Una passione sfrenata per il cinema di genere fin da bambino, che si trasforma in una rivoluzione nel mondo dell’horror. Eli Roth (regista, sceneggiatore, produttore, attore) è una figura unica nel panorama della cinematografia degli ultimi vent’anni. Così determinante da creare un sottogenere tutto suo, che i critici battezzeranno torture porn. Perverso, spietato e senza censure, è una frontiera assolutamente nuova del concetto di terrore.
Eli Roth, cresciuto a pane e cinema di genere
“Vedere che Sam Raimi ce l’aveva fatta, rese possibile, ai miei occhi, che una persona come me, appassionata di horror, potesse prendere una cinepresa, andare in un bosco, e fare il film più sanguinario e disgustoso possibile.”
Nato il 18 aprile del ’72, Eli Roth cresce a pane e horror. Dopo essersi innamorato a soli sette anni dell’Alien di Ridley Scott, si appassiona sempre più al cinema di genere all’italiana durante l’adolescenza. Tra i suoi punti di riferimento troviamo infatti nomi del calibro di Dario Argento, Lucio Fulci, Ruggero Deodato, Enzo G. Castellari. Registi che, con risorse spesso limitate – in un’epoca in cui l’uso degli effetti speciali al computer è un lontano miraggio – riescono, tra gli anni ’70 e ’80, a creare una magia tutta loro, che renderà a posteriori il loro modo di fare film un culto assoluto.
Dopo aver girato più di 50 cortometraggi tra liceo e università, scrive il suo film d’esordio, presentato prima al Festival del Cinema di Toronto e successivamente uscito nelle sale nel 2002. Parliamo di ‘’Cabin Fever’’, pellicola che definisce fin da subito la firma registica di Roth.
Hostel e il sodalizio artistico con Quentino Tarantino
Nel 2005 è la volta di ‘’Hostel’’. Clamoroso successo al botteghino, è la pellicola che lo consacrerà come capostipite di una nuova frontiera dell’horror. È proprio in questo periodo che la critica gli attribuisce la creazione del torture porn (o gorno – unione di gore e porn), sottogenere tutto nuovo in cui il termine porn serve ad evidenziare la potenza e l’assoluta crudezza delle scene di violenza.
Tra i produttori di Hostel figura Quentin Tarantino, regista e amico con cui Roth collaborerà in varie occasioni. Dopo aver lavorato al progetto ”Grindhouse”, interpreterà infatti Donnie Donowitz, l’iracondo Orso Ebreo nell’iconico ”Bastardi senza gloria”, per cui girerà anche il cortometraggio ‘‘Stolz der Nation”, che figura all’interno della pellicola.
Green Inferno, Il mistero della casa del tempo e History of Horror
Negli ultimi anni, Eli Roth si cimenta in progetti vari e differenti fra loro. Nel 2013 esce ”The Green Inferno”, spietato cannibal-movie, suo personale omaggio a ”Hannibal Olocaust”, film culto del cinema di genere di Ruggero Deodato. Impossibile poi non citare ”Il mistero della casa del tempo’‘, primo fantasy per bambini firmato dal regista, nel quale dirige Jack Black e Cate Blanchett. Dal 2020, inoltre, con la serie documentaristica ”Eli Roth’s History of Horror”, racconta il suo amore per il terrore intervistando in ogni episodio personaggi che hanno fatto la storia di questo genere (Stephen King, Rob Zombie e Elijah Wood tra i vari).
Eli Roth e la nuova generazione dell’horror
Eli Roth si pone, con il suo cinema, l’obiettivo di scardinare un’idea di horror, sedimentata da tempo nell’immaginario collettivo. E riesce a creare un’atmosfera di tensione tale da spingere lo spettatore oltre i suoi limiti, portando il concetto di violenza sempre più all’esasperazione. Così da esorcizzare ciò che ci accade nella vita reale.
Caterina Frizzi
Seguici anche su Google News.