21 C
Roma
Ottobre 22, 2024, martedì

Ergastolo ostativo, per la Corte Costituzionale è incostituzionale

Incostituzionalità ed un intervento legislativo entro un anno. Questi i due punti centrali della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l‘ergastolo ostativo incostituzionale. Queste decisione segue quella del 2019 con cui era stato dichiarato incostituzionale il divieto di permessi premio ad ergastolani mafiosi non pentiti.

L’ergastolo ostativo è incostituzionale

La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale l'ergastolo ostativo
Ergastolo ostativo, fonte thewam.net

Per la Corte Costituzionale le leggi italiane proibiscono “in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro”. L‘ergastolo ostativo fa della “collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà”. Per questo è stato dichiarato incostituzionale in quanto viola gli articoli 3 e 27 della nostra Costituzione e l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La Corte Costituzionale ha chiesto al Parlamento di intervenire con un nuovo provvedimento legislativo entro un anno. Altrimenti la questione verrà ridiscussa a maggio 2002. Una decisione analoga a quella presa sull‘aiuto al suicidio e sul carcere ai giornalisti. Una sentenza che arriva dopo quella dell’ottobre 2019 che definiva incostituzionale il divieto automatico di permessi premio ad ergastolani mafiosi che non avessero collaborato con la giustizia.

Il caso dell’avvocato Giovanna Araniti

La questione dell’ergastolo ostativo era stata sollevata alla Corte di Cassazione dall‘avvocato Giovanna Araniti. La donna è il legale di un ergastolano mafioso che si è visto negare ogni diritto sulla libertà condizionale per non aver collaborato con la giustizia. La Cassazione ha richiesto l”intervento della Consulta che si è espressa per l‘incostituzionalità. Sono stati per tanto richiesti “interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi”.

Immediate le diverse reazioni dopo la decisione della Corte Costituzionale. Nessuno tocchi Caino ha parlato di “un altro passo verso il diritto alla speranza”. Diversa invece le posizioni dei familiari delle vittime di mafia che si augurano di non colpire “l’efficacia della normativa antimafia”.

Stefano Delle Cave

- Advertisement -

Continua a leggere

- Advertisement -

Ultime News