Nei giorni scorsi, sono stati ritrovati tre oggetti misteriosi dietro la statua dell’Angelo dello scultore Giulio Monteverde, al cimitero monumentale Verano di Roma. A riportare la notizia, il Corriere Roma che riconduce il ritrovamento dei tre oggetti alla sparizione di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983 a Roma quando aveva appena 15 anni.

Si tratta di un barattolo di vernice verde, arrugginito e riempito per metà; di una chiave d’automobile vecchia, su cui ci sono quattro numeri (1-6-2-6), e di una moneta da cento lire, molto consumata, coniata nel 1956. I tre oggetti erano incastrati nell’intercapedine dietro l’angelo marmoreo di Monteverde con la fascetta tra i capelli. La statua, vandalizzata già in passato, ha le dita della mano destra tagliate e la canna della tuba tranciata a causa di un nuovo e recente gesto vandalico mirato.

La foto iconica di Emanuela Orlandi con il nastro sulla fronte, stampata sui manifesti all’indomani della scomparsa (22 giugno 1983), oggi fornisce una traccia inedita, inquietante”, si legge oggi. Sempre secondo quanto scrive il quotidiano, questo elemento comune della fascetta è il tratto che unisce gli oggetti ritrovati al Verano al caso Orlandi.

L’angelo di Monteverde, capolavoro dell’arte funeraria, ha infatti una caratteristica: indossa una fascetta tra i capelli mossi, lunghi, come del resto molti angeli nella tradizione iconica del Cattolicesimo. Anche Emanuela Orlandi, nella foto diventata iconica con cui è stata tappezzata tutta Roma all’indomani della sparizione, indossa una fascetta tra i capelli. Ma quella statua va davvero letta come un rimando diretto alla storia di Emanuela Orlandi o si tratta semplicemente di suggestioni? A cosa potrebbero alludere la vernice o la moneta? Quale auto potrebbe aprire la chiave infilata dietro al monumento funebre?