro cuore) attraverso il quale  c’è il suo racconto dell’essere un bambino, e parte in una comunità.