“Maledetto” è il singolo d’esordio di Elettra, la giovane artista elettro-pop che canta il caos che ci portiamo dentro. Ora anche su Youtube! Un vulcano di donna con sfumature irriverenti: la musica di Elettra che mette il blues in tutto quello che fa.
È uscito lo scorso 10 marzo e il titolo “Maledetto” non poteva che essere più azzeccato in questo periodo storico; per Elettra è questo il primo singolo, un brano pop ma con contaminazioni elettroniche e blues.
Intraprendente, “caotica” e già madre: Elettra è un connubio perfetto che consolida nella sua musica, unendo l’energia elettrizzante a una dolcezza pungente. Qual è la direzione del suo progetto? Scopriamolo insieme, mentre in sottofondo passa https://youtu.be/ZRvB5nQNu20…
MMI: “Maledetto” è il tuo primo singolo ed esce in un momento davvero complesso. Pensi che questo possa renderlo ancora più speciale? Hai paura per la tua canzone?
Elettra: In un primissimo momento, inconsapevole dell’enormità di quello che stava accadendo, ho pensato “Ottimo! Tutti a casa ad ascoltare il brano”. E’ bastata qualche ora per sentirmi in colpa per averlo anche solo pensato. E’ una situazione surreale. Oscillo continuamente tra attimi di gioia, per quello che sarebbe dovuto essere il periodo più bello del mio percorso musicale, e attimi di piena angoscia per tutto quello che sento ogni giorno. Pensando per un secondo solo al mio piccolo orticello, ti dico si, ho paura che la mia canzone passi senza lasciare traccia. Allo stesso tempo, parlando nel brano di morte spirituale e di rinascita, spero che, in questo periodo di isolamento, “Maledetto” possa far compagnia a tutte quelle persone costrette da forze superiori a guardarsi dentro.
MMI: Inevitabile far riferimento a tutto quello che stiamo vivendo con l’emergenza Coronavirus, in questo momento la musica quale supporto può dare? Hai in mente iniziative alternative per coinvolgere tutti a distanza?
Elettra: Credo che la musica, cosi come l’arte in ogni sua forma, sia fondamentale in un momento come questo. La musica ci riconnette con noi stessi, ci avvicina al prossimo e ha la straordinaria capacità di esorcizzare anche i momenti più bui come questo. Come si è letto
molto in questo periodo, la musica non si ferma. Infatti sul web e sui vari social sono state moltissime le iniziative musicali, fin dai primi giorni della quarantena. Nel mio piccolo, nella cittadina in cui vivo da quando sono nata, alle porte di Roma, proprio nel gruppo facebook del paese, abbiamo organizzato una serie di concerti live in diretta, e non solo concerti, con tantissimi artisti del territorio, con l’intento di intrattenere ma soprattutto di sentirci più uniti come comunità.
MMI: Sei una giovane artista ma hai già fatto importanti esperienze. Quale tra queste ha segnato in maniera determinante la tua musica?
Elettra: Ogni esperienza che ho fatto mi ha arricchito musicalmente e come persona, facendomi crescere ed insegnandomi tanto. Forse però l’esperienza più importante è stata l’incontro con una persona, che qui mi limiterò a chiamare “giovane saggio”, che mi ha
insegnato probabilmente tutto quello che so sulla musica, e non parlo di note o di accordi, ma di tutte quelle regole che non avrei
mai potuto trovare su nessun libro. Probabilmente se oggi scrivo canzoni e vivo di musica è solo grazie al “giovane saggio”.
MMI: E sei anche già mamma. Che funzione ha la tua musica nel rapporto materno? Sei tra quei musicisti che non vedono l’ora di mettere in mano al proprio figlio una chitarra?
Elettra: Ovviamente si, mia figlia ha già una piccola chitarra giocattolo! E’ circondata dalla musica tutto il giorno. Ha già fatto concerti prima ancora di nascere, era alle percussioni nel pancione. (ride) La musica è fondamentale per lo sviluppo di un bambino, coordinamento, autostima, disciplina, memoria, capacità di astrazione, funzioni cognitive. Per ascoltare musica, per cantare o per suonare, si devono attivare entrambi gli emisferi del cervello. Scusate, è partita l’insegante di musica propedeutica che è in me. Concludo con una frase bellissima letta durante gli studi: “Non bisogna insegnare la musica ai bambini per farli diventare grandi musicisti, ma perché imparino ad ascoltare e ad essere ascoltati”.
MMI: Il futuro ora più che mai è una domanda imprevedibile, in questo che fine hanno fatto i progetti per l’estate, l’organizzazione di tour e date? Come stai gestendo la prospettiva del tuo mestiere?
Elettra: Purtroppo per il momento si è fermato tutto. Tra febbraio e marzo in genere si cominciano a prendere i contatti per eventi e date dei concerti, ma alcuni organizzatori rispondono che non sanno quando e come si ripartirà. Le date prese in questo mese sono state ovviamente rimandate a data da destinarsi. Da questo punto di vista la prospettiva non è delle migliori, ma io sono fiduciosa che torneremo presto sul palco e sotto palco e sarà molto più bello di prima.
MMI: Nel singolo “Maledetto” di un disordine mentale che ci portiamo dentro, la musica in questo aiuta a mettere in ordine, o semplicemente lo racconta?
Elettra: A me personalmente la musica ha sempre aiutato a mettere ordine nel mio disordine mentale. E’ proprio il mio rifugio dal caos. Mi aiuta a non ascoltare i miei pensieri, o meglio ancora a metterli in ordine. Nel caso specifico di “Maledetto” però c’è anche il desiderio, anzi l’esigenza, di raccontare questo disordine in ogni suo contrasto attraverso la musica.
Rossella Papa