Dopo l’affluenza record alle urne al primo turno delle elezioni in Francia, che alle 17 è del 59,39% (in crescita di ben 20 punti rispetto alle ultime legislative del 2022) gli Istituti di sondaggi stimano che complessivamente si potrebbe aggirare tra il 67,5% e il 69,7%. Secondo Ipsos, riferisce ‘Le Monde’, l’affluenza si dovrebbe attestare al 67,5% mentre per Harris Interactive al 69,7%. Nel 2022 l’affluenza era stata del 47,7% nel primo turno.
Primo turno delle elezioni legislative in Francia: circa 49 milioni gli elettori chiamati oggi alle urne, in 577 collegi elettorali. Secondo i primi exit poll il Rassemblent National di Marine Le Pen è primo con il 34%, seguito dalla Gauche al 28,1% e dal campo presidenziali di Macron al 20,3%. Boom dell’affluenza: alle 17 il 59,34% degli elettori aveva votato. Quello francese è un sistema a due turni, che mira a garantire che gli eletti abbiano un forte sostegno, riducendo la frammentazione politica e promuovendo la stabilità governativa. Il secondo turno è previsto per il 7 luglio.
Lo scioglimento dell’Assemblea nazionale deciso da Emmanuel Macron il 9 giugno e la concreta possibilità di una vittoria della destra radicale di Rassemblement National (Rn) sembrano avere mobilitato i francesi più delle attese. Hanno votato in mattinata il Primo ministro Gabriel Attal, la capogruppo di Rn all’Assemblea nazionale Marine Le Pen, il presidente dei Repubblicani Éric Ciotti. Poco più tardi è toccato a Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise che in queste legislative è alleata di socialisti e altri gruppi di sinistra nel Front républicain e soprattutto al presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che poco dopo ha scritto su X: ”Ho votato. Grazie a tutti coloro che permettono il buono svolgimento dello scrutinio: fate vivere la democrazia. Alle urne cittadini!”.
Intanto cresce la preoccupazione che esplodano disordini quando stasera chiuderanno i seggi e verranno divulgate le prime proiezioni. A Parigi, Lione, Grenoble, Rennes molti negozi hanno issato protezioni davanti alle vetrine. “Ovviamente siamo preoccupati, non sappiamo cosa fare. Se i negozi si barricano sono protetti, ma devono chiudere. Se non lo fanno, come reagiranno le compagnie di assicurazione?”, dice a Le Figaro Thierry Véron, presidente della Federazione delle associazioni dei commercianti e degli artigiani parigini. Al momento però l’unico episodio di violenza segnalato ha tutt’altro segno: a Nizza, un assessore dei Repubblicani avrebbe tentato di impedire l’apertura di un seggio, per poi prenderne a pugni il presidente, che ha sporto denuncia.