È il 21 Novembre 1934. Ella Fitzgerald ha solo 17 anni. L’Apollo Theater sulla 125esima Strada (125th Street) di Harlem, è il palcoscenico del suo primo debutto. Accetta una sfida e diventa una star, perché “Apollo is the Apollo“: anche per una ragazzina, vestita di stracci, che ha dormito per strada.

La notte all’Apollo Theater: la fiaba di Ella Fitzgerald

Ella Fitzgerald all'Apollo Theater, foto NYC LGBT
Ella Fitzgerald all’Apollo Theater, foto NYC LGBT

Quando Ella Fitzgerald ha debuttato, era la prima serata amatoriale, per dilettanti (Amateur Nights), del teatro di Harlem a New York. I suoi amici l’avevano sfidata, dicendo: “Beh, se non vai, sei un pollo“, ricorda la stessa Fitzgerald in un’intervista televisiva del 1978 con il pianista e compositore André Previn. Inizialmente, era iscritta nello spettacolo per ballare. Ma dopo aver visto la straordinaria esibizione di tip tap delle sorelle Edwards da dietro le quinte, confessa al presentatore: “Ho detto che non potevo assolutamente andare là fuori e provare a ballare“. Mentre aspettava il suo segnale per entrare in scena, lui le disse: “Fai semplicemente qualcosa“.

Con un vestito logoro e stivali da operaio, Ella Fitzgerald, che allora viveva da senzatetto per le strade di Harlem, guarda il teatro da 1.500 posti con i suoi lampadari scintillanti e la folla affascinante in fila tutte le sere. Progettato dall’architetto americano George Keister, il music hall neoclassico, fu costruito per spettacoli di burlesque nel 1914, quando Harlem era in gran parte bianca e gli afroamericani non erano ammessi. Ma nel 1933, il sindaco Fiorello La Guardia represse il burlesque, e l’anno successivo il teatro venne trasformato in sede di rassegne di varietà. L’iconica ballerina e coreografa Norma Miller, contemporanea della Fitzgerald che in seguito diventa famosa come Lindy Hopper al Savoy Ballroom di Harlem, era presente al debutto di Ella. Come lei, ha un passato umile. Negli anni ’20, la madre organizzava feste in affitto in cui le persone pagavano 50 centesimi per zampe di maiale, insalata di patate e un posto dove bere e socializzare. Ballare nel soggiorno di sua madre, fu l’inizio della carriera della Miller, che successivamente si è esibita all’Apollo e ha fatto tournée in tutto il paese, anche con Ella.

Il debutto della star all’Apollo Theater: Non ballo più

Eravamo un gruppo di adolescenti chiassosi sul balcone perché stavano presentando qualcuno che non conoscevamo. Abbiamo fischiato Ella Fitzgerald!“. Ricorda così, Norma Miller, la notte del debutto di Ella all’Apollo Theater. Fitzgerald, che non si era mai esibita in pubblico prima, si fece avanti e inizia non a ballare, ma a cantare. Colpa anche di una crisi di nervi, un attacco di panico che le impedisce qualunque movimento. Su incitamento del presentatore, decide comunque di salire sul palco e comincia a cantare. Scegliendo “Judy” (1934), del grande cantante e cantautore Hoagy Carmichael. “In quale tonalità“, chiede il direttore? “In una qualsiasi” risponde la giovane. Nonostante l’insicurezza vince il primo premio. E, all’improvviso, come dichiara lei stessa, tutti riconosciuti: “Oh, quella ragazza sa cantare!“.

Abbiamo sentito un suono così perfetto”, ha detto la Miller al The New York Times: “Ci ha zittiti così in fretta che potevi sentire un topo pisciare sul cotone..”. Alla fine del brano le hanno chiesto il bis. Nel giro di pochi mesi, Ella diventa la regina del jazz, cantando con la band di Chick Webb al Savoy sulla 142esima Strada, dove la folla urlava per l’adolescente, capace di suonare con la band e fare swing come nessun altro. Alla morte di Webb nel 1939, l’orchestra continua a esibirsi con il nuovo nome di “Ella Fitzgerald and Her Famous Orchestra“.

Il riscatto nello Scat di Ella Fitzgerald, la prima volta all’Apollo

Quando Ella Fitzgerald ha 15 anni, sua madre muore a causa delle ferite riportate per un incidente stradale. Scappa da riformatori, e abita con il patrigno fino all’aprile del 1933, quando si trasferisce nel quartiere newyorkese di Harlem per vivere da una sua zia. Ad Harlem ha dormito anche per strada, e a caro prezzo, è sopravvissuta. Brava studentessa, Ella era pazza per la musica e la danza; con le sue amiche si intrufolava nelle sale da ballo di Harlem. O restava fuori dai club dove i bambini potevano ascoltare suonare Duke Ellington e Louis Armstrong. C’era anche un bel programma musicale a scuola, ma Ella Fitzgerald non era nel coro perché era tutto bianco.

Ciò che conta non è da dove vieni, ma dove stai andando. A dirlo è Ella Fitzgerald. Vincitrice di 14 Grammy, dotata di un potente strumento vocale, vanta un’estensione di più di tre ottave. Poteva cantare ballate sensuali, jazz dolce e imitare ogni strumento in un’orchestra. Con una capacità di improvvisazione soprattutto nello scat, la tecnica vocale tipica del jazz di cui è considerata la maggiore esponente di tutti i tempi. Per capire bene lo scat, basta ricordare quel ritmico passaggio di voce della sigla di “Lunedì Film” interpretata da Lucio Dalla. Grazie al cambio di scaletta, in una notte, fa udire per la prima volta il suo scat. Niente sarà più come prima ad Harlem.

Federica De Candia

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