Enzo Tortora è stato uno dei conduttori e giornalisti più significativi della televisione italiana. Insieme a Mike Bongiorno, Corrado e Pippo Baudo ha scritto la storia della TV italiana, divenendo uno dei presentatori televisivi in assoluto più amati di sempre. Grande protagonista della storia della Rai, le sue trasmissione restano nel cuore di tantissimi italiani. Lo ricordiamo anche perché fu il protagonista di uno dei casi più noti di malagiustizia in Italia.
La Televisione di Enzo Tortora
Il successo per il noto presentatore arrivo’ con la conduzione de «La Domenica Sportiva» e della prima edizione dei “Giochi senza frontiere“. In seguito, il conduttore genovese ebbe uno straordinario successo per la sua trasmissione “Portobello“, che raggiunse il record di 28 milioni di telespettatori. È proprio durante la conduzione di Portobello, che Tortora conquistò l’apice della popolarità. Portobello andò in onda su Rai1 dal 1977 al 1983, e poi nel 1987, alla fine del travaglio giudiziario. La conduzione de La Domenica Sportiva e l’ideazione e conduzione del fortunato programma Portobello sono tra i suoi lavori più importanti in televisione. Con questa trasmissione, batté ogni record di share mai realizzato fino a quel momento, pari a circa il 47% dell’intera popolazione italiana. Ispirata nel nome al celebre mercatino londinese, oggi la trasmissione viene considerata la madre della televisione degli anni novanta.
Le vicende giudiziarie
Il presentatore, nato in una famiglia di origine napoletane, fu la vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia italiana. La vicenda Tortora ha rappresentato uno dei casi mediatico-giudizari in assoluto più devastanti della storia repubblicana italiana. Tortora è diventato la personificazione dell’errore giudiziario. Il suo ricordo però vive ancora vicino a tutti noi nelle molte strade, piazze, scuole, biblioteche sparse per l’Italia ed a lui intitolate.
Gli errori giudiziari
Ingiustamente accusato da alcuni pentiti della camorra, il Tribunale di Napoli con una sentenza durante il processo di primo grado, condannò Enzo Tortora a dieci anni ed a una multa di cinquanta milioni. L’accusa si basò unicamente su di un’agendina trovata nell’abitazione del camorrista Giuseppe Puca, nella quale era scritto a penna, in malo modo, un nome e un numero di telefono. Si ad inchiodarè l’uomo di spettacolo è stata un’ agendina con il suo nome, in realtà vi era scritto Tortona e non Tortora. Il 15 settembre 1986, Enzo Tortora fu assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Napoli, sentenza confermata anche in Cassazione.
L’arresto
Memorabile nella vicenda Tortora, e’ stata la sua cattura, avvenuta 17 giugno. Alle 4 di notte dello stesso giorno, i carabinieri bussarono alla stanza dell’Hotel Plaza di Roma, e lo arrestarono. Per trasferirlo nel carcere di Regina Coeli, i militari aspettarono la mattina, così che cameramen e fotografi lo potessero riprendere con le manette ai polsi. Dopo 30 anni l’immagine di Enzo Tortora ammanettato, resta ancora indelebile per molti italiani. Nonostante tutti gli sforzi dei suoi detrattori, vano è stato ogni tentativo di infangare la sua immagine di assoluta dignità. Infatti il pubblico italiano che lo amava ha sempre ritrovato nel noto giornalista il garbo, l’empatia e l’educazione. Qualità queste che lo hanno contraddistinto ed accompagnato sino alla sua morte avvenuta il 18 maggio 1988, a 59 anni, per un tumore ai polmoni, vinto dalle immani sofferenze.
Gli ultimi anni
Tortora viene assolto definitivamente in Cassazione nel 1987 ed il 20 febbraio dello stesso anno ritorna in televisione con il suo Portobello. Esordisce così:
«Dunque, dove eravamo rimasti… Potrei dire moltissime cose e ne dirò poche. Una me la consentirete: molta gente ha vissuto con me, ha sofferto con me questi terribili anni, molta gente ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me e io questo non lo dimenticherò mai, e questo grazie a questa cara buona gente; dovete consentirmi di dirlo. L’ho detto e un’altra cosa aggiungo: io sono qui anche per parlare per conto di quelli che parlare non possono, e sono molti e sono troppi; sarò qui, resterò qui anche per loro. E ora cominciamo come facevamo esattamente una volta».
Enzo Tortora, conduttore televisivo, autore e giornalista, lascerà dietro di sé un vuoto incolmabile.
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