La storia della regina Elisabeth inizia in uno dei periodi più famosi della storia inglese: suo padre, Enrico VIII Tudor, aveva rotto il legame con la chiesa Cattolica e creato la sua Chiesa, per poter divorziare dalla prima moglie, Caterina D’Aragona, e sposare Anna Bolena. L’amore genuino, folle e incontenibile per Enrico VIII nei confronti di Anna Bolena poco c’entra con un gesto così estremo.
L’erede al trono d’Inghilterra
La vera ossessione di Enrico era mettere al mondo un erede maschio che gli succedesse al trono, cosa che Caterina non era stata in grado di dargli. Enrico sposò sei donne differenti, per avere un figlio forte, determinato, con gli attributi tanto grandi da reggere il regno d’Inghilterra, e ci riuscirà: solo che il nome di questo erede così grandioso sarà Elisabeth, la figlia avuta da Anna Bolena.
Mary ed Elizabeth: sorelle e nemiche di fede
Il film “Elizabeth” (1998) con Cate Blanchett nei panni della “regina vergine”, inizia durante gli anni di regno di Maria Tudor. Maria è la figlia maggiore di Enrico VIII, considerata da molti, soprattutto dai Cattolici, l’unica erede legittima. Elisabeth, considerata invece una bastarda, nata da un matrimonio illegittimo per di più di fede protestante, è tenuta in prigione dalla sorella Maria, la cui lotta per restaurare il cattolicesimo in Inghilterra le varrà il soprannome di “Maria la sanguinaria”. Il rapporto tra le sorelle, però, è destinato ad una svolta inaspettata: è il 1558, Maria sta per morire e non è riuscita ad avere figli per la successione al trono. Negli ultimi istanti della sua vita, i consiglieri cercano di convincere Maria a condannare a morte la sorella, ma la sovrana si rifiuta e, alla sua morte, Elisabeth viene incoronata regina d’Inghilterra.
I primi turbolenti anni di Elisabeth
Ciò che attende la nuova sovrana è una situazione tutt’altro che rosea. L’Inghilterra è oppressa dai debiti e dagli intrighi politici, i paesi avversari guardano al suo regno con l’intenzione di conquistarlo: Spagna, Francia e Stato Pontificio vogliono l’Inghilterra di Elisabetta. Ma il nemico, Elisabeth, lo ha anche tra le mura del suo stesso palazzo: una fazione, capeggiata dal duca di Norfolk, cattolico, trama alle sue spalle per detronizzarla. Per tenere viva la fitta rete di alleanze politiche, Elisabeth dovrebbe sposarsi. L’ideale sarebbe sposare un pretendente spagnolo o francese, per allontanare il pericolo di una guerra e dare all’Inghilterra un erede al trono. Ma Elisabeth temporeggia, ha in mente altri piani per sè stessa e per il suo paese.
Un’altra Mary minaccia Elisabeth
Nei piani di Norfolk per spodestare Elisabetta è contemplata la terza grande donna di questo periodo: Mary Stuart, vedova del delfino di Francia, Francesco di Valois, e legittima erede al trono d’Inghilterra. Mary era regina di Scozia, e per i cattolici inglesi, era la legittima erede al trono d’Inghilterra. Norfolk, puntando tutto sull’illegittimità del matrimonio tra i genitori di Elisabeth, aveva intenzione di metterla sul trono, occupato dall’usurpatrice protestante.
Pesante è il capo di chi porta la corona…
… Ancora di più se si è donne in un periodo storico molto diverso da questo. Il regno di Elisabeth passerà alla storia come un regno di prosperità e bellezza, vedrà la nascita del teatro, il passaggio su questa terra di William Shakespeare, un commercio fiorente e la colonizzazione dell’America settentrionale. Elisabeth riuscirà vittoriosa dalla guerra con la Spagna e dalle guerre religiose che caratterizzeranno gran parte del suo regno. Ma tutto questo ha avuto un prezzo. Elisabeth, come donna, comprende che dovrà mostrarsi forte il doppio di un uomo per mantenere lealtà e fiducia tra i suoi consiglieri. Per questo motivo non si lega ad un consorte, consapevole che tutto il suo potere passerebbe al nuovo Re che le sta accanto.
La regina vergine
Dopo aver eliminato Mary Stuart e Norfolk e aver ristabilito l’equilibrio nel suo regno, Elisabeth prende la decisione che ritiene più giusta per il suo popolo: si tinge la faccia di bianco e si taglia i capelli, dichiarandosi sposata con l’Inghilterra. Se pensiamo a tutti gli sforzi vani di Enrico VIII per avere il tanto agognato maschio, viene da ridere considerando che i pezzi di storia più gloriosi d’Inghilterra portano la firma di donne come Elisabetta, Vittoria ed Elisabetta II.
Vera Martinez