5 Aprile 1943, Napoli. Questi i presunti luogo e data di nascita della scrittrice di fama mondiale Elena Ferrante, che ha deciso di restare nell’anonimato, motivo di risonanza mediatica e allo stesso tempo di polemica come nel caso della sua candidatura al Premio Strega per “Storia della bambina perduta” nel 2015. Con milioni di copie vendute in tutto il mondo è diventata un caso letterario, studiata e accolta con favore più dalla critica americana che da quella italiana, la quale diffidente verso il suo grande successo commerciale, ha definito la sua celebre saga “L’amica geniale”, un feuilleton stilisticamente molto esile. Non è un caso che in termini simili fu accolto anche “Menzogna e sortilegio” di Elsa Morante, un grande modello dichiarato della Ferrante.
Il grande successo della saga “L’amica geniale” (2011-2014), sulle due amiche Lila Cerullo e Elena Greco, ha portato i lettori di tutto il mondo a riscoprire la prima produzione letteraria di Elena Ferrante. Quelle che sono state definite Cronache del mal d’amore, comprendono il romanzo d’esordio del 1992 “L’amore molesto”, “I giorni dell’abbandono” del 2005 e “La figlia oscura” pubblicato nel 2006. Due sono le opere saggistiche della Ferrante: “La Frantumaglia” (2003) che può essere considerato il suo autoritratto poetico e “I margini e il dettato” (2021), dove sviscera il concetto di “Smarginatura”, esperienza esistenziale incarnata dal personaggio Lila Cerullo.
Elena Ferrante, narratrice di una femminilità complessa

Photo credits: Eduardo Castaldo
Uno dei motivi di tanto successo dei libri di Elena Ferrante è sicuramente la rappresentazione inedita e complessa del femminile in loro contenuta. Violente o sensualmente indolenti o di sguaiatezza sdolcinata (da “La figlia oscura”), questa definizione si adatta alla perfezione alle figure femminili che popolano i suoi romanzi. In particolare inedita è la rappresentazione conturbante del loro rapporto con la maternità. Pensiamo a Amalia e Delia, madre e figlia nell’Amore molesto, al loro rapporto viscerale di attaccamento e repulsione. Olga nei “Giorni dell’abbandono” è invece una madre costretta a fare i conti con una ritrovata solitudine.
Ci sono poi Leda e Nina, due donne nello sconcertante “La figlia oscura”, accomunate da un rifiuto della maternità che è sintomo del desiderio innato in ogni donna di essere libera da costrizioni. Lila Cerullo e Elena Greco sono le sue due eroine più celebri. Attraversano il ventesimo secolo nella cornice di Napoli, con la loro amicizia che è un’altalena di lotta e ricongiungimento. Dovranno farsi strada sempre andando controcorrente in un mondo violento e maschilista. Infine c’è Giovanna nella “Vita bugiarda degli adulti”, insieme al personaggio indimenticabile di zia Vittoria incarnano un confronto serrato tra due diversi volti di Napoli. Con le loro personalità forti ridefiniscono l’orizzonte di aspettative riservato alla donna.
La fortuna cinematografica
Sin dal suo primo romanzo Elena Ferrante instaura un legame molto stretto con il cinema. Mario Martone nel 1995 scrive e dirige l’adattamento dell’Amore molesto, presentato in concorso al festival del cinema di Cannes. Margherita Buy interpreta Olga nell’adattamento dei Giorni dell’abbandono di Roberto Faenza del 2005. Il fatto che Elena Ferrante sia una delle grandi protagonista della narrazione contemporanea, lo dimostra la sua presenza nell’attuale costellazione dei prodotti seriali.
In un primo tempo con la serie per la televisione “L’amica geniale”, diretta da Saverio Costanzo, Alice Rohrwacher e Daniele Lucchetti. Scritta da Francesco Piccolo e dalla stessa Ferrante, arrivata all’adattamento del terzo romanzo della saga “Storia di chi fugge e di chi resta”. Un tratto caratterizzante della serie è la voce narrante dell’attrice Alba Rohrwacher che fa vivere, come quasi per incanto, le pagine dei suoi romanzi sullo schermo, sarà lei a interpretare Elena Greco nell’ultima stagione.
Su Netflix dal quattro Gennaio è disponibile la serie diretta da Edoardo De Angelis con Valeria Golino nei panni della crudele e malinconica zia Vittoria e l’esordiente Giordana Marengo che interpreta la protagonista Giovanna, in un adattamento pop dai colori sgargianti e le atmosfere surreali della “Vita bugiarda degli adulti”. Anche in questo caso Elena Ferrante firma la sceneggiatura.
Eleonora Ceccarelli
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