Se, con l’aggiunta del verme alle emoji, gli anellidi hanno guadagnato fama e successo, questo ancora non accade con tante specie animali, tra cui ragni e crostacei. Lo dice un’analisi di iScience, condotta da Stefano Mammola, Mattia Falaschi, Gentile Francesco Ficetola, biologi ambientalisti dell’Università di Milano. Ma quali sono le specie che meritano un posto nel catalogo delle faccine?

Troppe emoji di gatti e pochi crostacei

“Anche se la crisi della biodiversità può sembrare lontana dal mondo online, nella nostra società sempre più digitalizzata, non dovremmo sottovalutare il potenziale degli emoji per aumentare la consapevolezza e promuovere l’apprezzamento per la diversità della vita sulla Terra”, hanno scritto gli autori. “Lo sviluppo e il mantenimento di set di emoji diversi e inclusivi sono cruciali per garantire un’equa rappresentazione dell’albero della vita negli strumenti di comunicazione digitale”. Gli artropodi, inclusi insetti, aracnidi e crostacei, sono ancora sottorappresentati. Mentre i vertebrati, tra cui mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci ossei, sarebbero invece sovrarappresentati, costituendo il 76% degli emoji animali.

E continuano: “Gli anellidi hanno guadagnato rappresentanza nel 2020 con l’aggiunta del ‘verme’, che molto probabilmente rappresenta un lombrico, e gli cnidari hanno guadagnato rappresentanza nel 2021 con l’aggiunta di un emoji corallo rosso”. Queste le conclusioni tratte dopo aver osservato faccine relative alla natura e agli animali disponibili su Emojipedia, un catalogo online di emoji, e ha monitorato come questi siano cambiati tra il 2015 e il 2022. Per il nuovo anno, e con i nuovi aggiornamenti dei sistemi operativi, ci si auspica a questo punto l’aggiunta delle specie ancora poco conosciute.

Marianna Soru

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